Dopo anni di stagioni deludenti, la Viola aveva deciso di affidarsi a Gennaro Gattuso per poter tornare ad ambire ai posti che le competono. Ringhio, assistito dal potente Jorge Mendes (noto ai più per essere il procuratore di Cristiano Ronaldo), si sapeva avrebbe attinto alla sua scuderia ma probabilmente nessuno si aspettava che tutta la campagna acquisti sarebbe dovuta essere manovrata dall’agente portoghese. La bomba è scoppiata per colpa di Sergio Oliveira, centrocampista del Porto. Grazie proprio a Mendes, la Fiorentina aveva trovato un accordo a costi calmierati: l’avrebbe dovuto pagare 12 mln. Peccato che la dirigenza toscana non aveva evidentemente calcolato i costi di commissione che avrebbero portato l’affare a un totale di 20 mln. Quando il presidente Commisso è stato informato della situazione è andato su tutte le furie e ha fatto saltare la trattativa.
Si è scoperto che Gattuso aveva chiesto 5 acquisti (tra cui Corona, pure lui del Porto, e Guedes del Valencia) tutti della scuderia di Mendes che avrebbero fatto intascare al procuratore qualcosa come 40 mln in commissioni. La cosa non è scesa giù al vulcanico patron statunitense, che ha chiesto subito un incontro in videocall con l’allenatore calabrese dove i toni sono stati infuocati. Secondo quanto riporta il Quotidiano Nazionale, Ringhio avrebbe insultato un membro della famiglia Commisso. Ecco spiegata la brusca rottura. Adesso la Fiorentina è alla spasmodica ricerca di un nuovo allenatore e ha individuato in Vincenzo Italiano il tecnico ideale. Dall’altra parte Gattuso si allontana dal Tottenham, che l’aveva preso in considerazione dopo la rottura con Paulo Fonseca. Colpa del movimento #NoGattuso che i supporters degli Spurs hanno lanciato sui social memori dello scontro che nel 2011, nella gara di Champions tra Milan e Tottenham, Gattuso ebbe con il vice allenatore Joe Jordan.