Autore Topic: Schiavi del calcio  (Letto 1856 volte)  Share 

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

AyeyeBrazov

Schiavi del calcio
« il: 17 Marzo, 2010, 14:58:59 pm »
In Italia si parla sempre di calcio… Ogni giorno. Si parla di pre-partita, partita e dopo-partita. C’è la Coppa Italia, la Champion, i Mondiali etc. Si parla di calciatori, della loro vita privata e di quante veline sono state a letto con loro. Si parla anche di scandali e Calciopoli, ma solo quando la questione diventa troppo palese per poter essere ignorata…

Anche Sold Out parla di calcio, ma approfondisce dei temi che solitamente vengono evitati con cura. àˆ un video-documentario del 2002 che parla della cosiddetta “tratta” dei ragazzini nel Mondo del calcio, tra l’Africa e le grandi società  sportive d’Europa. Il filmato apre con il primo piano di un ragazzino che afferma “I wanna be a superstar”, e poi prosegue mettendo in luce gli aspetti di quella che viene definita come la versione moderna del commercio di schiavi studiato sui libri di storia.

Anche il giornalista Corrado Zunino ha approfondito questo argomento nel suo video-reportage Il Mercato della Coppa D’Africa, concentrandosi su Accra, la capitale Ghanese dove nel 2008 si è disputato il grande campionato calcistico richiamato nel titolo. Un documentario che mostra la passione con cui centinaia di giovani inseguono il mito del calcio, cercando in questo sport una possibilità  per cambiare la propria vita. Un sogno che ogni giorno gli dà  la forza di svegliarsi all’alba per un duro allenamento sulla spiaggia o sui campetti costruiti attorno alle discariche. Si chiamano “pitch”, e rappresentano la meta di quelle folle di adolescenti che quotidianamente si impegnano in estenuanti allenamenti: scatti, addominali e ripetute tra cocci di vetro e pneumatici abbandonati sulla sabbia… Sognano il mito di Appiah ed Eto’o, con la determinazione e l’ingenuità  che solo la fantasia di un quindicenne può concedere. Loro si rifiutano di credere che questi loro campioni appartengano solo ad una ristretta minoranza: i pochi fortunati che emergono da una più oscura maggioranza di esperienze nettamente diverse.

Dietro la gloriosa facciata di questi rari fuoriclasse del calcio, infatti, si cela un mondo completamente diverso… Documenti falsificati e dati anagrafici modificati per aumentare l’età  di un ragazzo troppo giovane. Famiglie che si indebitano sino al punto di vendere la propria casa per avvicinare i propri figli agli osservatori e magari anticipare i costi di un viaggio in Europa per un provino. Procuratori senza scrupoli che non si fanno problemi a scomparire quando questi aspiranti calciatori non riescono a superare la prova. Giovani abbandonati in un Paese sconosciuto, senza i soldi né la forza di tornare a casa ed ammettere il proprio “fallimento”, ad una famiglia che ha impiegato tutti i suoi risparmi per quella occasione. Ragazzi che piuttosto che tornare indietro scelgono di restare in Europa, anche a costo di vendere borse per strada o spacciare droga per racimolare soldi e tentare di risanare il debito dei loro genitori. “Clandestini” giunti nel continente europeo con finti contratti di lavoro costruiti ad hoc per aggirare le leggi…

Un fenomeno che in Francia è monitorato dall’associazione Culture Football Solidaire, che in un’indagine di un paio di anni fa ha censito fra le strade di Parigi 800 ragazzi africani diventati solo ex calciatori. Una questione da cui l’Italia non è immune, come denunciava un articolo dello stesso Corrado Zunino quando smascherò il “Matera Calcio” mentre tentava di costruire una cooperativa di lavoro fittizio per far entrare 4 ragazzi ghanesi da imbianchini.
Un mondo praticamente sconosciuto, sostenuto dalle robuste colonne di società  calcistiche troppo potenti per poter essere contrastate, e dalla passionale tenacia dei tanti sogni che troppo spesso si infrangono contro il bisogno di avere, solamente, una nuova possibilità â€¦