Autore Topic: Approvato il ddl intercettazioni  (Letto 4098 volte)  Share 

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bender89

Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #40 il: 11 Giugno, 2010, 19:01:57 pm »
Secondo me il ddl sulle intercettazioni è giusto.

Offline Lovercraft

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Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #41 il: 11 Giugno, 2010, 19:05:34 pm »
Secondo me il ddl sulle intercettazioni è giusto.

uà  e mo non tengo nessuna risposta pronta, quanto sei scassacazzo da 1 a 10?
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bender89

Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #42 il: 11 Giugno, 2010, 19:07:42 pm »
uà  e mo non tengo nessuna risposta pronta, quanto sei scassacazzo da 1 a 10?
Se teness leoni o porci, ti ci darei in pasto.
Ma tengo a kurz, quindi tifuttingulu 'o stess. AHAHAHAHAHAHAHAH!

AyeyeBrazov

Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #43 il: 11 Giugno, 2010, 19:08:10 pm »
Secondo me il ddl sulle intercettazioni è giusto.
:asd: :asd: e pare che negli stessi DDL ci sia qualcosa di altrettanto grave che riguarda internet.
Non so se ho ben capito ma si parla di multe e chiusure dei siti (fino all'arresto) per chi parla male del regime in rete

oh Dio sta cosa me l'ero persa :eek: :eek: :eek:

Offline djcarmine

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Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #44 il: 11 Giugno, 2010, 19:39:09 pm »
ed io mi sentii in quel momento come una prostituta sverginata dai suoi aguzzini

C. Pazzo 
Noi vinciamo in quanto esistiamo. Vinciamo quando siamo in 60.000 per Napoli-Cittadella e quando ci ricordiamo di Esteban Lopez o di Picchio Varricchio. Vinciamo odiando le strisciate e vivendo in funzione di questa maglia. Vinciamo andando con un paio di amici allo stadio e non guardando la partita in casa da soli in un salotto di Reggio Calabria. Vinciamo quando siamo migliaia ad ogni trasferta, vinciamo quando uno juventino nella nostra città viene additato come essere anormale e malato di scabbia

Offline Lovercraft

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Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #45 il: 17 Giugno, 2010, 15:56:18 pm »
Islanda, paradiso dei giornalisti?

Approvata all'unanimità  una proposta di legge caldeggiata da Wikileaks. Che dovrebbe trasformare l'isola nordeuropea in un porto franco per il giornalismo d'inchiesta e la pubblicazione anonima delle notizie
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Roma - Cinquanta voti a favore, zero contrari, un solo astenuto. Questo il risultato di una recente seduta del Parlamento islandese, che ha quindi approvato all'unanimità  quella particolare proposta di legge sui nuovi media che dovrebbe trasformare l'isola nordeuropea in un vero e proprio paradiso per giornalisti.

Approvata dunque quella che è stata più volte definita la più forte legge al mondo sulla libertà  d'informazione, in particolare dalla parlamentare Birgitta Jà³nsdà³ttir, tra i suoi principali sostenitori. Un'iniziativa che mira a raccogliere le migliori predisposizioni di legge al mondo, in vista di una sorta di super-legge che riconosca una volta per tutte il valore di un'informazione senza confini nazionali.

Ma di confini, in effetti, si è parlato, dal momento in cui la sola terra islandese dovrebbe trasformarsi in una sorta di porto franco per il giornalismo d'inchiesta nonché per la pubblicazione anonima da parte di fonti spifferone. Proprio come il celebre sito delle soffiate Wikileaks, il cui founder Julian Assange è tra i principali promotori della proposta di legge.
àˆ stato infatti Assange ad annunciare gli esiti dell'approvazione del Parlamento, parlando di un rifugio per i nuovi media in terra islandese, dove ci sarebbe attualmente la più forte stampa del mondo e una legge di prossima implementazione che proteggerà  ancora meglio la pubblicazione anonima delle notizie.

Secondo Jà³nsdà³ttir, i contenuti della prossima legge avrebbero attirato una parte della stampa internazionale - tra cui Der Spiegel e ABC News - che starebbe vagliando l'ipotesi di trasferire le pubblicazioni di natura investigativa in Islanda. Che dovrebbe quindi proteggere le fonti da qualsivoglia imposizione, compresa censura preventiva, proveniente da leggi di paesi esterni.

