Al Milan ha segnato ai tempi di pappagone: l'anno scorso in tre partite, zero gol. Soprattutto in Coppa, quando ha guardato Piatek segnare e buttarci fuori.
Ha fatto gol (bellissimo) contro una Roma a pezzi in una partita decisiva per nulla, la Lazio è una squadra che nemmeno in Europa League è arrivata, trattarla come una big è assurdo.
L'unico gol pesante di questo è quello a Bergamo, e infatti in una squadra ambiziosa farebbe il back-up di un centravanti forte portando energia in uscita dalla panchina, potendo sfruttare la sua unica vera qualità, il sinistro.
Siamo sempre allo stesso discorso: per dimostrarsi un attaccante di alto livello deve segnare, e decidere, in partite importanti. Dunque sì: in Champions, in Italia con Juve, Inter e Atalanta (le uniche squadre di livello del campionato) e le varie semibig quando effettivamente giochiamo con la pressione addosso, anche in Coppa, e non con le infradito ai piedi con la Champions già in tasca. E in tutto questo, deve avere anche continuità con le medie e le piccole, segnando gol che portano punti e non che aggiustano le medie.
Il che non significa segnare ogni domenica, solo i subumani lo direbbero, ma essere presente anche sul lato della prestazione.
Questo è ciò che rende un attaccante un grande attaccante, e Milik non ha dimostrato di esserlo, con buona pace dei suoi sostenitori...e più che uno dei migliori centravanti della competizione, è un ingranaggio che potrebbe essere sostituito da tutti i compari di ruolo di medio livello.
Poi se due gol in casa contro una neopromossa vi fanno dire il contrario dopo due mesi di nulla, tra infortuni, moine sul contratto e stato di forma insignificante, boh.