Il manto erboso del San Paolo è un Continuo work in progress Il manto erboso dello stadio San Paolo di Napoli, ha ancora bisogno di cure e trattamenti per essere al "top della forma". E' questo quanto emerge da una ricostruzione fatta in esclusiva da Napolipress con Francesco Marrone, propietario della ditta che ha eseguito i lavori, e con il supervisore delle operazioni Nicola Pilone. Il manto erboso è uno dei migliori che c'è in circolazione ed è rinforzato nel sottostrato con tre diversi tipi di sabbia per meglio favorire il drenaggio dell'acqua e l'impatto del pallone sull'erba. Uno dei problemi che sta affrontando però il rettangolo di gioco è l'attacco subito da alcuni funghi che proliferano con l'umidità "che nel perido in cui è stato rizollato il campo era molto elevata" ammettono Pilone e Marrone.
A questo problema è stata trovata già una soluszione trattando il campo con agenti chimici che hanno interroto la proliferazione "dei parassiti e hanno debellato la malattia". Le chiazze gialle viste nella gara con l'Utrecht potrebbero dunque essere presto solo un ricordo, visto che si sta procedendo al trattamento del campo con sabbia e nuovi semi per le zone in cui sono presenti delle buche:
"Per ricrescere l'erba ha bisogno di una decina di giorni, contro il Chievo - ammette Pilone - potrà esserci una prima ricrescita, ma bisognerà poi trattare ancora il campo per far fiorire l'erba. Tenendo il manto a riposo senza che venga calpestato". Problema piccioni - Un altro problema che attanaglia il manto erboso del San Paolo è la presenza di molti piccioni che sono portatori di batteri e "mangiano i semi che vengono distribuiti" fa sapere Marrone. Dunque il campo deve essere costantemente trattato e grazie a delle tecniche messe appunto dal direttore Pilone si fa riescono a tenere lontani i piccioni dalle zone in cui sta rifiorendo l'erba.
Campo giovane - Come tutti gli esseri viventi anche l'erba del San Paolo ha un suo processo di crescita e di compattamento. Com per gli uomini c'è un ciclo vitale anche in natura bisogna fare i conti con questo ciclo. Attualmente lo strato erboso del San Paolo è molto giovane e quindi va trattato (anche chimicamente) come tale. Quindi gli agenti chimici non possono essere troppo forti altrimenti si richierebbe di rovinare l'erba. Inoltre con il passare del tempo diventerà sempre più folto e quindi resisterà meglio "alle dinamiche di gioco che ovviamente creano delle buche e degli scompensi sul terreno" chiosa Pilone.
I lavori per risistemare il manto erboso vanno avanti freneticamente con gli operai che con cura tagliano l'erba e provvedono ad irrigare i campi oltre che riseminare nei punti dove vi è bisogno di nuovi semi. Ovviamente il seme ha bisogno di 8-10 giorni pre cresce e l'impatto con i tacchetti chiodati dei calciatori di certo non favorisce la ricrescita, ma dopo la sfida con il Chievo i manutentori avranno circa due settimane per permettere all'erba di rifiorire. Napolipress.

rimpiango gli anni in cui giocavamo al Collana
