C’era una volta il tutto esaurito, il San Paolo pieno anche per le amichevoli, Fuorigrotta paralizzata per ore quando il Napoli giocava in casa. àˆ probabilmente presto per far scattare l’allarme, considerando le tante attenuanti. Su tutte, il fatto che siamo ancora in piena estate, ma i 33.000 spettatori per Napoli-Elfsborg hanno comunque fatto accendere una lampadina. Erano solo 2.000 in più rispetto all’amichevole con il Wolfsburg del 3 agosto scorso. Non è preistoria quando semplicemente per vedere una sgambatura in allenamento allo stadio si precipitarono in oltre ventimila allo stadio. Era luglio di due anni fa, gli azzurri erano tornati dal ritiro in Austria e decisero di allenarsi al San Paolo. Qualche corsetta ed un po’ di esercizi, tutto qua, ma il tam-tam dei napoletani fece sì che si riempissero gli spalti solo per dire bentornati. Poi ci sono i numeri che contano. Sempre nel 2008, il 26 luglio, furono in 54.137 ad affollare gli spalti di Fuorigrotta ma di fronte il Napoli non aveva la Juventus, bensì i modesti greci del Panionios, già battuti peraltro all’andata, per l’incontro di Intertoto. Quasi ventimila in più rispetto a quelli dell’altra sera per i playoff di Europa League. Contro gli svedesi ci si gioca l’accesso alla fase a gironi, stessa situazione della partita col Benfica del settembre di due anni fa. Ma per spingere gli azzurri quel giorno di settembre c’erano 51.597 spettatori al San Paolo. I conti non tornano. E non da oggi. Per una gara di Coppa Italia contro la Salernitana, l’anno scorso, c’erano poco meno di 10.000 spettatori in meno rispetto a giovedì, l’anno scorso. E si giocava addirittura a Ferragosto. Sempre nella passata stagione il 6 agosto si radunarono in 40.000 per la prima uscita stagionale, l’amichevole con l’Espanyol. Da qui l’amarezza di De Laurentiis, che si sarebbe aspettato una risposta ancor più convinta dalla tifoseria per l’esordio europeo contro l’Elfsborg. Ufficialmente nessuna lamentela, grandissimo il rispetto per quella che resta una folla invidiata da tutti gli altri club. Basti pensare che per l’attesissima gara del Palermo col Maribor, c’era comunque meno pubblico sugli spalti: poco più di 28.000 spettatori. Solo che a Napoli sono tutti abituati diversamente ed ecco che anche una lieve flessione fa notizia. Non è però il primo allarme lanciato in questa direzione. Era marzo quando di sabato sera il Napoli ospitò la Fiorentina in una partita decisiva per il salto in alto in classifica. Quella sera gli azzurri persero 3-1 ma colpì la presenza di “solo†30.000 spettatori sugli spalti. Il patròn ne fu rabbuiato: «Non capisco invece come possano chiamarsi tifosi quelli che vengono allo stadio soltanto quando ci sono le grandi squadre. Questo significa non essere tifosi, voglio ringraziare quei 30.000 che sono venuti». Tornando all’oggi per capire se davvero c’è da registrare un calo di presenze bisognerà aspettare il campionato. I prezzi alti, la tessera del tifoso e la concorrenza delle pay-tv sono realtà concrete con cui confrontarsi ma la passione dei napoletani ha abituato a miracoli impensabili altrove.