E’ impossibile provare a raccontare la storia di Gianluca Grava in maglia Napoli senza cedere alla tentazione di delineare dei tratti di un calcio che sembra lontano, passato, quasi vecchio. Nella sera che sancirà, probabilmente, il suo addio merita di essere salutato come merita. Una di quelle storie che ti riportano a quando le idee contavano più dei soldi ed una fede poteva essere più forte di qualsiasi crisi e difficoltà. Una storia che racconta del momento più triste della storia azzurra e di uno dei momenti più esaltati. Gianluca Grava è l'uomo che visse due Napoli. Dalla C alla Champions.
LUI C’ERA – Pronto a sprocarsi le mani ed a fare il lavoro sporco quando il Napoli pagava lo scotto di gestione dissennate. Nella nuova creatura che cresceva Gianluca Grava assumeva un ruolo sempre più importante. Sempre pronto a dare l’anima in gara ed in allenamento, sempre pronto a sostenere i compagni anche quando la paura sembrava allontanare gli obiettivi. Lui c’era nei campi maledetti della C, fiero di vestire quell’azzurro che gara dopo gara gli entrava sotto pelle.
LUI C’ERA – Quando c’era da compiere il passo decisivo verso al ritorno nel grande calcio. Un campionato di B vissuto da protagonista, una cavalcata incredibile, una devozione ed una dedizione propria di chi dalla vita ha imparato che per gioire devi sacrificare corpo ed anima. Lui c’era nel 10 giugno del 2007, in quel pomeriggio di Marassi, orgoglioso di essere tra i protagonisti di una rinascita che ha anche la sua faccia, semplice e sincera. Come le lacrime per un traguardo che resterà marchiato come fuoco ardente sulla pelle.
LUI C’ERA – In una notte che sembrava utopia volgendo lo sguardo poco più indietro. Lui c’era a Villarreal il 7 dicembre del 2011 in una notte che consegnava questa squadra alla storia. L’esordio in Champions League al minuto 91, l’apice di una folle corsa, il punto più alto di una storia più bella anche di un film.
LUI E’ – Una delle facce più belle di questo Napoli rinato dalla sua cenere. Gianluca Grava si è guadagnato PER SEMPRE un posto nel cuore di chi ama l’azzurro ed ama il calcio. Non è questione di talento, di capacità. E’ una questione di sentimenti. Di serietà. Una storia che sembra volgere al termine. Ma che non potrà mai essere dimenticata. Ciao Gianluca.