La mia passione per il Napoli inizia con Beppe Savoldi e Totonno Juliano, continua con Rudy Krol e Nino Musella, poi arriva a
Daniel Bertoni, poi a Maradona e Careca e finisce ai giorni nostri. Ho 41 anni ed ho vissuto, prima da vicino ed ora un pò più
da lontano, la storia del tifo napoletano ed in genere italiano degli anni 1970-2010, dunque un pò di esperienza ce l'ho, ho fatto trasferte italiane, estere e tutto sommato ho portato anche bene, perchè nei miei anni abbiamo vinto parecchio: 2 scudetti, 1 coppa italia, 1 coppa uefa e la supercoppa contro la juve.
Mi ritengo molto fortunato in quanto ai miei tempi potevo camminare con la testa alta dovunque andassi e tutti dovevano starsi zitti ed al posto loro. Oggi, ad un mio figlio vieterei in maniera categorica di andare allo stadio perchè non è più una potenziale fonte di divertimento ma bisogna ringraziare Dio se si torna a casa con i piedi propri.
Quello che avviene sulle tribune non c'azzecca niente con quello che avviene sul rettangolo di gioco; addirittura, c'è gente che la partita neanche la guarda, gente alimentata dalla rivalità che nasce come rivalità calcistica ma poi in effetti è ben altro. Io capisco bene la passione che uno può avere per il tifo organizzato in un certo modo piuttosto che in un altro e la giustifico ma mai - e sottolineo MAI - deve poi sfociare nella violenza.
Spiegatemi voi che giustificazione può avere la violenza gratuita ai danni di quei pochi tifosi (e non) inglesi che magari avevano il pretesto della partita per farsi qualche giorno di vacanza a Napoli. Ora, per colpa di quattro persone che chiaramente hanno dei problemi, si deve sporcare l'immagine di noi napoletani.
Scusate, ma io non mi identifico con quelli, io prendo le difese dei tifosi inglesi, ai quali porgo le mie scuse più sincere.