Autore Topic: L'angolo dei videogiochi  (Letto 460822 volte)

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Offline Alex88

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5640 il: 19 Ottobre, 2017, 20:57:52 pm »
Vabbè si, ma infatti il discorso è che l'avanzamento tecnologico ha contribuito al miglioramento dell'aspetto ludico dei videogiochi a discapito di quello artistico.

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Si, ma nemmeno puoi prendere roba sviluppata in 5/10 anni e pretendere che venga accettata una cosa fatta a meta' dopo anni d'attesa.

Offline CharMeg

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5641 il: 19 Ottobre, 2017, 22:47:44 pm »


Si, non ci sono dubbi.
Io non sono un gran giocatore, ma per ne le uniche esperienze di gioco sono i singlerplayer, con una giocabilità complessa e divertente, una grande ambientazione e, se possibile, una grande storia.

Cioè, apparte le avventure grafiche che son campo di gioco a se, per me il capolavoro è MassEffect seguito proprio da DeusEx Humana, da Fallout (personalmente il migliore è new Vegas), the witcher, ma anche dragon ages e similari.
Dishonored, il primo che è l'unico che ho giocato è su quei livelli.

PS ho amato molto anche degli spara tutto, con l'ambientazione giusta, soprattutto BioShock e Dead Space

Perbacco, mi trovo d'accordo sui giochi che citi.

Aggiungerei anche Half Life, però.
moriremo tutti....ricordalo
È un dolore enorme.
É chiaro che il suo obiettivo é quello: lo scudetto, poi la Champions, dopodiché avrà sei milioni di persone ai suoi piedi pronte a tutto per lui e disposte a innalzarlo come dittatore illuminato con un colpo di stato.

Leif Erikson

Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5642 il: 20 Ottobre, 2017, 01:48:13 am »
Ce lo siamo già  detti un bel po' di tempo fa se non erro


Sì esatto, è un argomento di cui si è già discusso su questo forum.
Volendo un attimo riaprirlo, io credo fortemente che i fattori che degradino un prodotto umano da forma d'arte a mero intrattenimento siano sostanzialmente due, e che lavorino sincronicamente: il primo è sicuramente la totale dipendenza del creatore alle richieste del mercato, il secondo è l'avanzamento tecnologico da intendersi anche come avanzamento della techné, del saper fare.

Partendo dal principio, penso che un dente vada subito tolto: qualsiasi produzione artistica è sempre stata dipendente da un fattore economico e da un certo sistema sociale che, in un certo qual modo, ha "richiesto" al creatore di creare un quid. Il fare arte per il gusto di fare arte, completamente decontestualizzato, è una roba che stava in testa solo a quel re dei ricottari che risponde al nome di Oscar Wilde. Finanche la più grande produzione artistica di tutti i tempi, il Rinascimento italiano, è stato figlio delle richieste di mecenati ed ecclesiastici; insomma non penso che Michelangelo, Caravaggio e Botticelli nella loro vita volessero deliberatamente lavorare solo su materiale religioso. Il problema sorge quando il mercato mortifica la capacità dell'artista di "raccontare", da leggere non come sinonimo di narrare una storia ma trasmettere una sensazione che esuli dalla commissione e travolga lo spettatore valicando le frontiere del singolo momento temporale in cui l'opera è stata realizzata. D'altronde si parla in questo senso di "linguaggio" artistico.
 
