La metto in focus on perchè questa storia col calcio ha poco a che vedere
"Dunque, avevo ragione io su Tanzi: ci trovavamo di fronte ad una commistione vergognosa - sospira Giorgio Corbelli, imprenditore bresciano, re di Telemarket, presidente del Napoli dal 2000 al 2002, quando fu arrestato ("Ma mai rinviato a giudizio") -. Nove anni dopo, però, è una soddisfazione modesta. Possibile che ci sia voluto tutto questo tempo per arrivare alla verità ?".
L’inchiesta Vi dicono niente Malesani e Prandelli? O Mutu, Gilardino, Paolo Cannavaro? E Adailton, Bonazzoli, Apolloni, Guardalben e Falsini? Tutti transitati da Verona a Parma, e viceversa, dal 1998 al 2004. Due club di A. La verità di Corbelli oggi collima con i risultati di un’inchiesta della Procura di Parma, 41° fascicolo sul crac Parmalat, al centro della puntata di Report in onda stasera sui Raitre. "Dal ’98 al 2004 il Verona fu controllato da Calisto Tanzi, già proprietario del Parma, che lo acquistò e finanziò con soldi sottratti alla Parmalat e, oggi, ai risparmiatori travolti dal fallimento», racconta il procuratore Gerardo Laguardia. Per eludere l’articolo 7 dello Statuto Figc che vieta il "controllo, diretto o indiretto, di altre società dello stesso settore professionistico", "Tanzi - dichiara il pm titolare dell’inchiesta - intestò la partecipazione a Giambattista Pastorello, suo uomo di fiducia". Mentre per la giustizia sportiva l’eventuale illecito è prescritto, la Procura di Parma ha chiesto il sequestro dei circa cinque milioni trovati sui conti di Banca Popolare di Vicenza e Unicredit Banca d’Impresa, soldi con cui Tanzi finanziò la P&P Sport Invest di Pastorello, "scatola finanziaria" costituita per acquistare il Verona. Sequestro confermato (per tre milioni) dal Riesame.
La partita Corbelli le sue risposte le aveva già trovate il 10 giugno 2001. Quella domenica, penultima giornata di campionato, mentre il suo Napoli pareggiava in casa con la Roma, il Parma di Tanzi perdeva 1-2 in casa con il Verona di... Tanzi. Partita strana. Il Verona andò in vantaggio con un rigore di Oddo, concesso per un fallo eclatante di Benarrivo, assistito da Federico Pastorello, primogenito di Giambattista. Con quella vittoria il Verona scavalcò il Napoli e lo condannò alla retrocessione in serie B. Corbelli, che allora gestiva il Napoli con Corrado Ferlaino, gridò alla combine. «Avevo la tracciabilità dei versamenti di Tanzi a Pastorello e l’elenco dei giocatori scambiati tra i due club. Mi sembrava abbastanza per sollecitare un’indagine», racconta oggi, reduce da un incontro col pm di Calciopoli, Giuseppe Narducci.
La denuncia Così, Corbelli bussò alle porte delle istituzioni calcistiche. Prima a quella di Franco Carraro, allora presidente di Lega. "Mi disse che la 'questione Tanzi' era nota a tutti, ma che non c’era nulla di cui stupirsi: se era accettabile che Berlusconi fosse presidente del Consiglio, lo era pure che Tanzi possedesse due club di A. Rimasi sbalordito. Carraro smentisce: "Quanto afferma Corbelli non è vero né verosimile: mai avrei detto una cosa che comunque non pensavo ad un personaggio che conoscevo a malapena". Corbelli si rivolse pure a Gianni Petrucci, commissario straordinario della Figc. "Petrucci mi spedì all’Ufficio Indagini: fui ascoltato due volte e successivamente anche dalla Guardia di Finanza di Parma. Poi, non ebbi più notizie". Petrucci conferma. "E’ vero, mandai Corbelli all’Ufficio Indagini. Poi venni a sapere che il materiale era stato inviato alla Procura di Parma. Dopo, anch’io non ne seppi più niente". Ci sono voluti nove anni. Meglio tardi che mai.
Alessandro Catapano
Gazzetta dello Sport