LA SVIZZERA E IL RITORNO A CUBA
Salim Lamrani: Nel 2002, lei ha deciso di emigrare in Svizzera. Due anni più tardi è rientrata a Cuba. Si ha difficoltà a capire perché ha lasciato il "paradiso europeo" per tornare nel suo paese che lei descrive come un inferno. La domanda è semplice: perché?
Yoani Sanchez: E' una buona domanda. Prima di tutto, mi piace andare contro corrente. Mi piace organizzare la mia vita a modo mio. Quello che è assurdo non è partire e tornare a Cuba, ma le leggi migratorie cubane che sanciscono che ogni persona che passi undici mesi all'estero perda il suo status di cittadino residente. In altre condizioni, potrei passare due anni all'estero e con i soldi guadagnati rientrare a Cuba per riparare la mia casa a fare altre cose. Dunque, non è il fatto che io decida di rientrare a Cuba ad essere sorprendente ma sono le leggi sull'emigrazione cubane.
Salim Lamrani: Quello che è sorprendente è soprattutto il fatto che, avendo la possibilità di vivere in uno dei paesi più ricchi del mondo, lei abbia scelto di tornare nel suo paese che descrive in maniera piuttosto apocalittica, solamente due anni dopo la sua partenza.
Yoani Sanchez: I motivi sono più di uno. Prima di tutto, non sono potuta partire con la mia famiglia. Siamo una piccola famiglia ma siamo molto uniti con mia sorella e i miei genitori. Mio padre è stato malato durante il mio soggiorno [in Svizzera] e avevo paura che morisse senza poterlo rivedere. Mi sentivo anche in colpa di vivere meglio di loro. Ogni volta che mi compravo un paio di scarpe, che mi connettevo a Internet, pensavo a loro. Mi sentivo in colpa.
Salim Lamrani: D'accordo, ma stando in Svizzera lei poteva aiutarli facendo loro arrivare del denaro.
Yoani Sanchez: E' vero. Ma c'è un'altra ragione. Mi sono detta che, con quello che avevo imparato in Svizzera, rientrando avrei potuto cambiare le cose. C'era anche la nostalgia verso le persone, i miei amici. Non è stata una decisione presa dopo una matura riflessione ma non la rimpiango. Avevo voglia di tornare e sono tornata. E' vero che la cosa può sembrare insolita ma a me piace fare cose insolite. Ho aperto il mio blog e le persone mi hanno chiesto perché fai questo, laddove con il blog mi sono realizzata professionalmente.
Salim Lamrani: Certo, ma malgrado tutte queste ragioni, comunque non si capisce perché lei sia rientrata a Cuba quando in Occidente si pensa che tutti i Cubani vogliano lasciare il loro paese. E' ancora più sorprendente nel suo caso perché, mi ripeto, lei presenta il suo paese in maniera apocalittica.
Yoani Sanchez: Metterei in discussione il termine in qualità di filologa, perché "apocalittico" è una parola magniloquente. Se c'è una cosa che caratterizza il mio blog, è la moderazione verbale.
Salim Lamrani: Non sempre e non in ogni caso. Ad esempio, lei descrive Cuba come "un'immensa prigione, con muri ideologici". I termini sono comunque un po' forti.
Yoani Sanchez: Questo non l'ho mai scritto.
Salim Lamrani: In ogni caso sono le affermazioni che le sono state attribuite in un'intervista che ha concesso alla rete televisiva francese France 24 il 22 ottobre 2009.
Yoani Sanchez: Lei l'ha letta in francese o in spagnolo?
Salim Lamrani: In francese.
Yoani Sanchez: Diffidi delle traduzioni perché non ho mai fatto quelle affermazioni. Mi attribuiscono spesso affermazioni che non ho fatto. Ad esempio, il giornale spagnolo ABC mi aveva attribuito delle dichiarazioni che non avevo fatto e io ho protestato. Alla fine, l'articolo è stato tolto dal sito Internet.
Salim Lamrani Quali erano queste dichiarazioni?
Yoani Sanchez: "Negli ospedali di Cuba le persone muoiono più di fame che di malattia". Era una pura menzogna. Non avevo mai detto ciò.
Salim Lamrani: Quindi la stampa occidentale ha manipolato le sue affermazioni ?
