Autore Topic: Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"  (Letto 1859 volte)  Share 

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Offline Boston George

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NAPOLI (20 settembre) - Uccisa alla maniera dei boss di mafia, al volante della sua auto. Vittima Teresa Buonocore, 51 anni incensurata. E c'è già  una pista, solida, sulla quale gli inquirenti hanno concentrato le loro attenzioni: Teresa Buonocore denunciò e fu testimone decisiva nel procedimento contro un uomo che aveva abusato di sua figlia. Una vicenda che risale al 2008: la bambina della Buonocore aveva 8 anni, quando subì violenza da un vicino di casa della donna. La dinamica del delitto è ancora in fare di ricostruzione, sulla scorta degli elementi raccolti dagli esperti di ricerca tracce della polizia scientifica. Teresa Buonocore sarebbe stata avvicinata dal suo assassino mentre era al volante della sua auto, una Athos Hyundai.

La donna abitava a Portici con il marito e le figlie. Contrariamente a quanto appreso in un primo momento Teresa Buonocore non è sorella di alcun collaboratore di giustizia. Prima di fare la guida turistica, la donna aveva lavorato per lungo periodo nello studio di un penalista napoletano.

L'agguato, che nelle modalità  richiama quelli di pretto stampo camorristico, è stato eseguito in via Ponte dei Francesi, sotto il ponte delle arterie di accesso alle autostrade e sulla rampa e alla zona portuale, motivo per il quale i sopralluoghi sono condotti dalla polizia di frontiera, competente per area interessata, coordinata dal primo dirigente Silvestro Cambria.

Secondo quanto è stato possibile apprendere Teresa Buonocore è stata raggiunta da numerosi colpi di pistola esplosi da un killer mentre era in movimento: l'auto infatti, ha proseguito la sua corsa in maniera incontrollata, per fermasi contro un muretto di delimitazione della strada.

I primi a raggiungere la scena del delitto sono stati gli operatori del 118. La conferma della morte e l'orario approssimativo sono stati stabiliti dal medico dell'ambulanza: al centralino del pronto intervento sanitario sono giunte alcune telefonate, forse di probabili testimoni dell'accaduto. Ovviamente gli interlocutori hanno mantenuto l'anonimato.

Con ogni probabilità  i killer, almeno in due e di sicuro a bordo di una moto, hanno affiancato la Hyundai Athos grigia, intestata a una donna di 72 anni, prima che la Buonocore raggiungesse il traffico cittadino dove la fuga per il commando sarebbe stata certamente più difficoltosa. Non è escluso che i killer stessero seguendo la donna da diverso tempo: la scelta del posto non sembrerebbe casuale. Sul posto gli esperti in ricerca tracce della polizia scientifica hanno rilevato bossoli e segni di pneumatici di motocicletta.

Gli inquirenti ora stanno battendo la pista della vendetta contro la donna e stanno quindi valutando eventuali collegamenti fra questa vicenda e l'omicidio, anche se resta valida anche l'ipotesi del delitto di camorra, tanto è vero che l'inchiesta è coordinata dal pm antimafia Simona Di Monte. L'uomo che abusò della bambina si chiama Enrico Perillo, ed è un geometra. Per lui fu relativamente semplice “adescare” non solo la figlia di Teresa, ma anche un'altra coetanea: entrambe, all'epoca, erano infatti le amichette del cuore di sua figlia. Perillo, in primavera, è stato condannato in primo grado a oltre quindici anni di reclusione, pena che sta scontando nel carcere di Modena: per giungere alla condanna fondamentali furono la denuncia e la testimonianza di Teresa Buonocore, che non si lasciò per nulla intimidire, nonostante la vicinanza abitativa con l'aggressore della figlia.

A Perillo In un primo momento, furono concessi gli arresti domiciliari, ma l'uomo evase e quindi la misura fu inasprita col carcere. A suo carico c'è anche una condanna per omicidio, che risale a molti anni fa: quando uccise un uomo per gelosia. Fra i precedenti, anche un arresto compiuto per detenzione di un'arma da fuoco: gli agenti del commissariato di Portici gli trovarono in casa un arsenale. Per quest'ultimo reato l'uomo patteggiò una condanna a tre anni di carcere.


http://www.ilmattino.it/fotogallery.php?id_fg=5015&id_news=119516&nf=1
« Ultima modifica: 21 Settembre, 2010, 10:45:18 am da Diffidati Liberi »

Offline PanZ

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore
« Risposta #1 il: 20 Settembre, 2010, 20:04:51 pm »
Ma che animali bestie senzaddio bisogna essere per ammazzare una donna, madre di figli?