Un paradiso, dunque, che tutelerà  le pubblicazioni anche da reati come quello legato alla diffamazione a mezzo stampa o web. Ma non tutti sembrano aver esultato. Secondo il Citizen Media Law Project, ci sarà  sicuramente una maggiore tutela per i server operanti in Islanda, ma la pubblicazione incriminata potrebbe rimanere punibile o censurabile secondo le varie leggi internazionali.

Mauro Vecchio   :sbav:
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Offline napoletanocrociato

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Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #46 il: 17 Giugno, 2010, 16:17:17 pm »
Manovra: 3,5 miliardi in meno ai trasporti pubblici

La manovra economica proposta dal governo per far fronte alla crisi grava molto sulle casse delle regioni. A farne le spese saranno soprattutto i trasporti pubblici locali, che con 3,5 milardi di euro in meno saranno costretti a peggiorare la qualità  del servizio, aumentare le tariffe e licenziare dipendenti.

di Andrea Degl'Innocenti

Ben 3,5 miliardi di euro saranno sottratti al trasporto pubblico locale.La manovra che con ogni probabilità  verrà  approvata nei prossimi giorni colpisce molto duramente le regioni, che vedranno volatilizzarsi 10 miliardi di euro. Di questa somma, ben 3,5 saranno sottratti al trasporto pubblico locale. Metro, tram, autobus, treni, subiranno – se la manovra dovesse passare – una riduzione di circa un quarto dei servizi, e i primi effetti si inizieranno a sentire già  a partire dai prossimi mesi.

Proprio quando la crisi finanziaria fa sentire i suoi effetti più pesanti, il Governo sembra dire ai cittadini “cavatevela da voi”, piuttosto che garantire – magari persino rafforzare – i servizi pubblici, accessibili a tutti ed importante elemento di coesione sociale.

Ma vediamo, nel dettaglio, cosa comporterebbe una manovra del genere. Va specificato innanzitutto che la scure fiscale non colpirà  tutte le regioni allo stesso modo. Lazio, Lombardia, Toscana, Puglia e Campania sembrano quelle destinate a scontare la pena maggiore.

Significa che le tre maggiori città  d'Italia - Roma, Napoli e Milano - nelle quali il problema della mobilità  si fa sentire con più forza, dovranno ridurre di parecchio la portata del proprio trasporto pubblico, già  in molti casi insufficiente.

In Puglia gli studenti dovranno con ogni probabilità  rinunciare ai contributi che permettono loro di contenere i costi degli abbonamenti. La Toscana si vedrà  tagliare ben 200 dei 500 milioni totali, con conseguenti aumenti delle tariffe – si parla addirittura di raddoppiarle – o diminuzione dei servizi – del 40 per cento, con il 30 per cento in meno di addetti.

I pendolari di ogni regione dovranno dire addio ai promessi nuovi treni che avrebbero dovuto rinforzare e migliorare le condizioni del servizio a loro dedicato.Ma gli effetti si faranno sentire in tutta Italia. I pendolari di ogni regione dovranno dire addio ai promessi nuovi treni che avrebbero dovuto rinforzare e migliorare le condizioni del servizio a loro dedicato.

Le reazioni delle regioni non si sono fatte attendere. A Tremonti, che dichiara che la manovra avrà  â€œun peso sostenibile sulle regioni”, rispondono in coro dalla conferenza dei governatori: “si tratta di una manovra che è stata costruita dal governo senza condivisione né sulle misure né sull'entità  del taglio, riproponendo una situazione di assenza di coinvolgimento diretto”.

Legambiente Lazio parla di “drammatici tagli ai treni pendolari, che nel 2011 subiranno un taglio netto del 67,5%” ed invita le Regioni a “continuare il lavoro che le stanno compiendo nel tavolo con il Governo e allargare subito il confronto ai cittadini, alle associazioni, ai comitati dei pendolari, alle parti sociali, aprendo un tavolo sul tema.”

Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha promosso per il 30 giugno una giornata di chiusura di tutti i servizi comunali per protestare contro i tagli previsti dalla manovra del governo che “colpiranno soprattutto sanità  e trasporti renderanno necessario il taglio di 560 giovani autisti e di 380 impiegati di Amt”.

Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ed il premier Silvio Berlusconi hanno affermato che il governo si mostra aperto alle richieste delle Regioni.Non mancano le reazioni neppure fra i governatori di destra, capeggiati da Formigoni. La serie di aspre critiche potrebbe forse aver smosso qualcosa nel governo, visto che prima il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, e poi il premier Silvio Berlusconi hanno affermato ieri che il governo si mostra aperto alle richieste delle Regioni.

