http://sport.ilmediano.it/aspx/visArticolo.aspx?id=10202LA STORIA DEI PORTIERI DEL NAPOLI AI MONDIALI
Categoria: Calcio
Data: 27/05/2010
Nel 1934 Cavanna diventa campione del Mondo senza giocare. Nel 1970 Zoff viene beffato da Albertosi ed assiste al 4-3 dalla panchina. E De Sanctis? All’interno la fotogallery dei portieri azzurri ai mondiali
Morgan De Sanctis non è solo: alle spalle del portiere di Guardiagrele c’è una storia, infatti, di portieri azzurri ai Mondiali. Una storia prestigiosa a guardare i predecessori (Cavanna e Zoff), ma che è segnata da un filo rosso che accomunerà probabilmente ai due anche De Sanctis: non essere mai riusciti da portieri del Napoli a giocare una gara di un Mondiale. Zoff si rifarà con gli interessi però 12 anni dopo.
GIUSEPPE CAVANNA (ITALIA 1934): E’ stato l’unico giocatore della storia del Napoli ad aver conquistato un titolo mondiale, mentre indossava la casacca partenopea, oltre ovviamente al Re Diego Armando Maradona. Cavanna però in quell’Italia che vinse in casa il primo mondiale della sua storia non sarà protagonista. Il titolare era Giampiero Combi, peraltro anche capitano della squadra di Pozzo. Per Giuseppe Cavanna, all’epoca 29enne vercellese, era già una vittoria essere stato convocato. Era in ballottaggio con Guido Masetti della Roma per il ruolo di terzo portiere, poi l’infortunio di Ceresoli dell’Inter, decretato all’inizio da Pozzo come titolare, spianò la strada del Mondiale non solo a Combi, ma anche a Cavanna e Masetti. Una notizia considerando che Pozzo guardava con tutt’altro che occhio benevolo i beniamini delle squadre del Centro-Sud, basti pensare che lasciò fuori dal giro azzurro due autentici fuoriclasse dell’epoca come il faro della Roma Fulvio Bernardini ed il cannoniere del Napoli Attila Sallustro.
Giuseppe Cavanna, arrivato al Napoli a 24 anni, guardò dalla panchina tutte le gare di quel vittorioso Mondiale, essendo stato decretato da Pozzo quale vice-Combi. Nonostante la soddisfazione di essere diventato campione del Mondo, non esordì mai tra i pali della Nazionale, schiacciato come era tra due grandi generazioni di portieri (Ceresoli-Combi e poi Olivieri-Masetti). Col Napoli, col quale giocò dal 29-30 al 34-35, si tolse molte soddisfazioni, tra le quali, due terzi posti di fila (per anni miglior risultato della storia azzurra) nel ’33 e nel ’34. Una curiosità : Cavanna è lo zio del grande cannoniere Silvio Piola, protagonista della vittoriosa spedizione del 1938.
DINO ZOFF 1970 (MESSICO 1970): Maledetto Cagliari. Chi se non Dino Zoff, la Leggenda, avrebbe dovuto difendere la porta della Nazionale nella sfida leggendaria contro la Germania? Invece nel famoso 4-3 dell’Atzeca, in porta c’era Ricky Albertosi, tre anni più grande di Zoff, ma diverso in tutto. Serafico, compassato, portiere poco avvezzo allo spettacolo Dino, matto, acrobatico e spettacolare Ricky. Il loro dualismo segnerà per diverse stagioni la Nazionale. Europei ’68 in Italia: nelle qualificazioni gli azzurri perdono 3-2 in Bulgaria e Albertosi esce per un colpo allo stamaco. Due settimane dopo Valcareggi sceglie di far esordire davanti al suo pubblico del San Paolo (era arrivato nell’estate ’67 al Napoli) Dino Zoff nella gara decisiva: 2-0 e qualificazione raggiunta.
La sua ascesa è folgorante, tanto che il ct lo schiera nella semifinale con l’Urss (ancora a Napoli) e nella doppia finale con la Jugoslavia. Zoff è campione d’Europa e si prepara a vivere in Messico le stesse sensazioni. Sarà titolare fino al 2-2 con la Spagna del febbraio ’70, dove tra l’altro compirà interventi prodigiosi, poi l’ascesa del Cagliari che quell’anno vince lo scudetto a sorpresa invita Valcareggi a ribaltare ancora le gerarchie. Nell’ultima amichevole premondiale dentro Albertosi; Zoff sarà il suo secondo e così il numero uno napoletano guarda dalla panchina la cavalcata messicana, compreso il mitico 4-3 con la Germania ed il 4-1 rimediato in finale dal Brasile di Pelè. Quella in porta è l’altra staffetta che anima i dibattiti durante il Mondiale messicano.
Così qualche anno dopo Zoff commentò la sua avventura in Messico: «Ci rimasi male, perché due anni prima, nella squadra che vinse il campionato d’Europa, il titolare ero io. Avevo preso il posto proprio di Albertosi. Dopo gli Europei giocai anche le qualificazioni mondiali, ma per la fase finale il Commissario tecnico si affidò al mio collega, anche perché giocava nel Cagliari e in quella nazionale c’era un discreto blocco del Cagliari che aveva appena vinto lo scudetto. Ma queste cose vanno accettate e al di là di tutto credo che Albertosi meritasse piena considerazione».
Nel 71’ proprio in un’amichevole a Cagliari (ironia della sorte) Zoff si riprenderà i galloni di titolari e li lascerà solo nel 1982 con una Coppa del Mondo da capitano. La maglia del Napoli l’aveva smessa nel 1972 per diventare bandiera della Juve, ma i suoi ricordi anche con la Nazionale sono fortemente legati allo stadio di Fuorigrotta.
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Autore: Andrea Terracciano