Che lo Stato adesso abbia cura dei figli di questa poveretta.
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BASTA CIUCCIUETTOLE

Offline Boston George

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore
« Risposta #2 il: 20 Settembre, 2010, 20:07:22 pm »
come ha avuto cura di lei...

Riposa in Pace...Teresa.

Offline joint

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore
« Risposta #3 il: 20 Settembre, 2010, 20:43:46 pm »
Che storia scioccante...rip

Offline noel

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore
« Risposta #4 il: 20 Settembre, 2010, 23:31:27 pm »
Agghiacciante.
Rip

Offline Boston George

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #5 il: 21 Settembre, 2010, 10:45:31 am »
PORTICI (21 settembre) - La notizia dell'agguato nel quale è rimasta uccisa Teresa Buonocore l'hanno portata i poliziotti del commissariato prima di mezzogiorno. In casa, nel condominio di via San Cristofaro nel parco Scarano, c'era solo l'anziana madre della donna, invalida, Maria Castaldo, di 72 anni. Era intestata a lei la Toyota sulla quale è stata massacrata Teresa. Le due figlie erano a scuola e sono state immediatamente prelevate da alcuni familiari accompagnati dai poliziotti.

Sconcerto e incredulità  a Portici. Anche il sindaco, Vincenzo Cuomo, conosceva bene la donna: «Era venuta da me tempo fa e mi aveva raccontato la sua storia - ricorda Cuomo - e soprattutto mi aveva mostrato tutte le sue preoccupazioni dopo aver appreso che l'uomo che le aveva violentato la figlia era uscito di galera e era ai domiciliari: in seguito sarebbe stato di nuovo portato in cella. Mi chiese aiuto, mi disse ”lei che è un sindaco, mi spieghi come è possibile tutto questo”. Provai a darle coraggio a spiegarle che aveva fatto il suo dovere di cittadino onesto. Poi attivai con i nostri servizi sociali che da allora seguivano costantemente la famiglia. E stamane, appena appresa la notizia, ho inviato subito gli assistenti sociali a casa».

Quella di Teresa Buonocore non è stata una vita facile. Dopo un matrimonio fallito (e due figli maschi) si era risposata con un uomo originario della Repubblica Dominicana, dal quale aveva avuto due bambine. Aveva vissuto anche per diversi anni ai Caraibi, prima di chiedere il divorzio dal secondo compagno e rientrare in Italia per stabilirsi in casa della madre, rimasta vedova e malata. Col marito, rimasto a vivere a Santo Domingo, aveva conservato rapporti per lo più telefonici, anche se teneva a dire che era sempre il papà  delle sue bambine ed in quanto tale «andava rispettato». Tanto è vero che in più di una occasione non aveva esitato ad inviare all'ex coniuge, in difficoltà  economiche, piccole somme di denaro. Di recente sognava anche di poter riportare quanto prima le bambine a far visita al papà , anche se il nuovo lavoro le lasciava poco tempo a disposizione.

Aveva svolto diversi lavori, in passato era stata anche la segretaria di un noto penalista napoletano, poi scomparso. Grazie alla sua conoscenza delle lingue, lo spagnolo in particolare, era riuscita a trovare lavoro presso un'agenzia di viaggi napoletana, collaborando con diversi tour operator nell'accompagnamento di comitive di turisti in visita tra il Vesuvio e le località  della Costiera.
La vicenda processuale che l'aveva coinvolta l'aveva duramente provata. Superate le preoccupazioni iniziali, all'indomani della denuncia delle violenze subite dalla bimba, aveva affrontato le aule del tribunale con grande determinazione, cercando, nel contempo, di «blindare» le figlie dal clamore che la vicenda, inevitabilmente, aveva suscitato in città . Ai suoi amici più fidati aveva raccontato che per aiutare la sua bambina a superare i traumi delle violenze subite era stata costretta a rivolgersi ad uno psicologo che aveva messo a punto una terapia per la piccola.

Dopo la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Napoli a carico dello stupratore non aveva nascosto al sua soddisfazione per una battaglia vinta, pur non nascondendo le preoccupazioni legate all'indole di quell'uomo che aveva abusato della figlia. «Adesso ci prepariamo all'appello - aveva confidato ad un amico - la battaglia non è finita».
Aveva due grandi passioni Teresa, i viaggi al mare e la musica. Ai primi aveva dovuto rinunciare per ovvie ragioni, la seconda continuava a rappresentare il suo rifugio nei momenti di sconforto. Un piccolo lettore digitale era diventato suo abituale compagno che la accompagnava con le note delle canzoni di Michael Jackson e Vasco Rossi, i suoi cantanti preferiti.
Tra le sue passioni anche il social network Facebook, attraverso il quale coltivava i contatti con pochi amici fidati. E proprio alla rete, nel condividere la battaglia di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, aveva affidato un terribile presagio riportando la frase della donna condannata alla lapidazione: «Dite a tutto il mondo che ho paura di morire».

