Dune film bellissimo e, cosa non da poco, esperienza disegnata esclusivamente per il grande schermo (l'ultimo a farlo, a memoria, fu Dunkirk di Nolan). È una di quelle pellicole che, vederla in sala o sul divano mentre palpeggi la tua fidanzata, porta a due fruizioni completamente diverse. Per intensità della fotografia e potenza della colonna sonora viscerale (finalmente Zimmer non è solo una marchetta ma lavora per la fama che ha) era da goderselo al cinema e stop.
Comunque ha fatto soldi, infatti è confermata vivaddio la parte due.
Una buona notizia soprattutto per Villeneuve che ormai stava pigliando una spirale alla Villas Boas.
Dopo l'esplosione avuto con Sicario non si era più nemmeno lontanamente ripetuto, perdendosi nel manierismo visivo tanto caro ad adoratori di loffe tipo Winding Refn e diventando quasi una versione umana di quest'ultimo. Onestamente dopo gli inconcludenti Arrival e 2049, due film che parevano più un'imitazione di Scott e Kubrick che altro, e il timore che la bellezza di Sicario dipendesse dalla scrittura di Sheridan (Hell or High Water e, soprattutto, Wind River sono filmoni), si è rifatto e sono contento per lui.