Vecchio e malandato, Giacomo Casanova, bibliotecario nel castello di Dux in Boemia, rievoca la sua vita densa di amori e di avventure. Prima, da giovane, a Venezia dove, incarcerato per le sue sregolatezze, evade dai Piombi e comincia a vagare per le corti europee conducendo una vita brillante, ricca di amori, di truffe, di onori.Il Casanova è il trionfo del sesso così come il Statyricon lo era stato dell'opulenza. Cambia il contesto: si passa dall'ingordigia romana allo sfarzo barocco di una vuota aristocrazia settecentesca. L'approccio è ironico, i personaggi caricaturali, le vicende al limite del grottesco.
La storia del Casanova è un climax discendente. Cala il gusto dei suoi rapporti, lo sfarzo delle corti che frequenta, la sua stessa reputazione.
Il sesso è estremizzato, presentato in tutta la sua componente frivola e meccanica (vedi scena d'amore con la bambola e soprattutto quella dell'orgia).
Il declino del protagonista è inesorabile. E' invecchiato, rilegato tra personaggi grezzi e non arrizza più. L'unica ostentazione che conserva alla fine di una vita posticcia è quella di un talento artistico/tecnico che non gli è riconosciuto e non possiede. Non a caso sarà ricordato come chiavettiere.
La scena finale è ulteriore salto logico. Casanova è spersonalizzato, vuoto, assimilato alla condizione della bambola meccanica che prima si chiavava per libidine.
E' il miglior Fellini che conosco e senza dubbio nu maronna 'e film. Pure godibile e lineare nella trama.
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