Oggi, a mio modesto avviso, il videogioco come opera d'arte è in una spirale di decadimento manifesta, visto che l'obiettivo è solo e soltanto quello di soddisfare una determinata maggioranza di persone in un tempo storico definito; tutto questo unito - e qui torniamo al secondo fattore - al progressivo aumento della conoscenza tecnologica in termini di potenza di calcolo e capacità di strutturare mondi digitali sempre più spazialmente rilevanti dove perdersi "giocando". Negli anni '90 il videogioco, passata la sua fase primitiva di strumento meramente ludico (si potrebbe quasi dire che tetris è il suo "graffito" su una parete di roccia), cedeva il passo a tutte le altre cd "arti visive e performative" dal punto di vista della techné - data la sua gioventù e la poca esperienza accumulata - ma poteva contare su un vantaggio: la capacità di travasare direttamente la personalità del soggetto a cui l'opera d'arte era diretta nell'opera d'arte stessa, ben diversa dalla normale rielaborazione passiva a cui si va incontro con la letteratura, la pittura o, chessò, il cinema. L'idea quindi era quella di veicolarsi a specifici messaggi elaborando racconti spesso brevi ma altamente significativi, in un mercato in definizione su cui si poteva incidere con grande libertà, non essendo ancora presente il consumatore - tipo che, al contrario di ora, veniva direttamente influenzato dal prodotto finale; ques'ultimo, infatti, contribuiva esso stesso alla creazione della lista futura dei bisogni videoludici. Con il passare del tempo e, come detto, con l'avanzamento tecnologico unito alle esigenze di mercato, ci si è spostati dal "raccontare" di cui si discuteva prima al "dover fare", producendo la situazione attuale.
Al cinema è accaduto qualcosa di molto simile, anche se si partiva da premesse differenti.

Di base il grave problema di questo medium è la totale mancanza di una critica specializzata che effettivamente contesti in modo preciso e puntuale i problemi dell'industria. Le recensioni sono di una piattezza unica, scritte da persone che più che giornalisti sono spettatori/commentatori, elaborate in un italiano spesso arrancante e senza basi culturali, limitate solo ad aspetti tecnici come la risoluzione, i frame, il tearing; come se un critico cinematografico si esprimesse solo sui movimenti macchina del regista e non valutasse anche il sottofondo culturale in cui si agita il prodotto, manca proprio un'analisi di contesto.
A mancare è di conseguenza anche l'educazione, producendo poi un consumatore ingenuo ed aggressivo, un cane che si morde la coda all'infinito.
Ma mi sono dilungato veramente assai, direi di fermarmi qui.

Ah, lascio a chi interessasse un "certo" modo di discutere di videogiochi il link dell'(unico) mio elaborato in materia, da leggere necessariamente se si è finito Horizon Zero Dawn, o se non interessa di eventuali spoiler: http://www.lacooltura.com/2017/04/horizon-zero-dawn/
« Ultima modifica: 20 Ottobre, 2017, 02:03:36 am da Starfred »

Leif Erikson

Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5643 il: 20 Ottobre, 2017, 01:55:59 am »
Si, ma nemmeno puoi prendere roba sviluppata in 5/10 anni e pretendere che venga accettata una cosa fatta a meta' dopo anni d'attesa.

Alessà, ma quello è un corto circuito logico:

1) I costi di produzione sono troppo alti ed i tempi troppo dilatati, anche per stare dietro alle innovazioni hardware;
(dunque)
2) i giochi escono incompleti al day one pur di incassare, spesso con transazioni in game e pezzi di gioco venduti a parte;
(questo comporta)
3) recensioni negative, gente che aspetta l'acquisto di un'eventuale complete edition ed altri che non comprano affatto;
(ciò provoca)
4) il dissesto finanziario dello sviluppatore con tanto di chiusura;
(che però)
5) se non avesse rilasciato il gioco sarebbe morto lo stesso.

L'unica soluzione sono i GaS, Games as Service, giochi rilasciati incompleti su cui far fidelizzare un'utenza e che campano anni ricevendo aggiunte pagate in maniera onerosa dalla community. Ed è quello verso cui ci stiamo spostando: una merda.

Offline CharMeg

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5644 il: 20 Ottobre, 2017, 06:52:25 am »
Sì esatto, è un argomento di cui si è già discusso su questo forum.
Volendo un attimo riaprirlo, io credo fortemente che i fattori che degradino un prodotto umano da forma d'arte a mero intrattenimento siano sostanzialmente due, e che lavorino sincronicamente: il primo è sicuramente la totale dipendenza del creatore alle richieste del mercato, il secondo è l'avanzamento tecnologico da intendersi anche come avanzamento della techné, del saper fare.

