Cara Napoli, caro Napoli, prima o poi doveva capitare. Beh, eccoci qua: domani saremo amici contro. Amici contro, sì: avversari mai. La retorica non fa per me, chi mi conosce lo sa, ma è ovvio che la partita con il Napoli non potrà essere una partita qualsiasi: c’è una vita lunga cinque anni, di tante gioie e pochi dolori; ci sono amici ovunque, dall’albergo che ho scelto come casa alle strade della città ; c’è Aurelio De Laurentiis. Ci sono ragazzi come figli. Marek, il Pocho, Grava, il Boglia, Paolino, Christian e tutti gli altri.
Tutti, nessuno escluso. E poi il caffè di Tommaso, il dottore e i magazzinieri. I pranzi, le cene. E le persone: tutte quelle con cui io e mia moglie Livia abbiamo condiviso un’esperienza indimenticabile. Da brividi: come il San Paolo che esplode.
Grazie di tutto l’affetto dimostratomi prima, durante e dopo. Da brividi: come la città che vive di calcio, vive di Napoli. In cinque anni ho avuto in dote e in dono momenti di gioia che hanno tinto metà del mio cuore d’azzurro in maniera indelebile.
Sì, metà del mio cuore sarà sempre azzurro. Non rinnego e non rimpiango nulla. E non posso che emozionarmi, ricordando la meravigliosa scalata dalla serie C al «Da Luz».
Da Gela, la partita-simbolo prescelta dalla città , alla notte di Coppa Uefa con il Benfica.
E ora? Lazio-Napoli. Sono ancora qui, a lottare per un altro obiettivo e con un altro gruppo. Un’altra squadra. E domani ognuno di noi giocherà per un traguardo: la Lazio per la salvezza; il Napoli per l’Europa.
Sono felice di tutto quello che De Laurentiis, Mazzarri e la squadra stanno facendo. Sono contento per i napoletani, per il popolo azzurro. Domani ci abbracceremo e poi... «amma vencere».
Lo dicevo sempre, lo ripeto ancora. Anzi, considerando che oggi sono l’allenatore della Lazio e vivo a Roma, mi correggo: «Dovemo vincere».
Auguri di cuore a tutti i miei amici napoletani. Per sempre.
Fonte: Il Mattino.