Quel Napoli era tutto Cavani, un mostro da 38 gol, qualche giocata di Pandev e Insigne, e qualche siggiata di Dzemaili dal limite. Punto.
Non aveva un'ombra di gioco, non metteva tre passaggi in croce, tanto che alla prima di Benitez ovunque si gridava al miracolo.
Quella squadra non aveva i giocatori (se non Hamsik e Pandev) per dialogare, per giocare bene e dettare i tempi di gioco, era tutto un lancio lungo, una spizzata e tiri al volo sulle seconde palle tra lanci lunghi del Capitone, discese di Campagnaro e rare sfuriate di Armero quando stava a genio.
Se non aveva "un ombra di gioco" non faceva 78 punti con giocatori mediocri tra centrocampo e difesa. Non passava un turno Champions con il City nel girone. Cavani prima del Walterone faceva l'attaccante esterno.
Nel momento del suo massimo splendore, il Napoli di Mazzarri era una squadra costruita con una linea difensiva bassa e che giocava di transizione veloce, affidandosi alle doti di aggressione di Cavani e alla capacità di Lavezzi di portare fuori il pallone a grande velocità, unito agli inserimenti di Hamsik e Maggio, con un centrocampo dedito alla sola fase di recupero palla. Così come Sarri, anche Mazzarri aveva messo il materiale umano a sua disposizione nelle condizioni di rendere meglio. Poi che lo facesse con molte più zone d'ombra è normale: è un allenatore più scarso di Sarri, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Ma che abbia tirato il massimo da quegli uomini mi pare palese, e mi pare finanche offensivo dire che eravamo messi in campo come una banda di musica e senza uno straccio di idea.
L'ultima stagione, con la dipartita di Lavezzi, il Napoli teneva molto di più il pallone, aveva un Hamsik che era spinto molto di più a fraseggiare (e non per niente, di nuovo, fa la migliore stagione della sua carriera pre-Sarri) con due attaccanti tecnici come Insigne e Pandev, teneva di più in controllo la partita grazie ad un centrocampo più folto. Ci stanno i dati, ci sono i risultati ottenuti, c'è la storia. Poi se voi intendete quest'affermazione come "giocavamo come giochiamo oggi", è un problema vostro e non devo spiegare cosa non riuscite a capire. Ma che il Napoli 2012/13 fosse un Napoli differente rispetto a quello delle stagioni precedenti è un dato di fatto, e non poteva essere altrimenti visto che senza Lavezzi si perdeva tantissimo potenziale per utilizzare il contropiede.
Puntualizzo anche per l'ultima volta i miei interventi precedenti: nessuno ha messo in dubbio l'importanza dell'argentino: zingaro, caprone lo stai dicendo tu. Quello che ho detto è che accolsi con giubilo la sua partenza perché ci avrebbe proiettato verso un calcio, giocoforza, più propositivo e meno di rimbalzo dell'avversario: la qual cosa si iniziò a vedere in fase embrionale già con l'ultimo Mazzarri.
Ho altresì sostenuto che giocatori come Lavezzi si sono visti in serie A in maniera più frequente degli Hamsik e che ad alti livelli, a livelli dove fai il pallone, ci sono gli Hamsik e non i Lavezzi. Ancora: affidandoci alle qualità più immediate di Lavezzi si sono compresse quelle meno immediate di Hamsik, che avrebbero necessitato altri investimenti (che poi sono stati fatti) e altro contesto tecnico/tattico (che poi è stato creato) per emergere.
Poi le classifiche di importanza, la retorica, la congenialità ad un sistema di gioco sono chiacchiere che si perdono nel vento.