Yoani Sanchez Non direi questo.
Salim Lamrani: Se le attribuiscono affermazioni che non sono le sue, si tratta di manipolazione.
Yoani Sanchez: Granma manipola la realtà più della stampa occidentale quando dice che io sono la creazione del gruppo mediatico Prisa.
Salim Lamrani: Giustamente, lei non ha l'impressione che la stampa occidentale la strumentalizzi perché auspica un "capitalismo sui generis" a Cuba.
Yoani Sanchez: Non sono responsabile di quello che fa la stampa. Il mio blog è una terapia personale, un esorcismo. Ho l'impressione di essere più manipolata nel mio paese che altrove. Lei sa che a Cuba esiste una legge, la legge 88 soprannominata legge "bavaglio", che mette in galera le persone che fanno quello che stiamo facendo?
Salim Lamrani: Sarebbe a dire?
Yoani Sanchez: Che la nostra conversazione potrebbe essere considerata un crimine e che potrei rischiare una pena fino a forse 15 anni di prigione.
Salim Lamrani: Mi scusi, il fatto che lei venga intervistata potrebbe portarla in prigione?
Yoani Sanchez: Senz'altro!
Salim Lamrani: Non mi sembra che questo la preoccupi molto visto che mi ha concesso l'intervista in pieno giorno, nella hall di un albergo al centro dell'Avana.
Yoani Sanchez: Non sono preoccupata. Questa legge sancisce che chiunque denunci violazioni dei diritti umani a Cuba collabori con le sanzioni economiche, perché Washington giustifica l'imposizione delle sanzioni contro Cuba in ragione delle violazioni dei diritti umani.
Salim Lamrani: Mi pare di sapere che la legge 88 fu votata nel 1996 per rispondere alla legge Helms-Burton e che punisca soprattutto le persone che collaborano con l'applicazione di questa legislazione a Cuba, ad esempio fornendo a Washington informazioni sugli investitori stranieri a Cuba affinché vengano perseguiti davanti a tribunali statunitensi. Per quanto ne so, nessuno è stato finora condannato per questo. Parliamo di libertà d'espressione. Lei dispone di una certa libertà nei toni sul suo blog. Lei viene intervistata in un albergo frequentato in pieno pomeriggio. Non c'è una contraddizione tra il fatto di affermare che non c'è nessuna libertà d'espressione a Cuba e la realtà dei suoi scritti e delle sue attività che dimostrano il contrario?
Yoani Sanchez: Si, ma non lo si può consultare da Cuba perché è bloccato.
Salim Lamrani: Le assicuro di averlo consultato questa mattina prima dell'intervista, da questo albergo.
Yoani Sanchez: E' possibile, ma spesso è bloccato. In ogni caso, oggi, per quanto mi riguarda, non potrei disporre di alcuno spazio sulla stampa cubana, benché io sia una persona moderata, né alla radio o alla televisione.
Salim Lamrani: Ma lei è libera di pubblicare quello che vuole sul suo blog.
Yoani Sanchez: Ma non posso pubblicare una sola parola sulla stampa cubana.
Salim Lamrani: In Francia, che è comunque una democrazia, grandi settori della popolazione non dispongono di alcuno spazio nei media perché la maggior parte di essi appartiene a gruppi economici e finanziari privati.
Yoani Sanchez: Si, ma è diverso.
Salim Lamrani Ha mai ricevuto delle minacce per la sua attività ? L'hanno minacciata di pene detentive per le sue dichiarazioni?
Yoani Sanchez: Minacce dirette di prigione, no, ma non mi lasciano viaggiare all'estero. Al momento, sono stata invitata a un congresso sulla lingua spagnola in Cile, ho fatto richiesta ma non mi lasciano partire.
Salim Lamrani: Le hanno dato delle spiegazioni?
Yoani Sanchez: Nessuna, ma ci tengo a precisare una cosa. Secondo me, le sanzioni economiche degli Stati Uniti contro Cuba sono un'atrocità . Si tratta di una politica che ha fallito. L'ho detto svariate volte ma non viene messo in evidenza perché disturba che io abbia questa opinione e perché ciò rompe lo stereotipo dell'oppositore.
