ROMA - Il 28 maggio, a Ginevra, l'Uefa assegnerà gli Europei del 2016: la Francia è sempre più favorita e potrebbe contare anche sui voti della Turchia. L'Italia, che sconta il disinteresse del governo (ma Giancarlo Abete non ha il coraggio di dirlo), è stata bocciata oggi nel rapporto di valutazione che l'Uefa ha pubblicato sul suo sito (solo nella versione inglese). "In generale - è scritto - il settore della candidatura italiana relativo agli stadi è professionale e di standard ragionevole, sebbene in alcune aree i requisiti non vengano soddisfatti in pieno". L'Uefa evidenzia che "importanti investimenti a livello cittadino e specialmente a livello di stadi sarebbero necessari per ospitare" il torneo, il primo a 24 squadre.
Ma la legge sugli impianti, come si sa, è ferma da un anno. "La candidatura italiana comprende 12 stadi, di cui un esistente (Roma, proposto per la finale). Otto avrebbero bisogno di sostanziali interventi, tre sarebbero nuove costruzioni. In totale, verrebbero investiti 740 milioni di euro con fondi pubblici o privati. A questo punto -si legge- le autorità hanno garantito l'86% (640 milioni) dell'investimento totale". Il resto del budget verrà assicurato da investimenti privati. Nel documento si afferma che "il budget per uno dei nuovi stadi è irrealisticamente basso, tuttavia dovrebbe essere integrato dai governi locali e regionali. I budget per altri due nuovi stadi sono alti", soprattutto per gli interventi da effettuare sulle infrastrutture dei siti.
La Uefa si sofferma inoltre sui tempi di realizzazione. "Degli 11 stadi che richiederebbero che richiederebbero interventi, un progetto attualmente è in corso (lo stadio della Juventus, ndr), gli altri 10 devono ancora cominciare. Secondo i documenti ricevuti, si prevede che i progetti di tutti gli stadi vengano completati entro luglio 2014. Durante gli 8 interventi, i club continuerebbero a giocare le gare casalinghe (e in alcuni casi europee) negli stadi. Questo potrebbe complicare e allungare i lavori, creando difficoltà di programmazione con possibili conseguenze sulla data di consegna". Inoltre ci sono difficoltà di trasporti (soprattutto con alcuni areoporti) e prezzi dei biglietti troppo cari. "Le motivazioni chiave sono state espresse in maniera molto generica", scrive l'Uefa che forte di questo report il 28 rischia di bocciarci definitivamente. (14 maggio 2010)
scordiamoci il San Paolo nuovo.