De Laurentis avrà tanti difetti, fa la supercazzola e non rispetta tutte le promesse e le aspettative, ma gli va dato indiscutibilmente merito di aver trasformato il calcio a Napoli in un qualcosa di molto solido e con ottime prospettive, pur partendo avvantaggiato dalla creazione di una società nuova post fallimento. Indubbiamente possiamo dire dire che:
a) abbiamo una società molto sana, con regole abbastanza stringenti e solide (tetto ingaggi, nessun acquisto fuori budget, nessun anticipo su ricavi futuri, nessun prestito dalle banche, ecc.) che ci danno un ottimo potenziale e costringono tutta l'organizzazione ad essere più efficiente e tesa a risultati non solo di breve termine. In brevi parole, Napoli ha nel DNA un potenziale enorme e De Laurentis lo sta gradualmente raggiungendo, senza intrallazzi e contrariamente alle altre logiche dominanti nel calcio italiano.
b) pur con tutte le perplessità legate a 'o proggettone, dovute principalmente a tutte quelle aree in cui ci si aspettava un'evidente crescita (settore giovanile, relazioni con altri club nazionali e internazionali, organizzazione interna delle funzioni, canale tematico satellitare e sito web con relativa community, centro sportivo adeguato alla dimensione del Napoli, ecc.), c'è stata la capacità di fornire una visione di riferimento, a volte supportata dai fatti e altre no, che ha comunque creato l'entusiasmo e la necessaria fiducia per far lavorare tutti in una direzione.
c) in un mondo di squali e canaglie, De Laurentis, cinema o non cinema, inesperto o meno, non è esattamente il cazzaro di turno che si fa prendere in giro e si dimostra molto creativo rispetto ai problemi che gli si pongono dinanzi, denotando ottima capacità di destrutturare la realtà del calcio, salvo reinventarla in maniera balorda.
A guardare ciò che c'è in giro, dopo Ferlaino-Gallo-Corbelli-Nardi, è il meglio che potessimo avere.