LE SANZIONI ECONOMICHE
[Il professore universitario e giornalista francese Salim Lamrani]
Salim Lamrani: Dunque, lei si oppone alle sanzioni economiche?
Yoani Sanchez: Assolutamente, e lo dico ad ogni intervista. Qualche settimana fa ho inviato una lettera al Senato degli Stati Uniti perché permettano ai cittadini statunitensi di viaggiare a Cuba. E' atroce vedere che si impedisce ai cittadini statunitensi di recarsi a Cuba, così come il governo cubano mi impedisce di uscire dal mio paese.
Salim Lamrani: Cosa pensa delle speranze suscitate dell'elezione di Obama che aveva promesso un cambiamento nella politica verso Cuba e che ha deluso?
Yoani Sanchez: E' arrivato al potere senza il sostegno della lobby fondamentalista di Miami che ha sostenuto l'altro candidato. Da parte mia, mi sono già pronunciata contro le sanzioni.
Salim Lamrani: La lobby fondamentalista per l'appunto si oppone al ritiro delle sanzioni.
Yoani Sanchez: Posso discutere con loro ed esporre i miei argomenti, ma di qui a dire che sono nemici della patria non lo penso.
Salim Lamrani: Eppure una parte di essi ha partecipato all'invasione del proprio paese nel 1961 agli ordini della CIA. Analogamente, molti di loro sono stati implicati in atti di terrorismo contro Cuba.
Yoani Sanchez: I Cubani in esilio hanno il diritto di pensare e di decidere. Sono favorevole che abbiano il diritto di voto. Qui, si è spesso stigmatizzato l'esilio cubano.
Salim Lamrani: L'esilio "storico" o quello di chi è emigrato in seguito per ragioni economiche?
Yoani Sanchez: A dire il vero, sono contraria a tutti gli estremi. Ma le persone che sono a favore delle sanzioni non sono anti-cubani. Pensano di difendere Cuba secondo il proprio metro di giudizio.
Salim Lamrani Può darsi, ma le sanzioni economiche colpiscono le categorie più vulnerabili della popolazione cubana e non i suoi dirigenti. Dunque è difficile essere nello stesso tempo a favore delle sanzioni e pretendere di difendere il benessere dei Cubani.
Yoani Sanchez: Questa è la loro opinione. E' così.
Salim Lamrani: Comunque non sono innocenti. Sanno che i Cubani soffrono per le sanzioni.
Yoani Sanchez: Semplicemente, sono diversi. Credono di poter cambiare il regime attraverso l'imposizione delle sanzioni. In ogni caso, credo che il blocco costituisca l'argomento perfetto per il governo cubano per mantenere l'intolleranza, il controllo e la repressione interna.
Salim Lamrani: Le sanzioni economiche hanno comunque degli effetti. O lei pensa che siano solo una scusa per l'Avana?
Yoani Sanchez: E' una scusa che porta alla repressione.
Salim Lamrani: Secondo lei, pesano sul paese dal punto di vista economico? O sono marginali?
Yoani Sanchez: Il vero problema economico a Cuba è la mancanza di produttività . Se domani togliessero le sanzioni dubito che se ne vedrebbero gli effetti.
Salim Lamrani: In questo caso, perché gli Stati Uniti non levano le sanzioni, eliminando così la scusa per il governo? Così si vedrebbe che le difficoltà economiche sono dovute unicamente alla politica interna. Se Washington insiste tanto sulle sanzioni, malgrado il loro carattere anacronistico, malgrado l'opposizione dell'immensa maggioranza della comunità internazionale - 187 paesi nel 2009 - malgrado l'opposizione della maggior parte dell'opinione pubblica negli Stati Uniti, malgrado l'opposizione del mondo degli affari, ci sarà pure una ragione.
Yoani Sanchez: Semplicemente perché Obama non è il dittatore degli Stati Uniti e non può eliminare le sanzioni.
Salim Lamrani: Non può eliminarle del tutto perché ci vuole l'accordo del Congresso, ma può tuttavia alleggerirle in maniera considerevole cosa che finora non ha fatto perché, tranne per la soppressione delle restrizioni imposte da Bush nel 2004, non è cambiato quasi nulla.
Yoani Sanchez: No, non è esatto, perché ha anche permesso alle imprese statunitensi di telecomunicazioni di effettuare transazioni con Cuba.
