Filmati, pedinati e fermati i teppisti di Juve-Napoli
"Siamo stati provocati". Si difendono tre ragazzi bene del tifo. Comincia per loro la seconda notte in questura. Tre che hanno soldi, che seguono il Napoli viaggiando in aereo con la squadra, tre incensurati. La Digos non li conosceva, li ricordava tra i più attivi nei disordini allo stadio Olimpico di Torino, li ha rivisti all’aeroporto di Caselle ieri sera. Una telefonata, ed ecco decine di poliziotti a Capodichino per identificare gli 80 tifosi che sbarcavano con giocatori e giornalisti, i tre sono stati trasferiti negli uffici della Digos di Napoli. In attesa del primo verdetto: tornare a casa o andare in carcere.
La loro sorte è affidata alla prova video. Il questore Santi Giuffré e il capo della Digos, Antonio Sbordone, hanno atteso i filmati della Scientifica di Torino. La legge sulla violenza nel calcio prevede l’arresto allargando a 48 ore la flagranza. Ma sancisce l’obbligo della prova video per sostenere le accuse. I filmati sono stati trasmessi attraverso un circuito interno della polizia, altri inviati con un aereo della sera perché fossero più nitide le immagini. Le prime sembrano fornire riconoscimenti attendibili. L’ipotesi dell’arresto, già stasera molto fondata, sarà confermata solo domani.
La Procura segue da stamane le indagini della Digos. Antonello Ardituro è il pm della Procura antimafia che si occupa del caln del Casalesi, ma che ha sempre coordinato le indagini sui disordini nello stadio. Napoli è un modello nella lotta alla violenza del calcio. Prevale la linea investigativa: magistrati e Digos hanno approfondito le indagini, contestando anche il reato di estorsione a danno del Calcio Napoli. Retate e processi come in nessun altra città . Negli ultimi tempi, per il volume investigativo raggiunto è stato costituito un pool di inquirenti. Con il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, c’è il pubblico ministero Antonello Ardituro, ormai uno specialista. Del pool anno parte da un mese anche Paolo Sirleo, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri. Rapporti e filmati ampliano la lista degli indagati: ve ne sarebbero altri dieci oltre i tre tifosi trattenuti in questura. Santi Giufffré ha imposto una linea dura con decine di Daspo. Il servizio di sicurezza nello stadio San Paolo è stato sempre più attento, con 78 telecamere in azione.
Non solo immagini. C’è anche un resoconto della questura di Torino, diretta da Aldo Faraoni, che nel 1998 è stato capo della Mobile di Napoli in una delle cicliche emergenze, con centinaia di delitti di camorra. La spedizione dei tifosi napoletani è stata quindi seguita ieri dal mattino, quando sono arrivati i primi gruppi. I tifosi della Curva A hanno preferito i pullman, 4 con partenza dalla Loggetta, storico punto di incontro per le trasferte. Quelli della B sono arrivati in due fasi, con il treno. Alle 10.45 a Porta Nuova con l’Intercity 766, gli altri alle 17.27 a Torino-Lingotto con il convoglio ferroviario 510. Sui 10.112 paganti di Juve Napoli, gara di ottavi di finale della Coppa Italia, erano tremila i tifosi napoletani. Tre su dieci. Nel settore ospiti sono entrati 1.537, gli altri residenti in Piemonte e Lombardia avevano ingressi per altri settori. La prima aggressione, alle 17, all’incrocio di Corso IV novembre e corso Sebastopoli, nei pressi dell’Olimpico. Il napoletano Salvatore Luigi F. di anni 31 è stato colpito alla tempia con un bastone da tifosi juventini. Medicato dagli infermieri dell’ambulanza in servizio allo stadio. Mancano quasi quattro ore alla partita e le tensioni erano già alte. La polizia ha dovuto richiamare parte dei plotoni inviati nei punti cruciali della contestazione per la linea Tva in Val di Susa.
Erano stati aggrediti i tifosi del Napoli anche dopo la recente vittoria sulla Juve, con spettacolare rimonta del Napoli a novembre, dal 2-0 al 2-3. "Fummo addirittura bloccati e costretti a spogliarci all’uscita della tribuna: quei delinquenti controllavano se qualcuno avesse sotto il cappotto un segno azzurro del Napoli, cercavano tifosi del Napoli, bastava scoprirne uno per gonfiarlo di botte", ricordano ancora oggi quella notte di paura a Torino alcuni spettatori. All’arrivo dei tre pullam da Napoli sono stati esplosi i primi petardi.
Alla fine del primo tempo, i cori juventini: "Se Saltelli muore Ballotelli" e "Non ci sono negri italiani". Contro i tifosi del Napoli, alcuni mascherato nel settore ospiti, dalla Curva Nord sono stati lanciati sassi, petardi e una bomba carta. àˆ cominciata qui la reazione. I tifosi del napoli hanno cercato di abbattere la barriera in ferro per scagliarsi contro gli juventini. La polizia è intervenuta con lacrimogeni. I napoletani hanno anche rimosso una struttura di acciaio e cemento che fa da ornamento all’interno dello stadio. Divelti i sediolini dagli spalti, alcuni lanciati e altri bruciati. àˆ in questa fase che la Digos ha fissato le immagini dei più turbolenti tifosi del Napoli, poi pedinati fino all’aeroporto di Torino e bloccati a Napoli dopo lo sbarco. Magistrati e polizia si sono riservati un’altra notte di accertamenti e confronti prima di firmare gli arresti.
napoli1926.