Autore Topic: Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»  (Letto 1458 volte)  Share 

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Offline wendell

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Il giudice: «Il Sud non avrà  mai un Chievo», i boss uccidono il calcio e non vogliono andare oltre la C2

ROMA — Raffaele Cantone, giudice di Cassazione, uno dei pm che ha fatto la storia (giudiziaria) della lotta ai Casalesi. Che ci fa un intero capitolo sul calcio nel libro di un magistrato antimafia?
«C'entra eccome. Il calcio è un pezzo della società . E un tentativo di leggere i rapporti tra questa società  e la mafia non può prescindere dal pallone».

Che fa, butta in inchiesta anche ventidue in pantaloncini che corrono dietro a una palla?
«Quello che per molti è divertimento, per altri è un arricchimento personale e sociale. Le mafie si sono accorte delle potenzialità  del calcio. E le sfruttano».

Be’, detta così a lottare per lo scudetto dovrebbero essere le squadre dei casalesi, dei boss mafiosi, dei calabresi della ’ndrangheta. E invece...
«E invece no. Ché l’interesse delle mafie è transitorio. Il problema è proprio questo».

Quale?
«Il Sud non avrà  mai un Chievo. Non avrà  mai un miracolo sportivo come accade al Nord. Le mafie, qui, fanno male anche al calcio. E i boss oltre la serie C2 non vogliono andare».

Raffaele Cantone, in 55 minuti e 48 secondi di conversazione, si dice almeno quattro volte «felice» di stare dov’è, al Massimario della Cassazione. Quando parla, però, il tono è quello di un ufficiale spostato dal fronte al quartier generale che non vede l’ora di rimettersi l’elmetto. I clan di Gomorra, quelli che ha sempre combattuto, continua a studiarli anche dal Palazzaccio di piazza Cavour a Roma. E ora ha preso a studiare anche «medici, architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, banchieri, funzionari locali e uomini delle istituzioni». Sono «I Gattopardi», titolo del libro che ha scritto con Gianluca Di Feo (Mondadori) e che ha presentato ieri.

Raffaele Cantone, ci spiega perché è così sicuro che il Sud non avrà  mai un Chievo?
«Semplice. Quella è una squadra del quartiere di una città , Verona, che ha meno abitanti di molti paesi della Campania. Eppure è arrivata in serie A».

E questo con le mafie che c’entra?
«Qui molte squadre piccole, com’era piccolo il Chievo una volta, sono in mano ai boss».

Che se ne fanno?
«Hanno un interesse al controllo sociale. E quale miglior strumento per creare consenso che non sia il calcio?».

Ma se le squadre non fanno molta strada alla fine...
«Alla fine gli servono comunque, perché il calcio è un modo per entrare in contatto con istituzioni, società  civile. Allo stadio ci vanno sindaco, assessore, consigliere regionale. Sanità  e imprese rappresentano lo strumento di vantaggio economico, il calcio serve ad avvicinare settori altrimenti distanti».

Insisto, se fosse così sa quanti «miracoli» sportivi?
«Lo sport per i boss è un autobus da cui scendere a un certo punto. Le mafie non ci vogliono rimettere soldi e soprattutto non vogliono uscire all’esterno per evitare troppi controlli».

Esiste un limite?
«Sì, non vogliono andare oltre la C2. Non programmano. E impediscono agli imprenditori veri di pianificare. Tutto questo ha un effetto disastroso sulla crescita delle squadre».

Insomma, i boss incassano «adesioni» con il calcio?
«Certo. E la storia di Hamsik è emblematica».

Hamsik? E che avrà  fatto mai?
«Niente. Ma mentre il Napoli cerca addirittura di allontanarsi dalla città , lui, un bravo ragazzo, uno casa e chiesa, viene fotografato con un criminale».

