Scippata Soledad, moglie di Cavani
Fuorigrotta: via orologio da 18mila euro
NAPOLI - La moglie dell' attaccante del Napoli Edinson Cavani, Maria Soledad, è stata scippata di un prezioso orologio questa sera poco dopo le 20, in via Cinthia, a Fuorigrotta, non lontano dallo stadio. La donna si stava dirigendo verso la propria auto quando è stata aggredita da due giovani a bordo di uno scooter che le hanno strappato un orologio «Piaget» del valore di circa 18 mila euro. Sul posto è intervenuta la polizia, che conduce le indagini.
Lo scippo di oggi ai danni di Maria Soledad Cavani, richiama gli episodi dello scorso autunno, quando nel giro di poche settimane vari calciatori del club azzurro o persone a loro vicine furono vittime di episodi di microcriminalità.
Lo stesso Edinson Cavani, all'epoca residente in una villa di Baia, sul litorale flegreo, subì un furto nella sua abitazione: in seguito a quell'episodio, Maria Soledad chiese al marito di trasferirsi in una residenza meno isolata, e quindi la coppia si spostò in un appartamento in un prestigioso condominio della città di Napoli.
Poche settimane dopo il procuratore di Cavani, Claudio Anellucci, fu rapinato in corso Garibaldi, a Napoli, di un Rolex e del portafogli.
Anche la moglie del centrocampista Marek Hamsik, all'epoca incinta fu rapinata dell'auto, una Bmw X6, a Varcaturo, nella zona flegrea: la vettura fu recuperata poco dopo, grazie all'antifurto satellitare, e restituita dalla polizia alla proprietaria.
Ma a suscitare maggior impatto mediatico fu la rapina del Rolex, a Napoli, subita da Yanina Screpante, fidanzata dell'allora bomber azzurro Ezequiel Lavezzi, ora al Paris Saint Germain.
La giovane si sfogò su Twitter: «Poi dicono che in Argentina c'è insicurezza.... Napoli città di m... Mi hanno rubato l'orologio a mano armata!». L'insulto alla città fece il giro del mondo, provocando reazioni e malumori anche nei tifosi.
Il susseguirsi di questi episodi non faceva comunque parte di un unico disegno criminoso, secondo la questura di Napoli che smentì le ipotesi, diffuse soprattutto in rete, di un tentativo della malavita volto a condizionare il calcio Napoli: le aggressioni a bersagli affini nel giro di poche settimane furono «soltanto una coincidenza», venne sottolineato dai responsabili dell'ordine pubblico.