Partendo dal principio, penso che un dente vada subito tolto: qualsiasi produzione artistica è sempre stata dipendente da un fattore economico e da un certo sistema sociale che, in un certo qual modo, ha "richiesto" al creatore di creare un quid. Il fare arte per il gusto di fare arte, completamente decontestualizzato, è una roba che stava in testa solo a quel re dei ricottari che risponde al nome di Oscar Wilde. Finanche la più grande produzione artistica di tutti i tempi, il Rinascimento italiano, è stato figlio delle richieste di mecenati ed ecclesiastici; insomma non penso che Michelangelo, Caravaggio e Botticelli nella loro vita volessero deliberatamente lavorare solo su materiale religioso. Il problema sorge quando il mercato mortifica la capacità dell'artista di "raccontare", da leggere non come sinonimo di narrare una storia ma trasmettere una sensazione che esuli dalla commissione e travolga lo spettatore valicando le frontiere del singolo momento temporale in cui l'opera è stata realizzata. D'altronde si parla in questo senso di "linguaggio" artistico.
 
Oggi, a mio modesto avviso, il videogioco come opera d'arte è in una spirale di decadimento manifesta, visto che l'obiettivo è solo e soltanto quello di soddisfare una determinata maggioranza di persone in un tempo storico definito; tutto questo unito - e qui torniamo al secondo fattore - al progressivo aumento della conoscenza tecnologica in termini di potenza di calcolo e capacità di strutturare mondi digitali sempre più spazialmente rilevanti dove perdersi "giocando". Negli anni '90 il videogioco, passata la sua fase primitiva di strumento meramente ludico (si potrebbe quasi dire che tetris è il suo "graffito" su una parete di roccia), cedeva il passo a tutte le altre cd "arti visive e performative" dal punto di vista della techné - data la sua gioventù e la poca esperienza accumulata - ma poteva contare su un vantaggio: la capacità di travasare direttamente la personalità del soggetto a cui l'opera d'arte era diretta nell'opera d'arte stessa, ben diversa dalla normale rielaborazione passiva a cui si va incontro con la letteratura, la pittura o, chessò, il cinema. L'idea quindi era quella di veicolarsi a specifici messaggi elaborando racconti spesso brevi ma altamente significativi, in un mercato in definizione su cui si poteva incidere con grande libertà, non essendo ancora presente il consumatore - tipo che, al contrario di ora, veniva direttamente influenzato dal prodotto finale; ques'ultimo, infatti, contribuiva esso stesso alla creazione della lista futura dei bisogni videoludici. Con il passare del tempo e, come detto, con l'avanzamento tecnologico unito alle esigenze di mercato, ci si è spostati dal "raccontare" di cui si discuteva prima al "dover fare", producendo la situazione attuale.
Al cinema è accaduto qualcosa di molto simile, anche se si partiva da premesse differenti.

Di base il grave problema di questo medium è la totale mancanza di una critica specializzata che effettivamente contesti in modo preciso e puntuale i problemi dell'industria. Le recensioni sono di una piattezza unica, scritte da persone che più che giornalisti sono spettatori/commentatori, elaborate in un italiano spesso arrancante e senza basi culturali, limitate solo ad aspetti tecnici come la risoluzione, i frame, il tearing; come se un critico cinematografico si esprimesse solo sui movimenti macchina del regista e non valutasse anche il sottofondo culturale in cui si agita il prodotto, manca proprio un'analisi di contesto.
A mancare è di conseguenza anche l'educazione, producendo poi un consumatore ingenuo ed aggressivo, un cane che si morde la coda all'infinito.
Ma mi sono dilungato veramente assai, direi di fermarmi qui.

Ah, lascio a chi interessasse un "certo" modo di discutere di videogiochi il link dell'(unico) mio elaborato in materia, da leggere necessariamente se si è finito Horizon Zero Dawn, o se non interessa di eventuali spoiler: http://www.lacooltura.com/2017/04/horizon-zero-dawn/
Non è un post, è un saggio (troppo) breve.
Sono ammirato, molto molto bello.

Il demone di Umberto Eco si è impossessato di te.
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L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5645 il: 20 Ottobre, 2017, 07:22:21 am »
Ho letto anche l'articolo linkato.
Molto ben scritto, questo voglio dirlo subito.

Ho apprezzato la discussione degli aspetti contestuali del gioco, mi sarebbe piaciuto capire un po' meglio come la protagonista si muove al suo interno, come interagisce con gli altri, insomma come si sviluppa la trama (come avviene la scoperta graduale dei fatti accaduti?).
Questo avrebbe dato modo di capire altri aspetti del gioco in esame e del giocare in sé; modalità standard del genere (intermezzi filmati lunghi o corti), oppure scoperta e interpretazione di artefatti, o altre modalità più originali.
Dalla descrizione propenderei per la modalità classica degli intermezzi, ma non ho giocato a Horizon, non so. Questo aspetto però lo considero discriminante quando scelgo un gioco.

