Blade Runner l'ho visto anche io, e diciamo che non mi è dispiaciuto. Sicuramente bene l'estetica di Villeneuve, da un punto di vista tecnico è una vera perla. E soprattutto non è un mero prodotto commerciale, non fa del fanservice gratuito, quando rimanda all'avventura originale di Deckard e soci lo fa con una classe assoluta e vive di una propria dignità artistica, cosa che non era affatto semplice o scontata quando si rimette mano ad un pilastro che ha inventato, anche visivamente, un genere.
Quello che non ho apprezzato è stato ben evidenziato da Roberto Recchioni (che il 70% delle volte è un pisellino, ma altre affonda davvero dove si dovrebbe): mentre il primo Blade Runner aveva un intreccio elementare ma un messaggio importantissimo, questo Blade Runner ha un intreccio gargantuesco ma un messaggio tra il banale e l'inesistente; e la qual cosa si riflette anche nella durata delle rispettive pellicole, con l'ultimo nato che dura un'ora in più rispetto all'originale. Non credo abbia, insomma, la potenza di instaurarsi nell'immaginario collettivo come il predecessore e, probabilmente, nemmeno aspira a farlo visto che non dice nulla più di quanto non sia stato già detto dal carrozzone cyberpunk generato proprio dal film di Scott ad inizio anni ottanta.
Qualche altro difetto sparso: il ritmo a tratti è irritante, sembra che stanno appositamente recitando con il moviolone e la prova di Ryan Gosling, davvero troppo monocorde proprio come attore.
Non posso dire, comunque, che sia un brutto film né sconsigliarne la visione: a conclusione, però, ci tengo a sottolineare che la giostra deve assolutamente fermarsi adesso, visto che un sequel sarebbe sfocerebbe in una roba becerissima, vista e stravista. Considerando però la fine di 2049, il fatto che il destino di alcuni personaggi non sia stato chiarito, diciamo che la preoccupazione di trovarci di fronte al capitolo di mezzo di una potenziale trilogia è forte.