Careca, i cinquant’anni del Pagliaccio che fece impazzire il San Paolo
Ferlaino preparò il colpo nel gennaio ’87, quattro mesi prima di vincere lo scudetto. A Copacabana incontrò i dirigenti del San Paolo per quel campione, Careca, fuoriclasse della Seleà§ao. Aveva deciso, d’intesa con il futuro direttore generale Moggi, che lavorava per il Torino ma dava già una mano al Napoli dell’ingegnere, di sistemare quel formidabile attaccante al fianco di Giordano e Maradona. In primavera, mentre i tifosi celebravano il tricolore atteso sessant’anni, nacque la Ma-Gi-Ca. Maradona, Giordano e Careca avrebbero però giocato insieme per un anno: Bruno venne messo alla porta dopo la rivolta di maggio ’88 contro Bianchi e lo scudetto ceduto al Milan. Diego sarebbe uscito di scena nel ’91, per la cocaina. Careca, il bomber che aveva il soprannome di un pagliaccio, si separò dal Napoli nel ’93: Bianchi il suo primo e ultimo allenatore. «Porterò questa maglia e questa gente nel mio cuore. Sempre».
Oggi Careca riceverà tante telefonate dagli amici napoletani. Compie cinquant’anni, 25 giorni prima di Maradona, di cui diventò subito amico, anche se lui era brasiliano e Diego argentino. Vinsero insieme la coppa Uefa ’89 («Ricordo la finale a Stoccarda: giocai con la febbre alta, per niente al mondo l’avrei saltata») e lo scudetto ’90 (quell’anno finì in bacheca anche la Supercoppa di Lega dopo i cinque gol alla Juve). Ai Mondiali d’Italia Careca e Alemao, i brasiliani del Napoli, avrebbero sfidato il loro capitano Diego. La Seleà§ao venne eliminata e alcuni cronisti attaccarono i due azzurri. Partirono querele. «Giochiamo nel Napoli ma siamo anzitutto brasiliani e non consentiamo a nessuno di mettere in dubbio la nostra professionalità ». Gol ne ha fatti nel Napoli, tanti: 73 in 164 partite. Careca, che in realtà si chiama Antonio de Oliveira Filho, è stato vicecapocannoniere con 19 reti nell’89. àˆ l’obiettivo che insegue Cavani, il bomber che accende adesso i sogni dei napoletani. Il brasiliano li guarda da lontano. «Non perdo una partita del Napoli in tv». Ha visto anche quella contro la Roma ed è rimasto colpito dai numeri del nuovo tridente.
Lavezzi, Cavani e Hamsik: sono loro gli eredi della Ma-Gi-Ca? «Ma perché fare i paragoni con il passato? Il calcio è cambiato», ha spesso detto Careca, che ha chiuso la carriera tredici anni fa nel Santos, la squadra del mitico Pelè. Dopo Napoli, una parentesi di tre anni in Giappone con il Kashiwa Reisol. Ma non era quello il suo mondo. Napoli è storicamente legata al Sudamerica, oggi Mazzarri ha talenti argentini e uruguaiani. E i brasiliani? «Ne ho proposti tanti in questi anni, però non sono stato ascoltato», sospira Careca, mai ricevuto dai dirigenti a Castelvolturno. Ha talenti da proporre, certo. Il suo mestiere è quello di osservatore, oltre alla direzione della scuola calcio a Campinas, la sua città . L’ultima volta ha visto il Napoli dal vivo a Bari nello scorso campionato: Lavezzi illuminò quel pomeriggio di pioggia con due gol. «Quando verrò a Napoli? Presto, per festeggiare i cinquant’anni con i miei amici». E per vedere nuovamente gli azzurri, tornati lassù anche per la sua gioia.
Il Mattino.