Qualsiasi sia l'entità  del taglio, resta il fatto che, come già  accaduto per la ricerca, l'università  pubblica, le energie rinnovabili, si continuano a togliere fondi agli unici settori che, fornendo possibili soluzioni alla crisi energetica, potrebbero risollevarci dalla attuale crisi economica, che trova una delle sue ragioni più profonde proprio nell'esaurimento delle fonti energetiche tradizionali.

Offline bart

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Re:Approvato il ddl intercettazioni
« Risposta #47 il: 08 Luglio, 2010, 13:48:37 pm »
Il comunicato della FNSI sullo sciopero contro il ddl intercettazioni

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: "I giornalisti italiani sono chiamati ad una forma di protesta straordinaria che si esprimerà  in un "rumoroso" silenzio dell'informazione nella giornata di venerdì 9 luglio, contro le norme del "ddl intercettazioni" che limitano pesantemente il diritto dei cittadini a sapere come procedono le inchieste giudiziarie, infliggendo gravi interruzioni al libero circuito delle notizie.



Quanti lavorano nel settore della carta stampata si asterranno dalle prestazioni nella giornata di giovedì 8 luglio, per impedire l'uscita dei giornali nella giornata di venerdì. Tutti gli altri, giornalisti dell'emittenza nazionale e locale, pubblica e privata, delle agenzie di stampa, del web, dei new media e degli uffici stampa non lavoreranno nella giornata di venerdì. Free lance, collaboratori e corrispondenti si asterranno dal lavoro secondo le modalità  previste per la testata presso la quale prestano la loro opera. I giornalisti dei periodici, infine, si asterranno dal lavoro venerdì 9, ma assicurando, già  da ora, la pubblicazione sui numeri in lavorazione delle proprie testate di comunicati sulle motivazioni della giornata del silenzio.
Lo sciopero è una protesta straordinaria e insieme la testimonianza di una professione, quella giornalistica, che vuole essere libera per offrire ai cittadini informazione leale e la più completa possibile. Una protesta che si trasforma in un "silenzio" di un giorno per evidenziare i tanti silenzi quotidiani che il "ddl intercettazioni" imporrebbe se passasse con le norme all'esame della Camera, imposte sin qui dal Governo e dalla maggioranza parlamentare.


Molte notizie e informazioni di interesse pubblico sarebbero negate giorno dopo giorno fino a cambiare la percezione della realtà , poiché oscurata, "cancellata" per le norme di una legge sbagliata e illiberale che ne vieterebbe qualsiasi conoscenza.
Giornalisti, ma anche gli editori e migliaia di cittadini, da mesi denunciano le mostruosità  giuridiche del "ddl intercettazioni". Sono state anche avanzate proposte serie per rendere ancora più severa e responsabile l'informazione nel rispetto della verità  dei fatti e dei diritti delle persone: udienza filtro per stralciare dagli atti conoscibili le parti relative a persone estranee e soprattutto alla dignità  dei loro beni più cari protetti dalla privacy; giurì per la lealtà  dell'informazione che si pronunci in tempi brevi su eventuali errori o abusi in materia di riservatezza delle persone; tempi limitati del segreto giudiziario; accessibilità  alle fonti dell'informazione contro ogni dossieraggio pilotato.

Nessuna risposta di merito. Lo sciopero, con la giornata del silenzio, è espressione di indignazione, di partecipazione, di richiamo responsabile a principi e valori che debbono valere in ogni stagione. Lo sciopero è un momento della protesta e dell'azione incessante che proseguirà , fino al ricorso della Corte europea di Strasburgo per i diritti dell'uomo, qualora la legge fosse approvata così com'è. Lo sciopero è anche segnalazione di un allarme per una ferita che si aggiungerebbe ad un sistema informativo che patisce già  situazioni di oggettiva difficoltà  e precarietà  non solo per la crisi economica, ma anche per una politica di soli tagli che rischiano di allargare bavagli oggi altrimenti invisibili. L'informazione è un bene pubblico, non è un privilegio dei giornalisti, né una proprietà  dei padroni dei giornali e delle televisioni, né una disponibilità  dei Governi. E per i giornalisti non è uno sciopero tradizionale contro le aziende, ma un atto di partecipazione e di sacrifico della risorsa professionale per la difesa di un bene prezioso, dei cittadini, proclamato con un silenzio che vuol parlare a tutti".