Non quoto, altrimenti Guardiola al Barca, Sacchi al Milan e lo stesso Ancelotti sempre Milan, non sarebbero mai stati quello che sono stati.
Inviato dal mio ALE-L21 utilizzando Tapatalk
Prima di tutto: Sacchi e Guardiola appartengono ad una famiglia differente rispetto ad Ancelotti, che ha come caratteristica migliore proprio la gestione del gruppo e l'essere poco stringente sul piano tattico, mettendo il talento nelle migliori condizioni di esprimersi liberamente. Penso all'albero di Natale con Pirlo, Seedorf e Kakà (2007) o Rui Costa (2003), con Inzaghi e addirittura un'altra punta come Shevchenko quando vinsero la Champions contro la Juventus, direi che con le sovrapposizioni interne o i rigidi dettami sacchiani non c'entra proprio niente. Anzi, lui è conosciuto proprio per essere capace di schierare calciatori di qualità in campo senza perdere la compattezza di squadra.
Poi: hai citato gli unici allenatori che, in venti e passa anni di pallone, sono riusciti a vincere ad altissimi livelli con un'idea di gioco della quale facevano il marchio di fabbrica. E che, fuori dal Milan/Barcellona, hanno dimostrato di faticare tantissimo.
Ora vediamo Guardiola che si fida di fare al City, fermo restando che allena una squadra con centinaia di milioni di euro spesi per venire incontro alle sue esigenze, e col Bayern ha fatto pugnette.
Per il resto invece abbiamo assistito ad uno show di minestrari con i giocatori forti (tra i quali, stort o muort, c'è anche Carletto che però lo fa talmente bene da non far fiatare nessuno) che hanno cercato di far quadrare il talento con le esigenze di squadra, gestendo gli uomini e non imponendo filosofie di gioco particolari.
Lo stesso Sarri, se dovesse vincere a Napoli, sarebbe un caso particolare visto che ha trovato un materiale umano di livello medio-alto e perfettamente conciliabile con le sue idee calcistiche.
Inviato dal mio FRD-L09 utilizzando Tapatalk