I PREMI INTERNAZIONALI, IL SITO INTERNET E BARACK OBAMA
Salim Lamrani: Ammetterà che è ben poco considerato che aveva promesso un nuovo approccio verso Cuba. Torniamo al suo caso personale. Come spiega questa valanga di premi che ha ricevuto e il suo successo internazionale?
Yoani Sanchez: Non ho molto da dire se non esprimere la mia gratitudine. Ogni premio implica una dose di soggettività da parte della giuria. Ogni premio è discutibile. Ad esempio, io penso che molti scrittori latino-americani meritassero il premio Nobel della letteratura più di Gabriel Garcia Marquez.
Salim Lamrani: Lei dice questo perché pensa che non abbia abbastanza talento o per la sua posizione favorevole alla Rivoluzione cubana? Non nega il suo talento di scrittore?
Yoani Sanchez: E' la mia opinione ma non voglio dire che abbia ottenuto il premio per la sua posizione e che lo accusi di essere un agente del governo svedese.
Salim Lamrani: Ha ottenuto il premio per la sua opera letteraria mentre lei è stata ricompensata per le sue posizioni politiche contro il governo. Almeno questa è l'impressione che si ha.
Yoani Sanchez: Parliamo del premio Ortega y Gasset del giornale El Pais che ha suscitato più di tutti polemiche. L'ho ottenuto nella categoria "Internet". Alcuni dicono che altri giornalisti non l'hanno ottenuto ma io sono una blogger e sono un pioniere in questo campo. Mi considero come un'icona di Internet. La giuria del premio Ortega y Gasset è composta da personalità estremamente prestigiose e non direi che si siano prestate ad una cospirazione contro Cuba.
Salim Lamrani: Non può negare che il giornale El Paìs abbia una linea editoriale estremamente ostile a Cuba. E certuni pensano che il premio, dotato di 15.000 euro, sia stato un modo di ricompensare i suoi scritti contro il governo.
Yoani Sanchez: La gente pensi quello che vuole. Io credo che sia stato ricompensato il mio lavoro. Il mio blog ha 10 milioni di visite al mese. E' un ciclone.
Salim Lamrani: Come fa per pagare le spese di gestione di un tale flusso?
Yoani Sanchez: Un amico in Germania se ne fa carico perché il sito era allocato in Germania. Da un anno è ospitato in Spagna e ho ottenuto 18 mesi di locazione gratuita grazie al premio The Bob's.
Salim Lamrani: E la traduzione in 18 lingue?
Yoani Sanchez: Si tratta di amici ed ammiratori che lo fanno volontariamente e gratuitamente.
Salim Lamrani: Alcuni stentano a crederlo perché nessun altro sito al mondo, compresi quelli delle più importanti istituzioni internazionali come ad esempio la Nazioni Unite, la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, l'OCSE, l'Unione Europea, non dispone di così tante versioni linguistiche. Nemmeno il sito del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, né quello della CIA dispongono di una tale varietà .
Yoani Sanchez: Però questa è la realtà .
Salim Lamrani: Il presidente Obama ha anche risposto ad una richiesta d'intervista da parte sua. Come lo spiega?
Yoani Sanchez: Prima di tutto, non si trattava di domande compiacenti.
Salim Lamrani: Nemmeno si può dire che lei sia stata molto critica visto che non ha chiesto la fine delle sanzioni economiche delle quali dice che "sono utilizzate per giustificare tanto il disastro economico che la repressione verso coloro che la pensano diversamente". E' esattamente quello che dice Washington al riguardo. La domanda più audace è quando lei gli chiede se conta d'invadere Cuba. Come spiega che il presidente Obama abbia trovato il tempo per risponderle nonostante i suoi impegni, una crisi economica senza precedenti, la riforma del sistema sanitario, l'Iraq e l'Afghanistan, le basi militari in Colombia, il colpo di Stato in Honduras, e le centinaia di richieste d'intervista da parte dei più importanti media del mondo?
Yoani Sanchez: Sono stata fortunata. Le segnalo che ho ugualmente mandato una richiesta d'intervista al presidente Raùl Castro e che non mi ha ancora risposto. Non perdo la speranza. Inoltre, lui adesso ha il vantaggio di disporre delle risposte di Obama.
