Le ultime tre puntate (e in particolare 9-10) sono veramente la summa massima dei difetti di Sorrentino che, bell e buono, smette di narrare, si mena sui movimenti preimpostati di macchina e sul percorso mediatico che ci porta a scoprire la grande bellezza, l'umanità, Maradona chiatto che palleggia e tutto l'ambaradan di puttanate che si muovono sul confine labile tra il barocco ed il patetico.
Ed è anche un trattato sull'inferiorità delle Serie TV rispetto ai film, in quanto questi ultimi riescono a chiudere un cerchio e raccontare una storia senza avere l'urgenza - anzi che dico: la necessità - di far evolvere i personaggi per giustificare secondi capitoli improbabili.
Un peccato, perché fino ad allora la serie si stava muovendo straordinariamente bene in quel cono d'ombra moderno che è la rivoluzione come imposizione di valori ormai trapassati, e nel caso di specie rivoluzionare la chiesa per tornare alle sue radici conservative, con un filo di elegante grottesco e santità (basti pensare alla vicenda di Tonino Pettola e il conseguente "e rutt o cazz", instant classic).
La scena con cui si conclude il tutto, con Jude Law che stramazza a Piazza San Marco intravedendo la Madonna in cielo è roba da grazie Padre Pio. Come ci sono rimasto male.