Ottima l'analisi del titolo in relazione al mercato e all'evoluzione del gusto, ma in questo senso ho trovato paradossalmente più illuminante, più diretto, il post precedente, slegato da un titolo preciso ma più profondo.
Mi sarebbe piaciuto approfondire ulteriormente, l'argomento, nei termini in cui lo discuti tu, è molto interessante.
Se posso dare un parere banalizzante, non avendo la tua capacità espressiva, direi che i videogiochi vanno verso la stessa uniformità di massa verso cui spingono i social. Giochiamo tutti insieme, senza preoccuparci di storia, linguaggio, interazioni reciproche tra personaggi, ma solo immersi in una realtà iperreale, come consente di fare la technè attuale che tu citi.

Concludo con questa (tua) perla:
Inutile, fumoso, aristocratico, radical-chic, introverso, estroverso, esteta, superficiale, introspettivo, Alfredo

Bravo.
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Offline Alex88

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5646 il: 20 Ottobre, 2017, 10:52:51 am »
Alessà, ma quello è un corto circuito logico:

1) I costi di produzione sono troppo alti ed i tempi troppo dilatati, anche per stare dietro alle innovazioni hardware;
(dunque)
2) i giochi escono incompleti al day one pur di incassare, spesso con transazioni in game e pezzi di gioco venduti a parte;
(questo comporta)
3) recensioni negative, gente che aspetta l'acquisto di un'eventuale complete edition ed altri che non comprano affatto;
(ciò provoca)
4) il dissesto finanziario dello sviluppatore con tanto di chiusura;
(che però)
5) se non avesse rilasciato il gioco sarebbe morto lo stesso.

L'unica soluzione sono i GaS, Games as Service, giochi rilasciati incompleti su cui far fidelizzare un'utenza e che campano anni ricevendo aggiunte pagate in maniera onerosa dalla community. Ed è quello verso cui ci stiamo spostando: una merda.
Alfre', in un discorso generalizzato tieni assolutamente ragione, ma nel caso specifico (FFXV) parliamo di:

Un gioco che doveva uscire su PS3 col nome di FF versus XIII, come spin off della Fabula Nova Crystallis (XIII, vsXIII, Type0)

Che guardando i trailer, aveva una sua bella trama, impostata su intrighi, tradimenti, politica e cazzi vari.

Che e' stato trasformato a capitolo principale, segando ben più' della meta' di quanto mostrato nei cinque anni precedenti, a partire dal personaggio femminile principale, Stella (che per motivi che non sapremo mai, sarebbe arrivata a combattere contro Noctis, il personaggio principale), per inserire Lunafreya, che si vede si e no 3 volte in 40 ore di gioco, per finire a tutti gli altri personaggi che sarebbero pure fondamentali per la sottotrama, personaggi di cui tu vieni a conoscenza, ma che non vedi mai.

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Offline Alex88

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5647 il: 20 Ottobre, 2017, 12:25:32 pm »
Ho letto l'articolo su Horizon, bello e fatto bene.
La parte sulla non-stereotipizzazione di Aloy, mi ha portato a pensare ad una curiosità su quella che era l'icona ludica femminile degli anni '90 (Lara Croft), e di come il bigotto ostracismo etico cambiasse da soggetto a soggetto.
Negli anni '90 la "vittima" fu Resident Evil, reo di inneggiare alla violenza (perche' la logica vorrebbe che, per esempio, i film di Romero siano solo film, ma se e' un videogioco a trattare lo stesso argomento, "qualcuno salvi i bambini"), mentre la zizzacchiona che si lascia dietro una scia di cadaveri, paradossalmente, va bene.

