Ma non è vero, dai
Apprezzo un grandissimo numero di opere, ma se riescono ad essere coerenti col contesto in cui vengono messe. Non critico l'esistenza di una società futuristica, ci mancherebbe, ma i personaggi (anche quelli secondari) devono essere credibili e fare scelte sensate, anche se sbagliate.
E poi come ho detto l'ho trovata anche noiosa eh, si trascina a fatica l'alone di mistero per le puntate sane e si gioca tutto sui cliffhanger.
Tutti i personaggi dovrebbero evolversi in una storia, non solo i robot.
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Beh secondo me è sempre meglio sottolineare il gusto personale quando si formula un giudizio su un'opera o prodotto culturale. Quando dici di averla trovata noiosa mi pare un giudizio molto più ficcante che pretendere di trovare difetti intrinseci di scrittura a una serie dove la scrittura è per certi versi impressionante, in particolare nei dialoghi e nell'intreccio, che gestisce in maniera impressionante diversi piani temporali con una precisione di cui fatico a ricordare altri esempi.
In realtà le serie tv, o i film, non hanno assolutamente il compito di ipotizzare futuri plausibili. Westworld è un remake che fa parte di un genere, la fantascienza, in questo caso mescolata col western, che è semplicemente una serie di convenzioni narrative, un involucro come un altro. Puoi scegliere di fare un melodramma in costume, un film sportivo o una commedia satirica, si tratta di involucri in buona parte intercambiabili... Non è che Natale sul Nilo sia un film fatto per cercare di capire o di spiegare l'approccio culturale degli egiziani alla festività natalizia, o che Il gladiatore sia una ricerca sul tipo di abbigliamento o di stili di lotta al tempo dell'antica Roma... poi questi aspetti ci possono anche essere, ma sono soltanto incidentali, per accrescere il piacere della visione di un film ma in genere il genere di un film è soltanto uno dei tanti strumenti funzionali a veicolare il significato e il tema del film.
La fantascienza è un genere che per le sue caratteristiche viene generalmente utilizzato, paradossalmente, per veicolare una riflessione politica sul presente, o su tematiche filosofiche... Nel caso di Westworld si utilizza un tema che efffettivamente inizia a far presagire una sua possibilie futura attualità per portare una riflessione su come si possa definire cosa è umano, che cosa è la coscienza, il legame tra memoria e identità. Creando anche un prodotto che per molti è intrattenimento di grande qualità.
Il trucco della verosimiglianza psicologica molto spesso viene trascurato dalle opere ambiziose dal punto di vista artistico, anche nel caso di Westworld probabilmente il coinvolgimento emotivo dello spettatore non è stato messo in primo piano creando un effetto un po' freddo e cerebrale, però in realtà penso che ci sia comunque una grande bellezza anche nello sviluppo dell'arco narrativo di molti personaggi di questa serie... pur essendo sicuramente personaggi un po' estremi e "mostruosi" nelle loro scelte penso che Robert, Arnold e William abbiano una storia coi controcazzi... e non si tratta di robot.
Felix e Sylvester, che rappresentano un po' il comic relief della serie, magari non avranno avuto l'approfondimento psicologico che meritavano, però non sono d'accordo che siano incomprensibili... A parte il fatto che si tratta di 2 personaggi non autonomi ma funzionali alla storia di Maeve, ma poi inizialmente collaborano con Maeve per la promessa di un guadagno, e anche perchè non immaginano che i residenti possano essere davvero pericolosi, visto che chiunque è abituato a fargli di tutto, poi quando iniziano a mutare i rapporti di forza, iniziano semplicemente a collaborare per paura. Mi pare francamente chiarissimo.
Comunque credibilità psicologica e verosimiglianza narrativa sono in genere caratteristiche che vengono curate molto in prodotti di intrattenimento, raro che si trovino in opere importanti... Nel momento in cui Westworld si è presentato con ambizioni che vanno chiaramente oltre il semplice intrattenimento è chiaro che si è assunto qualche libertà rispetto a queste che comunque sono convenzioni superate da almeno 70 anni in ambito cinematografico...