Che doveva fare, chiedergli il certificato penale?
«No, per lui non vale niente, è una foto tra le tante. Vale invece per quel camorrista: è la prova che riesce ad arrivare ad Hamsik, a chiunque. àˆ un segno di potere».

Foto in giro con criminali ce n’erano anche di Maradona, dov’è la novità ?
«Qui è peggio. Maradona conosceva esponenti della camorra. Hamsik invece è anni luce distante da quel mondo, e questo significa che oggi c’è chi lavora per mettere in contatto due realtà  così distanti. Io per far fare a mio figlio una foto con Hamsik ho dovuto chiedere non so quante autorizzazioni. E quello, il camorrista, come c’è arrivato?»

Lo sa?
«Grazie a uno dei gattopardi, gente in giacca e cravatta che media offrendo ai clan la possibilità  di mettersi in mostra».

àˆ questo che la spaventa? I nuovi mediatori?
Â«àˆ questa la nuova mafia. I gattopardi sono quelli che la criminalità  organizzata non la subiscono, ma la utilizzano come sistema che risolve questioni. Prima c’era la camorra predatoria, oggi c’è il mafia service. E questi due mondi, quello criminale e quello della società  presunta civile, non dialogano direttamente. Si servono di mediatori».

Il federalismo favorirà  questi mediatori?
«Il federalismo avvicina il centro della spesa agli interessi del clan, ma questo non deve diventare un alibi per non attuarlo. àˆ un problema di controllo e classe dirigente. E la selezione dei politici non si può far dipendere dai magistrati».

Dicono che è proprio ciò che fate.
«La politica usa come paravento le iniziative giudiziarie per non fare pulizia al proprio interno. Il concetto è che la presunzione di innocenza ha grande valore nel mondo penale, ma vale zero in quello politico. Se uno viene assolto, se anche le sue frequentazioni dubbie non si riescono a provare in aula, questo non significa che sia una figura spendibile. La politica dovrebbe arrivare prima delle inchieste».

Ecco, a proposito di inchieste. Quanto ha inciso Roberto Maroni nella cattura dei latitanti?
«Moltissimo. Non ricordo un ministro venuto tante volte a Caserta a metterci la faccia. Sembrano gesti simbolici, invece sono più importanti di qualsiasi piano sicurezza».

Saviano ha detto che Maroni ha utilizzato con lui la stessa espressione di Francesco Schiavone, il capo dei Casalesi.
«Roberto è stato infelice nel paragone, ma il ministro ha sbagliato a ritenere quell’accusa politica un’offesa personale».

Sempre in quei giorni, il capo della squadra mobile di Napoli ha fatto portare via Antonio Iovine da poliziotti a volto scoperto. Dice che se bisogna chiedere coraggio ai cittadini non bisogna mostrarsi incappucciati ai boss. Giusto?
«Quella di Pisani è stata una scelta intelligente nel caso concreto. Il nuovo piano contro le mafie, però, prevede gli agenti infiltrati, quindi i loro volti dovranno restare nascosti. Ciò detto, Pisani ha accettato anche le critiche che gli sono state mosse con grande senso istituzionale».

Almeno lui...
«Be’, anch’io posso dire di averle sempre accettate».

Sì? Provi a criticare un pm...
«Il problema c’è, è vero. E la stampa dev’essere un organo di garanzia nei confronti delle indagini: non ci vedo nulla di male se muovono delle critiche in maniera onesta. C’è bisogno di giornalisti che pongano questioni sulle inchieste, e oggi invece spesso noto una stampa ridotta a un velinismo acritico, a passare carte degli uffici giudiziari e di polizia e basta».

Scusi, ma come funziona ’sta storia. Guai a criticare i pm, e poi è la stampa che passa veline? Ha del paradossale.
Â«àˆ una tendenza oggettiva, e riguarda la possibilità  di procurarsi gli atti giudiziari. Esiste un meccanismo di sudditanza psicologica, per cui se un magistrato mi passa una carta, non ne criticherò l’inchiesta. E lo stesso vale per avvocati e forze dell’ordine, che non censurerò mai. Sono debiti di favore. C’è una grande ipocrisia, e penso sia giunta finalmente l’ora di dare ufficialmente gli atti d’inchiesta pubblici ai giornalisti».

