Autore Topic: Legge intercettazioni  (Letto 523 volte)  Share 

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Legge intercettazioni
« il: 28 Aprile, 2010, 14:48:00 pm »
di Antonella Mascali

àˆ il giorno della verità  sulle intercettazioni. Oggi si vota il ddl in commissione Giustizia del Senato. E la settimana prossima potrebbe esserci il voto in aula, per consentire alla Camera di approvare definitivamente il ddl entro giugno. Maggioranza e governo hanno sbandierato "miglioramenti" del testo a destra e a manca. Il ministro Alfano ha persino detto, citando a sproposito l’articolo 15 della Costituzione, che questa legge ha lo scopo di tutelare la privacy dei cittadini. Ma le norme approdate in commissione rappresentano la fine delle intercettazioni ritenute dagli inquirenti uno strumento "fondamentale" per le inchieste. Mettono anche una pietra tombale sull’informazione.

La retromarcia da "evidenti indizi di colpevolezza" a "gravi indizi di reato" (come prevede la legge attuale), per poter intercettare, è un bluff. Contemporaneamente sono stati posti tanti di quegli steccati, che intercettare sarà  pressoché impossibile. I magistrati potranno intercettare un indagato o una terza persona solo se ha a che fare con l’oggetto dell’indagine. In sostanza saranno vietate le cosiddette intercettazioni "a strascico". Se ci fosse stata già  questa legge, i magistrati di Trani non avrebbero potuto intercettare né il commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi tartassato da Berlusconi perché chiudesse Annozero, né Augusto Minzolini, chiamato dal premier "direttorissimo". Ad autorizzare il pm non sarà  più il gip ma il Tribunale. Per avere il suo ok il magistrato dovrà  aver raccolto tali indizi come se fosse già  a processo. Negli emendamenti si cita l’articolo 192 del codice di procedura penale e quindi, come ha ribadito il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, per intercettare “ci vorrà  la stessa prova che ci vuole per condannare un imputato".

Ma le intercettazioni servono per trovarle le prove, altrimenti sono inutili. Ardue anche le intercettazioni ambientali, a meno che pm e investigatori siano dotati di poteri paranormali. Le "cimici" si potranno piazzare soltanto nei luoghi dove "vi è fondato motivo" che si stia commettendo un crimine. La mannaia del ddl intercettazioni, se entrerà  in vigore così com’è, si abbatterà  anche sull’informazione. I giornalisti non potranno scrivere più nulla se non dopo molti mesi o anni. Divieto di pubblicare, anche per riassunto, gli atti processuali, non solo le intercettazioni, fino alla conclusione delle indagini preliminari. Quindi anche dopo uno, due anni. In particolare, per chi pubblica anche solo in parte atti o documenti di un procedimento penale è previsto il carcere fino a due mesi o un’ammenda dai due ai diecimila euro. Se si tratta di intercettazioni, carcere fino a due mesi, un’ammenda dai quattro ai ventimila euro e la sospensione dall’esercizio di una professione. Maxi multe per gli editori. Chi pubblicherà  il contenuto o il riassunto di intercettazioni destinate alla distruzione perché penalmente non rilevanti, rischia fino a 3 anni di carcere. Ma un giornalista può ritenere che abbiano un rilievo sociale.

Lo stillicidio anti intercettazioni continua con la norma "D’Addario": prevede che chiunque "fraudolentemente effettui riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni". Come la escort, amante di Berlusconi, che registrò le conversazioni con il premier e filmò il "lettone di Putin" a Palazzo Grazioli. Il padre dell’emendamento, il relatore Roberto Centaro, ha annunciato una modifica entro lunedì in vista del voto in aula. Staremo a vedere. Con questo emendamento si metterebbe la parola fine alla possibilità  per i cittadini che vogliono incastrare un estorsore, per esempio. E si chiuderebbe la bocca a programmi come Report. La preoccupazione dei giornalisti per la violazione del diritto di cronaca è condivisa anche dall’Anm. Il presidente Luca Palamara ieri ha detto che il sindacato delle toghe "è sensibile alle problematiche evidenziate dalla Fnsi. Va trovato un giusto punto di contemperamento tra la tutela della privacy e il diritto costituzionale dell'informazione". Ma Berlusconi deve fare alle intercettazioni quella che lui stesso ha definito una "guerra santa". Tanto che nel ddl è stato inserito un emendamento che prevede una nuova immunità  per i parlamentari in modo da evitare lo spettro di un'altra inchiesta. Non solo come quella di Trani ma anche come quella su Bertolaso e la "cricca degli appalti". Se si intercetta, anche indirettamente, un onorevole sarà  comunque obbligatoria l’autorizzazione della Giunta di Camera o Senato. Così il deputato o il senatore è già  avvertito dell’indagine in corso, a differenza del comune cittadino e statisticamente ha ottime probabilità  di essere salvato in Parlamento.





