Sono quasi tre ore di film. Anche poco se vogliamo, dato che si ripercorrono circa 50 anni di storia della Ex-Jugoslavia. I due protagonisti sono Marko e "il Nero" che dalla resistenza al fascismo arrivano alla guerra civile che ha separato la nazione. Ma non è un film di guerra. Né è un film storico. La storia fa da sfondo, oppure la vicenda è un pretesto per narrare la storia, come preferite voi, il fatto è che Marko e "il Nero" organizzano la resistenza al nazismo creando una vera e propria civiltà sottoterra. Marko è l'unico, con la moglie (rubata all'amico Nero), a vivere alla luce del sole. Finita la guerra, inganna i rifugiati, diventa braccio destro di Tito e mette su una vera e propria fabbrica di armi clandestina. Il Nero fuggirà e si ritroverà nel set del film dedicato a lui stesso. Il tutto accompagnato da una colonna sonora eccezionale firmata Goran Bregovich.
Memorabile la scena in cui Marko si masturba sotto i bombardamenti, per concludere, dato che la baldracca, spaventata, lo aveva abbandonato. Ciò che mi piace di più è forse proprio la pazzia, o meglio, l'anarchia dei due personaggi principali, nella tragicità della vicenda riescono a tirare fuori una comicità irresistibile.
Non so se è il miglior film di Kusturica, a me sono piaciuti molto Arizona Dream, che è totalmente diverso, e Gatto Nero Gatto Bianco, che nella sua totalità è forse più coeso di Underground, ma Underground ha qualcosa di più profondo.
Premiato a Cannes con la Palma d'oro.
Voto *****