Offline PanZ

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #6 il: 21 Settembre, 2010, 12:54:32 pm »
Portici - "Chi è Teresa? àˆ una mamma coraggio. Una mamma che ha dedicato la sua vita ai figli. E quando parlo di coraggio non penso solo a quello dimostrato nei momenti difficili, ma al coraggio quotidiano, quello di cercare un lavoro, di far studiare le sue bimbe, di dedicare la vita alla famiglia. Non so chi è stato, perché l'hanno ammazzata così. àˆ qualcosa di troppo grande per me. Ma spero che la polizia prenda subito i responsabili, per Teresa e per il suo coraggio".

A parlare è Giovanna Castaldo, 73 anni. àˆ la mamma di Teresa Buonocore. Giovanna è seduta in cucina, in un appartamento a Portici. "Mia figlia aveva sempre una smania: cercava lavoro. Noi viviamo grazie alla mia pensione, ma lei si dava un gran da fare per contribuire, perché sognava per loro un grande futuro. Erano il suo orgoglio". Le due bimbe, una di 13 anni e una di 10 non sono in casa. "Non abbiamo detto niente di quello che è successo - spiega Giovanna - ora bisogna proteggere loro. Teresa avrebbe voluto così". Ma le notizie corrono veloci. La nipote più piccola alle 16,30 chiama la nonna: "Nonna che è successo a mamma? Dimmi la verità . Mi ha telefonato una compagna di classe, mi ha detto che l'hanno ammazzata, sparata. Non mi dire bugie". La nonna la tranquillizza, parla di un incidente grave. Le chiede di aspettare.

Giovanna non vuole parlare di quella denuncia contro un pedofilo condannato a 15 anni e della porta di casa data alle fiamme: "Ci penserà  la polizia - ripete - io devo pensare alle bambine". "Ho salutato mia figlia stamattina - riprende -. àˆ uscita di casa, dicendomi allegra: "Ciao mamma, ci vediamo a pranzo". Da una settimana aveva trovato un nuovo lavoro. Per 13 anni ha lavorato al porto, in una agenzia di servizi per il turismo, poi l'agenzia ha chiuso e Teresa è rimasta a casa. Ora, dopo un corso di tre settimane, aveva appena cominciato a lavorare in un Caf. Era così felice. Non aveva ancora preso lo stipendio e già  pensava ai libri da comprare e ai vestiti da regalare alle piccine. Non aveva pensieri, paure o timori". Teresa, che aveva 51 anni, ma ne dimostrava 40, è ovunque in casa. Nelle foto abbracciata alle bimbe. Nella loro cameretta. Dormivano tutte insieme. Le due bimbe sul letto a castello e lei nel lettino. Intorno decine di Barbie e il computer di Teresa. Sul suo profilo di Facebook il penultimo link pubblicato ha un titolo che sembra un presagio, "Dite a tutto il mondo che ho paura di morire", con l'appello per Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna iraniana a rischio di lapidazione.

àˆ una famiglia di donne quella di Teresa. E lei era il centro. Riferimento per la mamma, anziana. Guida per le figlie. "Giovanna, quando Teresa era una bimba, è andata in Germania come emigrante - racconta un'amica di famiglia -. Loro due, insieme, hanno fatto anni di sacrifici per mettere da parte i soldi e comparsi una casa. E i sacrifici continuavano ogni giorno". Quattro donne legate l'una all'altra: Teresa, Giovanna e le due bimbe, nate dal secondo matrimonio di Teresa, con un uomo che vive all'estero. La sua giornata cominciava alle sette. Preparava le figlie per andare a scuola. Andava a lavorare. Tornava per pranzo e aiutava le piccole a studiare. La sera al cinema con le amiche o in casa con le bimbe. "Teresa si preoccupava sempre di chi aveva meno di noi. Trovava sempre qualcuno da aiutare. E se vedeva un'ingiustizia non si tirava indietro. Combatteva. Ecco, se dovessi cercare un motivo per cui mia figlia è stata ammazzata è la sua generosità . Il suo amore per la vita", spiega Giovanna.