Leif Erikson

L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5648 il: 20 Ottobre, 2017, 12:27:03 pm »
Bruno mi fai commuovere, non pensavo che qualcuno lo leggesse davvero. :fuga:

Ti ringrazio tanto

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Leif Erikson

Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5649 il: 20 Ottobre, 2017, 12:28:10 pm »


Ho letto l'articolo su Horizon, bello e fatto bene.
La parte sulla non-stereotipizzazione di Aloy, mi ha portato a pensare ad una curiosità su quella che era l'icona ludica femminile degli anni '90 (Lara Croft), e di come il bigotto ostracismo etico cambiasse da soggetto a soggetto.
Negli anni '90 la "vittima" fu Resident Evil, reo di inneggiare alla violenza (perche' la logica vorrebbe che, per esempio, i film di Romero siano solo film, ma se e' un videogioco a trattare lo stesso argomento, "qualcuno salvi i bambini"), mentre la zizzacchiona che si lascia dietro una scia di cadaveri, paradossalmente, va bene.

Verissimo, soprattutto su Lara. E non è un caso che, finiti gli anni novanta, sono andate via pure le zizzone.

Grazie per averlo letto

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Offline Alex88

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5650 il: 20 Ottobre, 2017, 12:36:49 pm »

Verissimo, soprattutto su Lara. E non è un caso che, finiti gli anni novanta, sono andate via pure le zizzone.

Grazie per averlo letto

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  :ok:
Tral'altro pure le rivisitazioni sul chara design post "Angel of Darkness" e pre-reboot (quindi Legend, Anniversary e Underworld), sono abbastanza lontane dalla versione dei primi sei capitoli.

Offline CharMeg

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5651 il: 20 Ottobre, 2017, 13:44:52 pm »
Bruno mi fai commuovere, non pensavo che qualcuno lo leggesse davvero. :fuga:

Ti ringrazio tanto

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Secondo me sei molto bravo, non solo nella forma, ma anche nella sostanza.

:bacino:
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« Risposta #5652 il: 20 Ottobre, 2017, 13:50:41 pm »
E poi vedi che siamo stati (almeno) in due a leggerti!
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Offline Moebius

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5653 il: 20 Ottobre, 2017, 14:18:31 pm »
E poi vedi che siamo stati (almeno) in due a leggerti!
Ma smettila che l'hai accostato a eco perché ripete sempre le stesse cose!
 :look:
ragazzi, cercate di non esagerare con le bestemmie

Offline CharMeg

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5654 il: 20 Ottobre, 2017, 16:51:04 pm »
Ma smettila che l'hai accostato a eco perché ripete sempre le stesse cose!
 :look:
:rofl: :rofl: :rofl:
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Online SalvyTheCrow

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5655 il: 20 Ottobre, 2017, 19:26:54 pm »
Alfre', in un discorso generalizzato tieni assolutamente ragione, ma nel caso specifico (FFXV) parliamo di:

Un gioco che doveva uscire su PS3 col nome di FF versus XIII, come spin off della Fabula Nova Crystallis (XIII, vsXIII, Type0)

Che guardando i trailer, aveva una sua bella trama, impostata su intrighi, tradimenti, politica e cazzi vari.

Che e' stato trasformato a capitolo principale, segando ben più' della meta' di quanto mostrato nei cinque anni precedenti, a partire dal personaggio femminile principale, Stella (che per motivi che non sapremo mai, sarebbe arrivata a combattere contro Noctis, il personaggio principale), per inserire Lunafreya, che si vede si e no 3 volte in 40 ore di gioco, per finire a tutti gli altri personaggi che sarebbero pure fondamentali per la sottotrama, personaggi di cui tu vieni a conoscenza, ma che non vedi mai.

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Mamma mia che merda Final Fantasy XV. Si può riassumere in Noctis e amici vanno a fare pasquetta insieme. Narrazione totalmente priva di capo e di coda, con gli eventi che si susseguono a caso e senza un perché. Cutscenes palesemente appese o dimenticate. Ci sono rimasto veramente una chiavica.

Purtroppo Alfredo ha ragione, ed infatti sono pochissimi i giochi che ancora attendo su PS4, alcuni dei quali di studios minori che ancora hanno il coraggio di provare a fare qualcosa di meno standardizzato.
sii sempre la star della freva altrui.
Ma vergognati, schiavo sudista che non sei altro!

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5656 il: 20 Ottobre, 2017, 22:49:26 pm »
Mamma mia che merda Final Fantasy XV. Si può riassumere in Noctis e amici vanno a fare pasquetta insieme. Narrazione totalmente priva di capo e di coda, con gli eventi che si susseguono a caso e senza un perché. Cutscenes palesemente appese o dimenticate. Ci sono rimasto veramente una chiavica.

