URLA E CHAMPAGNE COME CON DIEGORepubblica — 28 marzo 1994 pagina 32 sezione: SPORT
NAPOLI - "Un boato. Ho sentito solo quello, per un secondo, poi più niente: intorno a me, il silenzio". Di Canio racconta così la sua gioia, quei venti secondi di follia, una finta, un' altra, il cross che non si può fare, con quattro milanisti in area e nemmeno una maglietta azzurra, il sinistro disperato tra il palo e le grandi mani di Rossi. Ma quello che lui crede il silenzio del San Paolo è in realtà la festa, un urlo assordante e quasi incredulo, che l' accompagna sotto la curva, lo abbraccia, dà il via al pomeriggio più bello del campionato del Napoli. Non c' è più Maradona e il Milan sembra irraggiungibile, ancora più imbattibile di sempre: ma il destino ribalta la logica, manda in paradiso una squadra che da due mesi soffre, gioca male e non corre più, e stavolta ha addirittura quattro titolari in meno, che contano. Fuori, mentre i giocatori napoletani rompono bottiglie di champagne negli spogliatoi per festeggiare la partita dell' anno, s' è formata una folla d' altri tempi: due ali di tifosi che aspettano di veder uscire i giocatori alla spicciolata, proprio come succedeva nel periodo d' oro, e che abbracciano Ferrara col gambone di gesso al piede destro, Pari che per quasi otto mesi è rimasto in tribuna, a guardar gli altri giocare, e tutto sommato ha fatto la sua parte con dignità e coraggio, e naturalmente Di Canio. "Questo gol è un' emozione più forte di quella del derby romano vinto dopo dieci anni", racconta. Era il 15 gennaio dell' 89, per la cronaca: Lazio-Roma 1-0. "Mi sono sfilato di dosso la maglietta mentre ancora tiravo, certe sensazioni le avverti prima: e poi sotto la curva, dove l' arbitro è venuto a prendermi per complimentarsi e per ammonirmi soprattutto, mi sono riposato, mentre volevo piangere. Ora sembra facile dirlo, ma pensavamo tutti noi che il Milan si poteva battere, giocando col cuore, e con la spinta dei tifosi, meravigliosi". Si poteva battere la squadra che corre incontro al suo terzo scudetto consecutivo, certo. Ciò che il Napoli non avrebbe mai potuto immaginare era trovarsi improvvisamente in posizione privilegiata per la coppa Uefa, ora che a trenta punti la quota salvezza, dichiarata da Lippi come primo obiettivo, è raggiunta: c' è il Toro, a far compagnia ai napoletani, mentre l' Inter scivola due punti sotto e arrancano anche le altre. "Ci crediamo, all' Uefa ci crediamo - dice Fonseca, che ha battuto il Milan per la prima volta da quando è in Italia - Oggi non dobbiamo più parlare di miracolo, ma di obiettivo alla nostra portata". Persino Lippi, che aveva speso il sabato preparandosi al peggio, ammette che "sì, oggi siamo in Europa: il problema adesso è restarci, non possiamo scaricarci proprio adesso". Come tanti altri in questa squadra, l' allenatore punta all' Uefa come ad un regalo d' addio: tra qualche mese farà le valigie, destinazione Juventus, seguito molto probabilmente da Ferrara, e forse da Thern, mentre Fonseca andrà al Milan e la sua coppa, anzi la coppa più prestigiosa, la farà comunque. "Non pensiamoci, non pensiamoci per un po' ", dice il presidente Gallo, il traghettatore della possibile salvezza societaria, impegnato domani in una riunione con gli altri soci, e giovedì in una difficile, decisiva partita con le banche. Ma la squadra, parte di essa, è qui che vorrebbe restare. A cominciare da Jonas Thern ("Ho un contratto con il Napoli anche per l' anno prossimo, vorrei onorarlo, se non sarà la società a ritenere necessario questo sacrificio"), arrivando all' eroe del pomeriggio, Di Canio. Il suo cartellino è di proprietà della Juve e scade alla fine di questa stagione, riscattarlo costerebbe al Napoli poco meno di cinque miliardi. "So che per la società sarebbe un grande sacrificio, che oggi anche cento milioni possono determinare in qualche maniera il futuro del Napoli. Ma cinque miliardi è il prezzo di un buon giocatore di B, e se qualcuno può fare questo sacrificio per me, ne sarei felicissimo. Fatemi restare". Si può dire di no all' uomo che ieri s' è vestito da Maradona, regalando un' emozione che il San Paolo non conosceva più? - di FRANCESCO RASULO
[spoiler=video: Di Canio al 79']http://www.youtube.com/watch?v=lkrhwFwCTxQ[/spoiler]
[spoiler=video: Di Canio al 79' (bis)]http://www.youtube.com/watch?v=QSzT1gDzb4c[/spoiler]
che meraviglia.
oltre a raccontare i propri ricordi di quel gol e di quella partita, qualcuno saprebbe spiegarmi com'è possibile che dopo il gol venne esposto in curva uno striscione che recitava
AL 79' DI CANIO (si vede chiaramente al minuto 1:40 del primo video)?
venne preparato al momento?