In casa, però, non ci sono solo donne. Ci sono anche Antonio Esposito, ex marito di Teresa e Enzo. Teresa dal primo matrimonio aveva avuto due maschi, Ciro il più piccolo, 32 anni, ed Enzo, 34 anni. "Ho visto Teresa sabato. Andavo di fretta e non l'ho salutata per bene - racconta Antonio, facendosene una colpa -. Abbiamo divorziato 28 anni fa, ma siamo rimasti sempre una famiglia, perché quando vuoi bene a una persona non puoi non continuare ad amarla e ad aiutarla, soprattutto se è una donna come Teresa". Enzo, il figlio: "Io non vivevo con mia madre, ma lei mi ha insegnato l'amore per la vita e la passione per il lavoro. Ora aspetto solo che la polizia arresti i responsabili di una madre splendida e di una donna eccezionale".
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Offline Gius

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #7 il: 21 Settembre, 2010, 13:15:47 pm »
che storia tremenda....che a leggerla ti fa venire voglia di reintrodurre  la pena di morte con annessa tortura per i responsabili
"La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci sempre dopo una caduta"  (Confucio)

Offline Gabbie

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #8 il: 21 Settembre, 2010, 13:30:41 pm »
Una vicenda che risale al 2008: la bambina della Buonocore aveva 8 anni, quando subì violenza da un vicino di casa della donna. L'uomo che abusò della bambina si chiama Enrico Perillo, ed è un geometra. Per lui fu relativamente semplice “adescare” non solo la figlia di Teresa, ma anche un'altra coetanea: entrambe, all'epoca, erano infatti le amichette del cuore di sua figlia.

E 'o Patatern ca nun s'e chiamm 'e subb't.
Un fatto che mi ha costretto a chiamare Gabriella alle undici dell'altro ieri.
Chi è la persona per cui le hai chiesto di praticare un maleficio e perché.

AyeyeBrazov

Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #9 il: 21 Settembre, 2010, 15:38:12 pm »
Una vicenda che risale al 2008: la bambina della Buonocore aveva 8 anni, quando subì violenza da un vicino di casa della donna. L'uomo che abusò della bambina si chiama Enrico Perillo, ed è un geometra. Per lui fu relativamente semplice “adescare” non solo la figlia di Teresa, ma anche un'altra coetanea: entrambe, all'epoca, erano infatti le amichette del cuore di sua figlia.

E 'o Patatern ca nun s'e chiamm 'e subb't.
io spero sempre che ci sia qualche familiare che perda la testa e si faccia giustizia da solo, magari con un bel bastone col filo spinato da ficcargli su per il culo.

Offline kurz

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #10 il: 21 Settembre, 2010, 18:44:21 pm »
Che cosa terribile, che città  e merda e soprattutto che stato di merda, un minimo di protezione credo che questa poverina la doveva avere
gesucrì

Offline PanZ

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #11 il: 22 Settembre, 2010, 10:40:59 am »
Napoli, 22 set. - (Adnkronos) - Gli agenti della squadra mobile della questura di Napoli hanno arrestato gli esecutori materiali dell'omicidio di Teresa Buonocore, avvenuto a Napoli in via Sponsilli lo scorso 20 settembre. Si tratta di Alberto Amendola di 26 anni e Giuseppe Avolio di 21 anni ritenuti responsabili di omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco relativo munizionamento oltre che utilizzo delle stesse in luogo pubblico.

Nel corso delle indagini, coordinate dalla procura della Repubblica del tribunale di Napoli, a Portici in un'area di rimessaggio di auto in via Madonnelle di proprieta' dei Perillo, la Polizia ha rinvenuto un vero e proprio arsenale. In questo locale sono stati ritrovate e poi sequestrate 5 pistole di vario calibro, 2 pistole mitragliatrici, 2.632 cartucce di vario calibro, di cui numerose a palla blindata, perforanti e a pallettoni, 2 giubbotti antiproiettile, 18 caricatori, 6 valigette per armi, 3 fondine e materiale relativo alla custodia delle armi.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di un incontro con la stampa alle ore 10.30 presso la Sala Ammaturo della questura di Napoli.



Io la prima cosa ho voluto andare a cercare su facebook per vedere che cazzo di faccia possono avere due bestie come queste che ammazzano una madre di figli.
Andate a vedere pure voi...  :maronn:
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BASTA CIUCCIUETTOLE

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #12 il: 22 Settembre, 2010, 10:54:51 am »
se sono loro, che soffrano le pene dell'inferno per il resto dei loro giorni
Sappiamo tutti chi e' il porco!
please, no more Vittorio Raio!

Offline themast

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Re:Uccisa come un Boss - Teresa Buonocore - "Dite al mondo che ho paura di morire"
« Risposta #13 il: 23 Settembre, 2010, 19:23:57 pm »
spero solo che questi soffrano maledettamente prima di morire