De Laurentiis ad Abete
''Calcio medievale''
Parla il presidente azzurro alla vigilia del big match con il Milan e in una telefonata al presidente federale attacca i regolamenti
di MARCO AZZI
Laurentiis ad Abete ''Calcio medievale''
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NAPOLI - Che fosse di pessimo umore si sapeva già, anche in mancanza di dichiarazioni ufficiali sull'epilogo del caso Lavezzi. Aurelio De Laurentiis s'era imposto negli ultimi tre giorni la consegna del silenzio, provando a distrarsi con il lancio del suo nuovo film: "Manuale d'amore 3", che oggi pomeriggio sarà presentato in un hotel del lungomare.
Ma alla fine, nonostante gli impegni cinematografici con Robert De Niro e Monica Bellucci, il tappo della pazienza è saltato lo stesso e il proprietario del Napoli ha deciso di sfogarsi, attaccando le istituzioni del pallone. "Ho contattato la Federcalcio e ho detto al presidente Abete che ci dobbiamo mettere in testa di aprire un tavolo per risolvere i problemi macroscopici, di natura medievale, del nostro calcio. Bisogna lavorare a testa bassa per cambiare queste regole", ha tuonato il numero uno azzurro, durante un intervento a sorpresa all'emittente romana Radio Radio. Spiazzati tutti, a cominciare dai suoi diretti collaboratori.
Il comunicato ufficiale della società, diffuso sabato mattina, avrebbe dovuto chiudere in maniera definitiva la vicenda. Invece non è stato e non sarà così. La tensione rimane alta. Chissà se c'entrano anche gli ultimi errori arbitrali, che hanno favorito nel week-end le vittorie di Inter e Milan. E' una certezza, al contrario, che De Laurentiis si senta per l'ennesima volta penalizzato, dopo la stangata della giustizia sportiva nei confronti di Lavezzi. "Noi lavoriamo solamente per
i tifosi: guai se il calcio perde credibilità e la gente ci abbandona", ha lanciato l'allarme il presidente del Napoli, rammaricandosi per il malumore che serpeggia da qualche giorno in città.
Le tre giornate di squalifica inflitte al Pocho, attraverso due sentenze quanto meno molto controverse, sono state infatti interpretate come un vero e proprio sgambetto alla squadra di Mazzarri. Il tam tam è partito dal web, attraverso i siti che seguono da vicino le sorti degli azzurri. "Vogliono tagliarci fuori dalla lotta per il primato".
De Laurentiis teme che i tifosi possano disamorarsi, arrendendosi alla teoria del complotto. Si spiega soprattutto così la decisione del presidente di contattare Abete e la Figc, anche per scongiurare sul nascere l'ipotesi di un deferimento del Napoli, che è trapelata da Roma. Il club azzurro non accetterà senza combattere ulteriori sanzioni. "Non si può andare avanti in questo modo, penalizzando sempre le società. Sarebbe stato più giusto punire i veri colpevoli. Ha sbagliato Rosi a provocare e ha sbagliato Lavezzi a reagire: sono stati loro due i portatori della maleducazione. Se un giocatore sbaglia deve pagare con 300 mila euro di contravvenzione, non con tre giornate di squalifica".
Il Napoli non nasconde le colpe del Pocho e infatti oggi lo multerà, come prevede il regolamento interno del club. Cifre ancora non se ne fanno, ufficialmente, ma si sa già che l'argentino deve attendersi una robusta trattenuta sulla busta paga. E' grave il danno che il Pocho ha arrecato alla squadra, con il suo comportamento scorretto e indifendibile. Restano però le forti perplessità sulla condanna con la prova tv. Per questo De Laurentiis alza la voce. "C'è in gioco la credibilità del calcio".