La star di Hollywood Jean-Claude Van Damme, stanco, depresso e pieno di debiti torna nella sua città natale in Belgio, un piccolo paese alle porte di Bruxelles, in attesa del processo per la custodia della sue due figlie contro l'ex moglie. Ma si trova coinvolto inaspettatamente in una rapina nell'ufficio postale del paese...Quando fu presentato due anni fa in uno dei megafestival europei (non ricordo se fosse Cannes o Venezia...) , lessi delle critiche positive su quest'opera soprattutto per il monologo-verità di Jean Claude, poi però del film non seppi più nulla visto che stranamente (probabilmente complice l'idiozia dei distributori italiani, che vedendo il nome Van Damme ed associandolo alle sue ultime quindicennali produzioni, una più flop dell'altra...pensavano che il film non avesse nessun interesse) il film non fu distribuito in Italia e scomparve dalla mia testa...
Adesso dopo due anni quasi per caso ho avuto il piacere di vederlo e la prima cosa che mi viene da dire è una : SORPRESO.
Sorpreso ovviamente in positivo (è anche vero che la pellicola non è il classico cazzonissimo film "alla Van Damme" per adolescenti un pò dementi), per la storia piena di rimandi e citazioni cinefile (ci troviamo di fronte alla solita rapina con ostaggi ed all'assalto dei media...ma ciò non toglie di essere comunque molto originale per la presenza "vera" proprio di Van Damme "carne e ossa"), per l'umorismo nero e soprattutto per l'interpretazione proprio del suo protagonista, un Van Damme decisamente sfatto, malinconico ed appesantino dopo anni di troppi eccessi e troppi flop...che non si prende mai sul serio e che anzi dall'inizio fino alla fine fa proprio il verso al suo personaggio eroico interpretato nei suoi film. Il momento clou del film sta proprio nel famoso monologo già sopracitato...6 minuti solo davanti alla telecamera toccanti che come Mickey Rourke in The Wrestler (vi consiglio di vedere entrambi, perchè pur essendo ovviamente due film totalmente diversi hanno molti punti in comune grazie ai loro due protagonisti "reali"...), vanno oltre la classica interpretazione attoriale ma sono un vero e proprio sfogo di vita reale. Un Van Damme sincero e sconfitto che riesce veramente a colpire al cuore, e che non esita anche a "ridicolizzare" ma sempre in maniera sincera il suo vecchio personaggio hollywoodiano..
Al di là di una fotografia forse un pò troppo patinata, la cosa positiva è che il regista esordiente comunque evita tutti quei clichè e zoomate da videoclip che tanto purtroppo oggi la fanno spesso da padrone...a suo modo quindi un film moderno e originale, ma anche "classico" nel significato più positivo del termine.
Io ve lo consiglio.
