è questo l'articolo su Milito di cui parlate?
Ecco perché Milito non firmò con il Napoli
Il bomber da trenta gol era stato trattato dal Napoli due anni fa. Estate 2008, il Real Saragozza retrocesso dalla Liga nonostante i 15 gol di Diego Milito, l’attaccante argentino soprannominato il Principe perché da bambino sognava di diventare grande come Enzo Francescoli, il fantasista uruguaiano del River Plate.
All’ex dg del Napoli, Pierpaolo Marino, venne l’idea di sondare la disponibilità del club spagnolo e fece presentare una proposta da Jorge Cyterszpiler, il primo manager di un altro Diego, Maradona. Dieci milioni di euro, quanti ne avrebbe poi proposti Enrico Preziosi, il patron del Genoa che conosceva bene Milito perché l’aveva portato in Italia nel 2005, dovendo poi lasciarlo libero perché la squadra era stata retrocessa dalla A alla C1 per illecito sportivo. Su quella proposta del Napoli il management del Real Saragozza fece un’approfondita riflessione.
Gli sembrava un’offerta bassa perché sei mesi prima aveva rifiutato i 18 milioni proposti dal Tottenham per Milito. E poi c’era quella clausola di rescissione da 100 milioni che aveva un peso rilevante nella trattativa. Ma il Real Saragozza era ormai una squadra retrocessa in B e indebitata, De Laurentiis e Marino erano convinti che i dirigenti avrebbero accettato la proposta. Il colloquio con Fernando Hidalgo, il procuratore di Milito, non andò bene: l’agente fece presente che il suo assistito guadagnava a Saragozza da 2,2 milioni netti e che difficilmente sarebbe sceso al di sotto di quella cifra, anche se aveva voglia di tornare in Italia, come aveva fatto capire a Enrico Preziosi e a suo figlio Fabrizio attraverso sms e telefonate.
Oltre 2 milioni, senza considerare i paletti dei contratti di immagine sui quali Hidalgo, ex braccio destro del potente Gustavo Mascardi, non voleva transigere. Il Napoli, quell’anno impegnato nell’Intertoto, non aveva molto tempo a disposizione, né - alla seconda stagione in A - era intenzionato ad elevare in maniera così clamorosa il tetto degli ingaggi. Se Milito avesse firmato per il Napoli, avrebbe guadagnato più del doppio rispetto a Lavezzi. Così l’obiettivo del club si spostò su un altro argentino, Denis, bomber dell’Independiente soprannominato El Tanque, il carrarmato, in queste due stagioni utilizzato quasi sempre part time. Milito avrebbe coronato il sogno di tornare in serie A grazie a Preziosi, che accontentò lui (stipendio da 2 milioni) e il Real Saragozza (10 milioni), depositando il contratto tre minuti oltre il tempo massimo fissato per la chiusura del mercato di agosto, con quello spettacolare lancio della documentazione da parte dell’agente Fifa Federico Pastorello nell’ufficio della Lega, dove la porta era stata sprangata.
Milito è stato il protagonista della brillante stagione 2008-2009 del Genoa: 24 gol in 31 partite, decisivi per la qualificazione dei rossoblù in Europa League. Ceduto all’Inter, è diventato - a oltre trent’anni - il re d’Europa. Ha segnato 30 gol e gli ultimi quattro sono stati decisivi per conquistare coppa Italia, scudetto e Champions League. Ha riconquistato il posto nella Seleccion e debutterà ai Mondiali il 12 giugno, il giorno del trentunesimo compleanno, nella partita contro la Nigeria. Però Napoli e il Napoli sono rimasti nel cuore del Principe, che pure ha avuto tutto dalla carriera. «Il San Paolo è magico per gli argentini, tutti noi che siamo cresciuti osservando in tv le partite di Maradona», confidò nella scorsa stagione, quand’era la stella del Genoa. Già , Maradona. àˆ lui che ancora lega l’Argentina e Napoli. Il suo fascino è immutato.
Il 30 ottobre 2008, in occasione del quarantottesimo compleanno del neo ct della Seleccion, Milito venne invitato dai responsabili del Napoli Club di Genova, sede a cinquecento metri dallo stadio di Marassi, per festeggiare a distanza quella ricorrenza. Lui si presentò e volentieri posò con la sciarpa azzurra per i fotografi. Accennò a quella breve trattativa estiva con il Napoli. «Ne parlarono per un po’ i dirigenti, peccato». àˆ diventato un fenomeno in età relativamente tarda, con quella doppietta al Bernabeu che ha demolito il Bayern e acceso la festa del popolo nerazzurro, spaventato durante la festa da alcune parole del Principe.
«Non so se resterò», aveva detto sul prato di Madrid, prima ancora di alzare al cielo la Champions. Per poi correggersi in un altro stadio, quello di Milano, dopo il viaggio aereo: «Penso di restare, ho un contratto per tre anni». Mourinho è affascinante e il Real offre tanti milioni al Principe, che potrebbe restare all’Inter portando da 3 a 5 il suo stipendio. Intanto, vuole un altro gol pesante. «Ai Mondiali, mi piacerebbe giocare con la Seleccion», spiega Diego, che ha vinto la Champions dodici mesi dopo suo fratello Gabriel, difensore del Barcellona. Il buon sangue non mente mai. Il Mattino. Il Mattino.
cosa c'è che non va in quest'articolo?