Come si vive da disoccupati?
«Studiando, girando. Sono stato in Inghilterra, a seguire l’Arsenal di Wenger, e poi a Barcellona, da Guardiola, alla vigilia della sfide con l’Inter. Ho sciacquato i panni, in attesa di una proposta seria».
Il telefono non squilla?
«Sì, ma non abbastanza: qualcosina dall’estero, e pure dall’Italia. Non ho fretta».
Caso Maradona: più sorpreso dalla sua nomina o dal suo esonero?
«Metà e metà : spiazzato quando lo fecero ct; basito alla notizia della cacciata dopo un Mondiale, tutto sommato, dignitoso».
Cosa perdiamo con la partenza di Mourinho?
«Un grande allenatore, come documenta la tripletta dell’Inter, e un grande affabulatore: detto ciò, prendo le distanze da certi atteggiamenti, i più estremi ed estremisti. Non hanno aiutato a migliorare l’atteggiamento e la cultura del calcio italiano».
Fuor di Mourinho?
«Siamo il Paese del “tutto e subitoâ€. Continuiamo a predicare bene e a razzolare male. Ha provato a contare la panchine saltate nell’ultimo campionato?».
Saltò anche la sua, a Napoli.
«Dopo sette partite. Ma questo è il meno. Anche perché
non credo, visti i risultati ottenuti da Mazzarri, di aver lasciato macerie».
Dicono di lei: così grigio e per bene, così modesto.
«E allora? Rifiuto l’idea che l’etichetta di essere una persona normale possa penalizzare la carriera. Non sono il migliore, e resto orgoglioso della mia normalità »
Grande mister