E come?
«Riconosciamogli il diritto alle copie, come agli avvocati».

C’è un ultimo giallo da svelare: è vero che Fazio e Saviano l’avevano invitata a «Vieni via con me»?
«Sì».

Perché non c’è andato?
«Gliel’ho sconsigliato io stesso. Di più non posso dire».

Cosa avrebbe voluto fare?
«Sarei stato felice di leggere anch’io un elenco».

Il titolo?
«Tutti i pm che hanno combattuto i Casalesi».

Ce l’ha a memoria?
«Carlo Visconti, Federico Cafiero de Raho, Franco Roberti, Francesco Curcio, Francesco Greco, Antonello Ardituro, Alessandro Milita, Marco Del Gaudio, Annamaria Lucchetta, Giovanni Conzo, Raffaello Falcone, Catello Maresca, Cesare Sirignano».

Gianluca Abate
01 dicembre 2010

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/1-dicembre-2010/cantone-il-calcio-strumento-controllo-sociale-mafie-1804283895595.shtml
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

bender89

Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #1 il: 01 Dicembre, 2010, 20:45:56 pm »
Una volta che s'è letto il titolo uno se po' pure ferma'. :look:

Offline Sam Ent

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #2 il: 02 Dicembre, 2010, 09:57:55 am »
ho visto l'intervista...

il tifoso del pomigliano è più informato sulle piccole realtà  calcistiche... potrebbe intervenire lui e dirci la sua..
Siete troppo banali. Per non dire gente e sfaccimm.

Offline wendell

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #3 il: 02 Dicembre, 2010, 15:29:53 pm »
il tifoso del pomigliano è più informato sulle piccole realtà  calcistiche... potrebbe intervenire lui e dirci la sua..
Io volevo proprio arrivare a dire che è un colluso di merda :sisi:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline calvin

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #4 il: 02 Dicembre, 2010, 15:33:14 pm »
Io mi preoccuperei dippiù del fatto che il calcio è strumento di controllo sociale del presidente del consiglio (peraltro le due cose si sovrappongono agghiacciantemente)
fare sesso con le proprie opinioni rende più ciechi che farsi le seghe!

Offline Ragionier Cuckoldullo

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #5 il: 02 Dicembre, 2010, 15:46:58 pm »
Io volevo proprio arrivare a dire che è un colluso di merda :sisi:

:sisi:

Comunque mi sembrano le parole di uno che conosce sicuramente le mafie, ma che non conosce il calcio.
Uà mentre stiamo in viaggio di nozze ce stann nientemeno 5 partite :maronn:
Potrebbe essere il cambio di marcia definitivo del nostro amato Napoli :sad: :look:

AyeyeBrazov

Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #6 il: 03 Dicembre, 2010, 11:17:17 am »
ho scoperto da poco che un mio amico Raffaele V. è proprietario della Casertana. Quando gli ho chiesto di sta cosa (anche in maniera spudorata) mi ha riso in faccia, forse si è offeso boh, sta di fatto che non gli credo

Offline Ragionier Cuckoldullo

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #7 il: 04 Dicembre, 2010, 13:39:54 pm »
ho scoperto da poco che un mio amico Raffaele V. è proprietario della Casertana. Quando gli ho chiesto di sta cosa (anche in maniera spudorata) mi ha riso in faccia, forse si è offeso boh, sta di fatto che non gli credo

Che diverse squadre siano in mano a individui poco raccomandabili, prestanome o collusi, è indubbio

