Se una società si sente in condizione, a gennaio e con due competizioni ancora da giocare, di poter trattare la cessione del centrocampo titolare con serenità perché tanto gli obiettivi economici sono raggiunti e quindi o mo o giugno è uguale, è anche colpa dell'allenatore.
Ancelotti ha eccome il potere e il prestigio di andare da De Laurentiis e dire "aspetta, mantieni in mano fino a giugno che teniamo roba in palio e poi facciamo le nostre considerazioni" e lo stesso può fare con i calciatori. Il problema è che a lui non interessa farlo, è in tutti e per tutto allineato con le esigenze della società: allena per andare in Champions e il più avanti possibile nella Champions, fin quando le operazioni di mercato sono compatibili con queste esigenze allora a lui va bene.
E lo sa lui, lo sappiamo noi, lo sanno tutti che per arrivare nei primi quattro, dato l'enorme vantaggio che abbiamo, si poteva anche perdere la coppia di centrocampo che aveva giocato tutte le partite più importanti da settembre e dicembre, anche perché in questo mercato ti pagano ancora di più a peso d'oro i calciatori.
Poi c'è pure il fattore della fame endemica dell'allenatore. Ancelotti non ne ha. Se arriva una vittoria arriva, poi lui le soddisfazioni se l'è prese in carriera e da calciatore, può tranquillamente stare nel mare calmo della vita andando per obiettivi. Se gli chiedono di vincere, lui fa le sue richieste, anche di mercaro; altrimenti va bene così.
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