Achille Lo Chiummo e la sua amata Brigida hanno avuto lo sfratto e come nuova dimora non hanno trovato di meglio che un cantiere della metropolitana. Lei corriere, lui guardiano notturno, decidono di sfuggire ad un'esistenza tanto misera alterando dei vecchi documenti, cancellando una lettera dal cognome del nonno e ritrovandosi di colpo parente del boss pentito Antimo Lo Ciummo. Un piano apparentemente perfetto, se si eccettuano gli imprevisti che la convivenza con uno spietato camorrista sotto il programma di protezione testimoni può portare con sé.
Terza fatica cinematografica di Eduardo Tartaglia,
La valigia sul letto allarga il cast a nomi vicini (Casagrande, Mahieux) e lontani (Seredova), che sotto gli abiti leggeri della gag verbale (“nell'intimo puoi chiamarmi Antimoâ€) e dell'allegra confusione partenopea di toni e caratteri, non si fa mancare il cappotto e l'impermeabile, vale a dire un copione narrativamente più che strutturato e autonomo e un gruppo di attori capaci, dai tempi comici rodati.
Ed è proprio nella sequenza dell'“A livellaâ€, quando il trio Tartaglia-Casagrandre-Izzo, complice il contesto sepolcrale, si lancia nell'interpretazione della poesia di Totò, che i personaggi scritti si dimenticano un attimo dei loro compiti ed emerge, insopprimibile e più autentica del resto, la passione per l'improvvisazione, per il teatrino.
Checazzo, anche se all'inizio ce ne mette per ingranare...biagio izzo migliore in campo.