di Beatrice Borromeo:

Gian Antonio Stella: una volta gente come Feltri e Cicchitto si sarebbe ribellata

"Sta registrando?". Si. "Lo sa che non potrà  più farlo? Con la nuova legge è illegale. Quando Renzo 'Trota' Bossi ha smentito di aver mai detto che non avrebbe tifato per la nazionale ai mondiali di calcio, Vanity Fair ha messo online la prova che la frase era stata detta. Domani, con la nuova legge, non potrebbe più farlo".

Neanche se l’intervistato acconsente alla registrazione?

Da quel che si capisce, assolutamente no.

Come se lo spiega?

Evidentemente qualcuno è rimasto scottato dalle registrazioni fatte da Patrizia D’Addario.

Quindi è davvero un bavaglio anti-D’Addario?

Sì. Il problema è che non si sono resi conto di aver ideato per reazione una cosa assolutamente ridicola: vietano pure le interviste giornalistiche. "Voi del palazzo ci state paragonando a degli stupratori", ha scritto Feltri. Condivido.

Cosa rischia un giornalista a registrare una telefonata?

Sulla carta da sei mesi a quattro anni. Non solo: con la nuova legge alcune cose fatte da me, Annozero, Striscia la Notizia, Report e altri non saranno più consentite.

Un esempio?

Prendiamo un’università  che promette una laurea in tre mesi. Se chiamo, registro e incastro le false promesse, compio un atto illegale. Una censura orrenda.

Dunque cos’è questa legge?

E’ un provvedimento in puro stile sovietico, che scarica ogni responsabilità  sull’ultimo anello della filiera cui si attribuisce lo sputtanamento organizzato degli intercettati, siano o no indagati, imputati o colpevoli. Ammetto che la frase non è mia, ma la sposo in toto.

Chi l’ha detta?

Vittorio Feltri, il direttore del giornale di Berlusconi.

Stella è d’accordo con Feltri, chissà  se Feltri è ancora d’accordo con Feltri.

E’ vero che allora Feltri scriveva per Libero, ma mi rifiuto di immaginare che lavorando oggi per il Giornale la pensi diversamente.

Proprio il Giornale ieri ha pubblicato nuove intercettazioni.

Anche le prime su Antonio Fazio, quelle del bacio in fronte a Fiorani, le aveva pubblicate il Giornale. Questo Paese ha due pesi e due misure. Ricordo quando furono mandate in onda le intercettazioni fra Luca Casarini e Francesco Caruso che dicevano "bisogna sfondare la linea rossa", durante il G8 di Genova nel 2001.

Che reazioni ci furono?

Cito testualmente: "La sinistra ora sventola la bandiera dei diritti di privacy. Nulla di più falso. Si vuole insabbiare e nascondere la verità ", Alessio Butti, parlamentare del Pdl. "Il materiale trasmesso relativo alla comunicazione telefonica tra Casarini e Caruso è interessante", Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. "Sentire le affermazioni di Caruso e Casarini è come fare un’intervista", Gasparri, capogruppo Pdl al Senato. Questo pensavano delle intercettazioni. Ma di un altro genere.

Come cambierà  il suo lavoro se la legge passerà ?

Io non credo che passerà  così com’è. E’ troppo stupida. E’ fatta male. Mi rifiuto di credere che dopo aver detto quelle cose i Butti, i Cicchitto, i Gasparri e soprattutto quelli come Feltri la faranno passare.

Proprio in questi giorni ci sono le requisitorie per la clinica Santa Rita, anche se migliorassero la legge molte inchieste non potranno più essere pubblicate.

E questo è inaccettabile. Penso anche agli sciacalli che ridono dopo il terremoto. Nei paesi seri una legge come questa verrebbe affondata da una pernacchia corale da parte dell’opinione pubblica.

Lei continuerà  a pubblicare lo stesso?

A quel punto diventa una questione di principio insuperabile. Non possiamo cedere a una sopraffazione come questa e spero che anche gli editori se ne rendano conto. Su alcune cose non si può trattare.

Che effetto avrà  su tutti quei giornalisti che non hanno il suo nome e la sua statura?

Rischia di essere devastante. Già  oggi ci sono tanti colleghi, anche perbene, che hanno difficoltà  grosse a pubblicare le notizie. Per loro un provvedimento come questo sarebbe una pietra tombale.

Da il Fatto Quotidiano del 28 aprile