Purtroppo Alfredo ha ragione, ed infatti sono pochissimi i giochi che ancora attendo su PS4, alcuni dei quali di studios minori che ancora hanno il coraggio di provare a fare qualcosa di meno standardizzato.
Lo vedi?
Quelli hanno aggiunto parti di trama con le patch.
Ci so rimasto una merda quando nel capitolo 13 ti insegue il demone rosso per tutta la zona e casualmente vieni a sapere che era l'imperatore di Niflheim, Iedolas, che tu per tutto il gioco NON vedi.
Personaggi cazzutissimi come Cor, Ravus ed Arenea (che poteva essere una sorta di Beatrix in FFIX), buttati cosi', in due situazioni in croce che non sai nemmeno come finiscono (Arenea che passa dall'impero ad essere alleata come un Mastella qualunque, cosi', manco lei lo sa).
E poi si lamentavano della trilogia di Lightning, vafangul pero', tengono un senso logico (ti assicuro che XIII-2 e Lightning Returns sono molto meglio di quello che potresti leggere in giro).

Online SalvyTheCrow

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5657 il: 20 Ottobre, 2017, 23:09:05 pm »
Lo vedi?
Quelli hanno aggiunto parti di trama con le patch.
Ci so rimasto una merda quando nel capitolo 13 ti insegue il demone rosso per tutta la zona e casualmente vieni a sapere che era l'imperatore di Niflheim, Iedolas, che tu per tutto il gioco NON vedi.
Personaggi cazzutissimi come Cor, Ravus ed Arenea (che poteva essere una sorta di Beatrix in FFIX), buttati cosi', in due situazioni in croce che non sai nemmeno come finiscono (Arenea che passa dall'impero ad essere alleata come un Mastella qualunque, cosi', manco lei lo sa).
E poi si lamentavano della trilogia di Lightning, vafangul pero', tengono un senso logico (ti assicuro che XIII-2 e Lightning Returns sono molto meglio di quello che potresti leggere in giro).

Ma perché quando, proprio con Aranea che ti dà il passaggio in aereo, ti ritrovi a dover entrare nella centrale elettrica di notte? Non si capisce con chi hanno parlato, perché Noctis deve andarci da solo, chi gli ha prestato la tuta. Niente. Ci mancano proprio dei pezzi.

A gennaio usciranno Ni No Kuni 2 e Lost Sphear, per cercare di ridare un po' di senso al genere dei JRPG.
sii sempre la star della freva altrui.
Ma vergognati, schiavo sudista che non sei altro!

Leif Erikson

L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5658 il: 20 Ottobre, 2017, 23:51:37 pm »
Si però non spoilerate mmocc a chivenniente. Io sto aspettando che finiscano di svilupparlo per prenderlo, quindi altri 5-6 mesi eheheh.

Quest'anno dal primo gennaio ad oggi ho comprato solo tre videogiochi: HZD, Prey e Andromeda. E non è solo colpa del tempo (che comunque non ho più).

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Re:L'angolo dei videogiochi
« Risposta #5659 il: 21 Ottobre, 2017, 00:03:19 am »
Ma perché quando, proprio con Aranea che ti dà il passaggio in aereo, ti ritrovi a dover entrare nella centrale elettrica di notte? Non si capisce con chi hanno parlato, perché Noctis deve andarci da solo, chi gli ha prestato la tuta. Niente. Ci mancano proprio dei pezzi.

A gennaio usciranno Ni No Kuni 2 e Lost Sphear, per cercare di ridare un po' di senso al genere dei JRPG.
Eh e' cosi', ma pure Lunafreya (che da Kingsglaive al gioco, perde 10 anni) che sarebbe pure protagonista, la vedi tre volte, la senti nominare perche' va a fare patti con le summon per aiutare Noctis.
Muore Regis e tu non  sai come e perché.
Ravus lo incontri due volte in tutto e non sai come ottiene la spada del re.
Cor, che sarebbe il generale dell'esercito, sparisce totalmente.

Ma serio, menomale che esce NiNo Kuni 2, che il primo m'ha fatto arricreare cu tutto che tiene una storia semplice.