I sommersi e i salvatidi Gianfrancesco TuranoLe pagelle agli squallidi gitanti di Sudafrica 2010. Unici promossi gli assenti e il Premio Salsa Verde all'ultima partita di De Rossi
Abete 2,5. Sembra quasi fiero di non contare nulla. Ha ragione ad esserlo. Nel calcio l'Italia è una superpotenza con quattro stelle sulla maglietta, seconda solo al Brasil. Riuscire ad essere così marginale è un capolavoro. àˆ come se non facessero entrare nel palazzo dell'Onu il presidente degli Stati Uniti

Lippi 2. àˆ stato giocatore prima che allenatore. Nessuno sa meglio di lui che nel calcio conta solo quello che stai per fare, non quello che hai fatto. Se stai per vincere, sei un grande. Se perdi, sei un fallito, ed è giusto così. Ogni partita è una vita nuova che inizia da 0-0. Chi glielo ha fatto fare dopo Germania 2006? Alcune risposte possibili. Non aveva voglia di allenare i club che gli hanno proposto: troppa fatica. Voleva ripetere l'impresa di Pozzo. Si era stufato di passeggiare sul lungomare di Viareggio. In ogni caso, è tornato per motivi privati di cui non frega niente a nessuno. La nazionale è una missione. àˆ cosa pubblica.

Cannavaro 3. Nella stagione 2005-2006 alla Juventus sembrava già un ex giocatore. Faceva un paio di falli da rigore a partita, ma c'era Big Luciano e gliene fischiavano pochini. Poi è andato in Germania e per un mese lo hanno seguito dalla torre di controllo perché volava. Poi il Real, la Juve e il crollo finale. Adesso se ne va a Dubai. Sul viale del tramonto non si è risparmiato, e non ci ha risparmiato, nessuna tristezza.

Assenti 8. Loro hanno sempre ragione. Balotelli, Cassano, Totti, Miccoli (che peraltro è rotto), Nesta, che fece per viltate il gran rifiuto. Ognuno ha i suoi preferiti. Nella Reggina di qualche anno fa, quella che fece licenziare Lippi dall'Inter, il motto era Chisti simu (siamo questi). Detto con tono fra sconsolato, autodenigratorio e rassegnato. Vale per l'Italia.
Prandelli 8. Prende un voto alto in quanto assente e come augurio. Non che abbia mostrato tutti questi miracoli a Firenze. Speriamo.
Quagliarella 8,5. Mai stato un fan, finora, ma bisogna dirlo. Uno che entra in piena ritirata di Caporetto e si butta avanti mentre gli altri scappano terrorizzati è un coraggioso. Se poi in 45' fa tre gol e mezzo (il suo su pallonetto, quello forse sulla linea forse oltre, il fuorigioco micromillimetrico, più mezzo o quasi tutto quello di Di Natale), allora è uno da cui ripartire. A fine partita conferma di essere uomo e non caporale, quando scoppia a piangere consolato da Cannavaro. In teoria, doveva essere l'inverso.

Puma 4. àˆ il fornitore azzurro. Fa magliette orrende e la tuta da pompiere di Lippi era spaventosa, ma è già tanto se non ci fa causa per danni come gli sponsor di Tiger Woods dopo l'intervista esclusiva all'amante n°145.

Donadoni 6,5. Vale il discorso sugli assenti. Agli Europei 2008 è stato cacciato dopo un'eliminazione ai quarti, ai calci di rigore e contro i futuri campioni della Spagna. Magari non è il nuovo Helenio Herrera o Rocco redivivo, ma Abete and friends gli hanno fatto una porcata e va ricordato. Il tutto per avere questo. Fattore C. Senza voto perché non entrato, come Palombo, Bonucci, Bocchetti e De Sanctis. O entrato al contrario, sulla schiena di Buffon e sul polpaccio di Pirlo, gli unici due campioni con certificato internazionale della spedizione azzurra. Non è sempre Pasqua.
Ex giocatori 5. Il voto è collettivo e vale per Camoranesi, Gattuso e Zambrotta. Ci hanno messo la buona volontà e dispiace averli visti così. Purtroppo il calcio è un gioco per gente che corre. Se no, la maglia numero 10 del Brasile ce l'aveva ancora Pelè (e il 14 dell'Olanda era Crujff e il 5 della Germania Beckenbauer, etc). àˆ vero che l'immenso Roger Milla ha segnato a un Mondiale a 42 anni dichiarati (52 effettivi). Ma, appunto, quello era Milla. Per la Broccheide segnalo Chiellini, Iaquinta e Pepe.