Salim Lamrani: Come è arrivata ad Obama?
Yoani Sanchez: Ho dato l'intervista a molte persone che venivano a trovarmi e che potevano avere un contatto con lui.
Salim Lamrani: Lei pensa che Obama le abbia risposto perché lei è una blogger cubana o perché si oppone al governo?
Yoani Sanchez: Non penso. Obama mi ha risposto perché parla ai cittadini.
Salim Lamrani: Riceve migliaia di richieste ogni giorno. Perché le avrebbe risposto se lei è una semplice blogger?
Yoani Sanchez: Obama è vicino alla mia generazione, al mio modo di pensare.
Salim Lamrani: Ma perché proprio lei? Ci sono milioni di blogger al mondo. Lei non pensa di essere stata strumentalizzata nella guerra mediatica di Washington contro l'Avana?
Yoani Sanchez: Secondo me, voleva forse rispondere a certi punti come l'invasione di Cuba. Forse gli ho dato l'opportunità di esprimersi su un tema che voleva affrontare da tempo. La propaganda politica ci parla costantemente di una possibile invasione di Cuba.
Salim Lamrani: Ma ce n'è stata una, no?
Yoani Sanchez: Quando?
Salim Lamrani: Nell'aprile del 1961 [3]. E, nel 2003, Roger Noriega, allora sottosegretario agli Affari interamericani aveva dichiarato che ogni flusso migratorio cubano verso gli Stati Uniti sarebbe stato considerato come una minaccia per la sicurezza nazionale e avrebbe richiesto una risposta militare.
Yoani Sanchez: Questa è un'altra cosa. Per tornare all'intervista, credo che abbia permesso di chiarire alcuni punti. Ho l'impressione che vi sia da entrambe le parti un desiderio di non normalizzare le relazioni, di non capirsi. Ho posto delle domande per sapere quando si sarebbe trovata una soluzione.
Salim Lamrani: Chi è responsabile di questo conflitto tra i due paesi secondo lei?
Yoani Sanchez: E' difficile trovare un colpevole.
Salim Lamrani: Nel caso preciso, gli Stati Uniti impongono delle sanzioni unilaterali a Cuba e non il contrario.
Yoani Sanchez: Si, ma Cuba ha confiscato delle proprietà degli Stati Uniti.
Salim Lamrani: Ho l'impressione che lei faccia l'avvocato di Washington.
Yoani Sanchez: Le confische hanno avuto luogo.
Salim Lamrani: Certamente, ma conformemente al diritto internazionale. Cuba ha anche confiscato delle proprietà alla Francia, alla Spagna, all'Italia, al Belgio, al Regno Unito e ha indennizzato queste nazioni. Il solo paese che ha rifiutato l'indennizzo sono gli Stati Uniti.
Yoani Sanchez: Cuba ha anche permesso l'installazione di basi militari su suo territorio e di missili di un impero lontano ...
Salim Lamrani: Esattamente come gli Stati Uniti hanno installato basi nucleari contro l'URSS in Italia e in Turchia.
Yoani Sanchez: I missili nucleari potevano colpire gli Stati Uniti.
Salim Lamrani: Esattamente come i missili nucleari statunitensi potevano colpire Cuba o l'URSS.
Yoani Sanchez: E' vero, ma io credo che ci sia un crescendo nel confronto da parte di entrambi i paesi.
FINE DELLA PRIMA PARTE
NOTE
[1] Sito di Generacià³n Y
[2] Si veda specialmente «Yoani Sà¡nchez: profession? "Dissidente"», di Salim Lamrani, Réseau Voltaire, 30 novembre 2009.
[3] Su questo punto, si vedano i documenti ufficiali degli Stati Uniti: Survey of the Cuban operation, rapporto dell'ispettore generale della CIA Lyman B. Kirkpatrick (declassificato nel 1996); Foreign Relations of the United States 1961 - 1963, Volume X Cuba, 1961-1962. Department of State Documents and Memoranda, US Governement Printing Office.
Titolo originale: “Conversations avec la bloggeuse cubaine Yoani Sanchezâ€
Fonte :
www.voltairenet.orgLink:
http://www.voltairenet.org/article164956.html15.04.2010