Traendo spunto da questo articolo di Ultimo Uomo :
http://www.ultimouomo.com/gli-esports-sono-una-cosa-seria/Vi butto sul piatto una discussione che solo partenopeo.net sa trasformare in un acuta analisi sociale e culturale.
In questo articolo si parla di "E-Sports" cioè tornei professionistici di videogiochi, ai quali partecipano gamers da tutto il mondo che si sottopongono a 12 ore al giorno di "allenamenti" , cioè di bombardamento videoludico. Quanto seriamente si dovrebbe prendere questo fenomeno culturale? È un bene che un sedicenne prenda la strada del non ritorno dedicando la fase di costruzione delle fondamenta della propria vita ai videogiochi per diventare un professionista, raggiungendo il top magari, per poi trovarsi a 25 anni ad essere vecchio per questo mondo (da quanto evinco dall'intervista)?
So che alcuni dei più arguti utenti sono anche appassionati del genere. Avanti, o popolo!