Che sia una situazione generalizzata e che questi non vogliano andare oltre la C2 (ma che significa poi? di squadre del sud in B e in C1, anche di realtà  piccole e piccolissime, da Gallipoli a Marcianise, ce ne sono state a decine  :scratch: ), è una cosa priva di senso. Poi l'esempio del Chievo... grazie al cazzo, di Chievo ce n'è stato solo uno, pure al nord...
Uà mentre stiamo in viaggio di nozze ce stann nientemeno 5 partite :maronn:
Potrebbe essere il cambio di marcia definitivo del nostro amato Napoli :sad: :look:

Offline Puck

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #8 il: 04 Dicembre, 2010, 14:19:34 pm »
Che diverse squadre siano in mano a individui poco raccomandabili, prestanome o collusi, è indubbio

Che sia una situazione generalizzata e che questi non vogliano andare oltre la C2 (ma che significa poi? di squadre del sud in B e in C1, anche di realtà  piccole e piccolissime, da Gallipoli a Marcianise, ce ne sono state a decine  :scratch: ), è una cosa priva di senso. Poi l'esempio del Chievo... grazie al cazzo, di Chievo ce n'è stato solo uno, pure al nord...

a parte che al sud c'è stato il castel di sangro che è un vero miracolo,cioè un paesino sperduto di 5000 abitanti che arriva in b,mentre chievo,cittadella e altre sono appoggiate comunque a grandi città  e grandi poli industriali
sulle collusioni non mi sento di escludere niente..

Offline Ragionier Cuckoldullo

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #9 il: 04 Dicembre, 2010, 14:22:44 pm »
a parte che al sud c'è stato il castel di sangro che è un vero miracolo,cioè un paesino sperduto di 5000 abitanti che arriva in b,mentre chievo,cittadella e altre sono appoggiate comunque a grandi città  e grandi poli industriali
sulle collusioni non mi sento di escludere niente..

A Pomigliano primi anni '90 la società  fu sciolta per infiltrazioni camorristiche...

in cambio del pizzo ai negozianti il clan (o meglio l'ex clan dominante della zona) regalava l'abbonamento alla squadra  :alla: :asd:
Uà mentre stiamo in viaggio di nozze ce stann nientemeno 5 partite :maronn:
Potrebbe essere il cambio di marcia definitivo del nostro amato Napoli :sad: :look:

buccazza

Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #10 il: 11 Dicembre, 2010, 00:31:14 am »
Scommesse e camorra - Giocatori sotto scacco

Il viaggio della Gazzetta nella Gomorra del calcio. Un'indagine dell'Antimafia svela il Sistema dei clan: soldi riciclati, usura, gare truccate, puntate legali e clandestine

http://www.gazzetta.it/Calcio/10-12-2010/scommesse-camorra-712103972792.shtml

Offline moleman

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Re:Cantone: «Il calcio è strumento di controllo sociale delle mafie»
« Risposta #11 il: 11 Dicembre, 2010, 17:52:25 pm »
Scommesse e camorra - Giocatori sotto scacco

Il viaggio della Gazzetta nella Gomorra del calcio. Un'indagine dell'Antimafia svela il Sistema dei clan: soldi riciclati, usura, gare truccate, puntate legali e clandestine

http://www.gazzetta.it/Calcio/10-12-2010/scommesse-camorra-712103972792.shtml


Lo volevo postare io :sad:
Spoiler
Faccio una specie di resoconto della lunga lista con tanto di descrizione di quello che avevo scritto prima e stu sfaccimmo di forum all'improvviso ha cambiato pagina da solo...
  Italia dal nord verso il sud  Polentoni, padani, leghisti, milanesi doc e milanesi terroni, bergamaschi-bresciani, veneti, friuliani, piemontesi, liguri, trentini, aostani, emiliani con i parmiggiani in primis : Gente di merde triste e cattiva, perchè rispettano il semaforo rosso e non hanno la monnezza per strada si credono la civiltà  in persona, ma sono solo persone che spruzzano odio da tutti i pori e stanno pure chine e corne. C