Quando il grande investigatore di Calciopoli spegne il suo pc sono passate da poco le 15. Attilio Auricchio, tenente colonnello dei carabinieri, parla guardando il file: griglie, partite, ma, soprattutto, intercettazioni entrano nell’aula del tribunale di Napoli seguendo la ricostruzione di chi guidò le indagini a partire dal luglio del 2004 e fino all’ottobre del 2006.
L’audizione di Auricchio non si concluderà prima di altre due udienze per passare poi al controesame delle difese, già ieri molto agguerrite. I legali dei vari imputati gli hanno contestato l’inesattezza di alcune ricostruzioni come quelle che abbinano arbitri a partite mai dirette, ma, in particolare, viene messo in discussione il metodo seguito dal teste, ovvero la lettura di intercettazioni non trascritte dal perito nominato dal tribunale, ma prese dai brogliacci dei carabinieri. Alla fine della sua prima deposizione, è stato Luciano Moggi a fare una dichiarazione spontanea. Diretto l’attacco al Milan: "L’arbitro Rodomonti vicino a me e alla Juve? Un falso. Auricchio - così l’ex dg bianconero - ha letto le intercettazioni che gli facevano comodo. Rodomonti dopo aver arbitrato una partita vinta dal Milan 1 a 0 su rigore parla con Meani (dirigente rossonero addetto agli arbitri, ndr) che gli dice bravo perché il rigore era giusto e che continua dicendogli che il presidente gli farà fare i capelli (il trapianto, ndr) da 30 mila euro in Svizzera".
Moggi, poi, precisa: "La spia era Manfredi Martino, l’allora segretario della Can: era lui a mandare gli sms non appena erano noti i nomi degli assistenti per le partite". Una curiosità : uno dei grandi accusati, l’ex arbitro De Santis che chiamerà come teste anche Del Piero e Ibrahimovic e potrà avvalersi dei filmati delle partite incriminate, farà pratica legale.