Discorso giusto quello di Alfredo, i suoi due post sono ampiamente condivisibili, ma credo anche questo sia un argomento oramai così complesso e molto meno semplicistico di quello che munnezzamma varia come Pochesci (loool), Rimedio e tanti altri "addetti ai lavori" vogliono far passare. E' emblematico il fatto che la Juve fa man bassa sul mercato interno italiano, mette sotto contratto gente che poi già sa che non vedrà mai quella zozza maglia (il caso eclatante è Simone Ganz, pescato dal Como e già mandato in prestito due volte in serie B, senza grossi risultati), e poi a sua volta oramai ha una rosa composta per lo più da calciatori stranieri, mettendo finalmente a tacere pure quella stucchevole retorica "eh la Juve vince perchè parla ancora in prevalenza italiano"...Una cosa certa è che per me il campionato primavera è qualcosa di terribilmente obsoleto e sarebbe ora di equipararsi al resto d'Europa.
Il problema italiano è decisamente complicato, ed Alfredo dice una cosa giustissima sul "romanticismo" della squadra creata prevalentemente con i calciatori del settore giovanile : questa cosa non esiste più, l'ultima è stata il Barcellona di Guardiola, poi non ha avuto il ricambio generazionale adeguato, e si è dovuta adeguare di conseguenza, andando a pescare in tutto il mondo (con la ciliegina sulla torta di andare a riprendersi il 28enne Paulinho dal campionato cinese per 40 mln dopo che era stato un flop in Europa al Tottenham). Credo che quella storia così come l'Ajax dei bei tempi ed il Manchester UTD degli anni '90, sono esempi che non avverrano mai più.
Sul settore giovanile del Napoli io resto molto pessimista e continua a piangermi il cuore, soprattutto a vedere la pochezza degli investimenti e la nullità delle strutture, pensando a ciò che fece la vecchia SSC Napoli (fino al 1997 uno dei fiore all'occhiello per quanto riguarda il settore giovanile), quando creò prima il complesso GIS a Bagnoli e poi Marianella, esclusivamente per le squadre giovanili, quando all'epoca la maggior parte delle squadre non aveva un proprio campo d'allenamento, ma andava ad allenarsi negli stadi, in primis proprio la Juventus che si allenava dove giocava, nel Comunale, l'attuale stadio del Torino.