questo per L'inceneritore:
Dopo cinque anni e mezzo, a scapito dell’urgenza che ha imposto l’uso energico delle forze dell’ordine, l’impianto non è ancora in piena attività . E la colpa è solo di chi l’ha
costruito. Nonostante la grancassa della propaganda.
Con l’Ordinanza n. 3369 di Protezione Civile (su proposta di Bertolaso, Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri) del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 agosto 2004 “Ulteriori disposizioni per fronteggiare l’emergenza nel settore dei rifiuti della regione Campania, considerata la particolare urgenza di assumere iniziative volte alla realizzazione dell’impianto per la termovalorizzazione del combustibile derivato dai rifiuti nel comune di Acerra, per il completamento del sistema dello smaltimento dei rifiuti urbani nel territorio della regione Campania, indispensabile al superamento della situazione emergenziale in atto.
Dopo cinque anni e mezzo a scapito della dichiarata urgenza che ha imposto l’uso energico delle forze dell’ordine, l’impianto non è ancora nella piena attività . Nemmeno Pulcinella, “originario†di Acerra, avrebbe saputo trovare una motivazione più convincente per forzare la realizzazione dell’inceneritore. Le “sorprese†circa la bontà del progetto, sorsero quando la Commissione VIA del ministero dell’Ambiente, all’inizio del 2005, studiò gli elaborati. In base ai lavori della Commissione con decreto del 22.2.2005 il ministro dell’Ambiente emise 27 prescrizioni di adeguamento progettuale e tecnologico dell’impianto nonché di risanamento e monitoraggio delle molteplici matrici ambientali del territorio di Acerra per poter proseguire la costruzione dell’impianto, stabilendo, infine, che in tale impianto potesse essere bruciato solo il Combustibile derivato dai Rifiuti ovvero quello a norma del D.M. 5.2.1998.
Iniziati i lavori nella primavera, il 9 maggio 2005, lo scrivente, invitato dalla Commissione Ambiente del Comune di Acerra, effettuò un sopralluogo tecnico nell’area dove erano in corso gli scavi per realizzare il deposito interrato nel quale gli autotreni dovevano accedere dal piano campagna per scaricare le balle. La Commissione comunale voleva verificare cosa stesse accadendo dal momento che i lavori erano bloccati in quanto, contrariamente alle previsioni progettuali, gli scavi si allagavano nonostante venissero prelevate molte decine di litri al secondo di acqua di falda. Non per niente la località si chiama Pantano! Che era accaduto? Semplicemente che il progetto era sbagliato. Il grande contenitore di balle non fu realizzato interrato e fu sollevato di vari metri. Conseguentemente per consentire agli autotreni di scaricare le balle a diversi metri di altezza dal piano campagna fu realizzata una collinetta di terra, non prevista.
Grande fu lo stupore dello scrivente nel constatare l’incredibile approssimazione con la quale era stato progettato l’impianto di importanza strategica; fu chiaro che l’inceneritore si inquadrava in un contesto di “facile e impunibile spesa di denaro pubblico†di scarsa qualità progettuale, come del resto evidenziato dalla Commissione Via, e che l’eventuale corretto funzionamento dell’impianto in un ambiente già inquinato, sembrava più un optional. La conferma che già l’ambiente nel quale si trova l’inceneritore era inquinato oltre i livelli massimi consentiti dalle vigenti leggi viene fornita dai Decreti firmati dal Presidente del Consiglio Prodi, il n. 4 del 23 giugno 2006 e quello del 12 gennaio 2007.
Dopo circa un mese dall’avere dichiarato con dl inquinato il territorio di Acerra, tra gennaio e febbraio 2008, a camere sciolte, lo “scadente†presidente del Consiglio Prodi, con grande disinvoltura, ha fatto due preziosissime e straordinarie concessioni ai gestori dell’inceneritore: prima ha riconcesso i benefici del CIP6 (contributo-regalo pubblico per i termovalorizzatori, alimentato dagli utenti con il pagamento delle bollette Enel) che era stato eliminato con l’ultima finanziaria dell’autunno 2007, poi con l’Ordinanza n. 3657 del 29-02-2008 trincerandosi dietro la seguente frase “(...) per consentire la messa in esercizio in tempi rapidi dell’impianto di termodistruzione sito nel comune di Acerra, è autorizzato il trattamento e lo smaltimento di rifiuti contraddistinti dai codici CER 191212, 190501 e 190503 presso detto impianto, assicurando comunque il rispetto dei livelli delle emissioni inquinanti già fissati nel provvedimento di autorizzazione†ha irresponsabilmente arrecato un ulteriore danno all’ambiente e alla salute dei cittadini campani per sdoganare, di fatto, i vari milioni di balle di rifiuti tal quale disseminate nella più fertile pianura del Mediterraneo dai fedeli Commissari Governativi per l’emergenza rifiuti in Campania.
