Il sarrismo esiste.
È l'idea di gioco di Sarri, concettuale, pura. E si è visto sia a Empoli che a Napoli, piazze dove ha trovato dei calciatori che l'hanno seguito, condizioni ambientali favorevoli. Qua meglio di là perché aveva calciatori migliori.
Ridimensionare però ciò che Sarri ha fatto sul campo è da miserabili, ridurlo a un miracolato che ha ha trovato duecento euro per terra è incommentabile.
Sulla mano nessuna retorica.
Questo è un cazzo di sport e bisogna rispettare l'avversario. Dovrebbe essere anche un'ispirazione per una società migliore.
L'unico paese dove ciò non si fa è proprio l'Italia di merda, dove a chi propone spettacolo e bel gioco si dice faccia circo e l'esasperazione è ormai a tutti i livelli.
Sono disposto a credere nella buona fede (in realtà non me ne frega un cazzo di dire il contrario, mettiamola così), ma non salutare l'allenatore avversario che tra l'altro è un tuo amico e ti ha tirato anche una volata mediatica internazionale è una brutta cosa, presa come tale.
Non mi sorprende però che in questi tempi anche le regole basilari della convivenza vengano scambiate per vuota etichetta.
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