Mentre fino al 29 febbraio 2008 i rifiuti imballati prodotti “fuori legge†da impianti inadeguati, costruiti con soldi pubblici dalle aziende del gruppo FIBE, non valevano un euro in quanto per le loro scadenti proprietà non si sarebbero potuti bruciare nell’inceneritore di Acerra, con la citata ordinanza si sono trasformati, sulla carta, in un giacimento di combustibile. Naturalmente prima dell’accensione dell’inceneritore non è stato realizzato il disinquinamento ambientale; anzi, una serie di azioni scellerate lo hanno incrementato, come ad esempio la dispersione di percolato sul suolo e nel sottosuolo nelle piattaforme antistanti l’impianto, come è stato più volte documentato dallo scrivente.
Alcuni mesi fa (il 26 marzo 2009) il presidente Berlusconi avviando l’impianto disse che era così all’avanguardia da essere il modello degli altri impianti del futuro. Pulcinella sarà rimasto strabiliato dalla disinvoltura con la quale il Presidente del Consiglio ha sparato la notizia che è un vero e proprio “segreto di Pulcinellaâ€. Da notizie di stampa si è evinto quanto segue: Dal giorno della prima accensione l’inceneritore si è fermato più volte per problemi agli ingranaggi, rotture alle pompe del riciclo dell’acqua, difetti dei compressori ecc.; l’impianto resta chiuso anche più di un giorno quando supera il livello di ossido di carbonio per cui a furia di spegnerlo e riaccenderlo, l’inceneritore ne risente; l’impianto è complesso e ha ingranaggi delicati; dieci anni di blocchi, battaglie legali, lotte ambientali hanno danneggiato un impianto rimasto alla sbarra per troppo tempo.
Come al solito, anche con mezze verità , si è tentato di incolpare i cittadini di errori e azioni su cui la magistratura sta ancora indagando, ritardi e malfunzionamenti dovuti solo ai “conduttori istituzionali†che si sono succeduti dal 2005. Diffondere notizie non vere (appena quattro anni fa non erano nemmeno state realizzate le fondazioni dell’impianto) su un impianto militarizzato serve a coprire lo scandalo e a “procurare allarme†nei cittadini ingenui o ignari dei fatti. Se poi nell’inceneritore si bruciano rifiuti tal quale (contrariamente al parere della Commissione Via) raccolti nelle aree del napoletano, che notoriamente sono una miscela spontanea (o creata apposta) di rifiuti urbani, speciali e pericolosi e quindi l’impianto non funziona bene, è colpa di chi ha consentito che si bruciassero rifiuti non idonei. Se l’impianto militarizzato non funziona è colpa di chi l’ha costruito.
Alcuni giorni fa il presidente della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sugli illeciti connessi al Ciclo Integrato dei Rifiuti, il senatore del Pdl Gaetano Pecorella, dopo una visita in Campania ha dichiarato: «Quello che abbiamo visto e ascoltato in questi due giorni dimostra che l’emergenza rifiuti in Campania non è finita» nonostante i due anni di potere assoluto conferito da DL 90/08 che ha militarizzato gli impianti. La situazione è paradossalmente grave ed originale. Certo che anche vari responsabili di diverse istituzioni che hanno incassato disinvoltamente l’operazione inceneritore devono avere una stretta parentela con la maschera acerrana di Pulcinella. La vicenda Acerra è tappezzata da tali e tante pericolose “false verità †spacciate per vere ai cittadini italiani che sembra esserci una sapiente regia di un veterano abilissimo nello smerciare “paccotti†facendoli passare per merce miracolosa: forse c’è qualcuno più in gamba (e più pericoloso per l’ambiente e la salute dei cittadini) di Pulcinella?
Franco Ortolani (Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II)