Autore Topic: Il papa a Cuba (e alla riconquista del mondo)  (Letto 11678 volte)  Share 

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Offline F&M

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Re:Il papa a Cuba (e alla riconquista del mondo)
« Risposta #140 il: 25 Settembre, 2015, 16:43:01 pm »
qui per la verità vado un pochino a naso ...

e vai troppo a naso

L'optimum sarebbe quello di avere un ramo aziendale in cui i ragazzi vengono formati da senior e poi introdotti nella stessa azienda con mansioni più importanti e remunerative. Ma ci vogliono soldi e tempo e non tutte le aziende hanno questa possibilità
Tu hai questa visione troppo "pulita" della cosa, si vede che non ci stai dentro e beato te, purtroppo il capitalismo questo e', contano i soldi e il profitto di pochi.

Offline IlGeneraleNero

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Re:Il papa a Cuba (e alla riconquista del mondo)
« Risposta #141 il: 25 Settembre, 2015, 17:01:23 pm »
e vai troppo a naso
Tu hai questa visione troppo "pulita" della cosa, si vede che non ci stai dentro e beato te, purtroppo il capitalismo questo e', contano i soldi e il profitto di pochi.

beh la mia era un'idea di come un imprenditore serio e capace gestirebbe la sua azienda, è chiaro che il più delle volte non è così, ma io resto convinto che l'ingordigia e l'avidità sono il problema principale unito alla voluta mancanza di controlli ...
“La prima volta che ti ho vista sai, di un calcio di altri tempi mi innamorai, son qui in curva a cantare perchè da quel momento ci sei soltanto te...chiudo gli occhi e penso che passa il tempo passa insieme a te quando un giorno morire dovro' voglio portare in cielo i miei color…!” by ULTRAS L'AQUILA

Offline Bruce Colotti

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Re:Il papa a Cuba (e alla riconquista del mondo)
« Risposta #142 il: 06 Ottobre, 2015, 15:23:35 pm »
Molto interessante questo topic. Risale a circa 10 giorni fa, quindi scusatemi se lo ripropongo.

Vorrei comunque dire che purtroppo, a mio parere, ma sono sicuro che qualcuno avrà scritto in merito, un mondo globalizzato può prendere solo sue direzioni: abbattimento del concetto storico-sociologico di nazione e quindi miliardi di persone divise fra ricchi e poveri, con una classe media esigua. Mi spiego meglio, queste cose le vedo con i miei occhi. Le odierne multinazionali non hanno più bisogno del concetto di Stato-Nazione. Se prima si identificava il mercato primario come quello nazionale, avevi bisogno di una classe media, e la classe media l'ha creata lo Stato. Inutile girarci introno. Faccio un esempio. FIAT dopoguerra. Agnelli chiese al governo di aiutare la nascita di milioni di potenziali consumatori per le sue auto. La cosa riuscì egregiamente credo...avemmo il boom. Oggi questo discorso non sta più in piedi. Le multinazionali non cercano di penetrare mercati in prima istanza, ma ambienti di produzione favorevoli. Merce a relativo basso costo (può essere l'auto, la camicia o il device hi-tech). Questa merce va poi messa in giro in tutto il mondo. Ho avuto il piacere di visitare la sede Zara a Zaragozza. Hanno tre centri di produzione principale Spagna-Portogallo per servire l'UE, Est Asiatico per l'Asia e Messico per America. La cosa più incredibile è l'algoritmo che usano in Spagna che raccoglie dati live, h24 di tutti i capi venduti in tutti i loro negozi e loro adeguano la produzione mondiale in base a questi input OGNI 6 ORE. Una macchina infernale, sul serio. Zara non ha quindi bisogno di consumatori, quelli li trova ovunque...oggi USA, domani è Brasile, dopodomani Giappone, ha bisogno di un ambiente ideale per fare quello che cavolo gli pare in base a quello che dice l'algoritmo. A questo punto la differenza dovrebbe essere chiara: la società dei consumi è liquida, diluita e non identificabile, quello che serve sono centri mediopiccoli di ricerca e ottimizzazione abbastanza flessibili per andare a incontrare una domanda che è mondiale e imprevedibile. Io, con tutto il rispetto per chi ci crede, credo che le "sinistre" guardino ormai il dito e non la luna. Ci sarebbe tanto da fare, ma purtroppo il nemico non esiste signori, non te la puoi prendere col mercato che muta ogni secondo e sopratutto credo sia difficile vincere nel campo nel quale i padroni hanno dominato, una ideologia globale, senza troppi fronzoli come quella neo-liberale. I padroni attorno a un tavolo trovano sempre l'accordo in nome del denaro, miliardi di lavoratori non ci riusciranno mai...entrano in gioco troppe variabili sociali e culturali. Vai a chiedere a un lavoratore di cinese di lottare per i suoi diritti e ti guarderà stralunato. Prima ti dirà che lui non andrà mai contro il potere perché in Cina è così da millenni e che poi a lui sta bene perché vuole la macchina da 30.000 euro come te fra 5 anni. Comunque, dopo questa riflessione vedo che le socialdemocrazie nordiche stanno portando proposte differenti e un'attimino più concrete di quelle che propone la sinistra sud-europea. La proposta svedese delle sei-ore sembre che abbia centrato il problema di cui sopra e stia cercando mediazione. Abbiamo veramente bisogno di questi concetti, anche in Italia, stiamo perdendo la partita del secolo, che si gioca sui fattori produttivi andando a discutere di cose che, piaccia o no, non esistono più. Rimane il fatto che qualcosa a sinistra si muova, le recenti vicende britanniche sono tutte da analizzare ma sono ansioso di capire quale proposta Labour ne uscirà fra 5 anni. La Francia dorme ancora sonnacchiosa, io aspetto anche loro al varco. Sui socialdemocratici tedeschi non ci farei troppo affidamento, sono ormai piegati alla logica del centrismo merkeliano, anche se a quelle latitudini sono i sindacati che fanno la differenza su queste questioni.
il concittadino di Starfred(che se non sbaglio è di Santa Maria Capua Vetere) scrisse queste cose(dettagliandole in modo molto più approfondito) in diversi articoli su Umanità Nova e diversi saggi tra la fine dell'800 e i primi anni del secolo scorso

Leif Erikson

Re:Il papa a Cuba (e alla riconquista del mondo)
« Risposta #143 il: 06 Ottobre, 2015, 15:28:13 pm »
il concittadino di Starfred(che se non sbaglio è di Santa Maria Capua Vetere) scrisse queste cose(dettagliandole in modo molto più approfondito) in diversi articoli su Umanità Nova e diversi saggi tra la fine dell'800 e i primi anni del secolo scorso
Malatesta :sbav:

Offline Bruce Colotti

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Re:Il papa a Cuba (e alla riconquista del mondo)
« Risposta #144 il: 06 Ottobre, 2015, 15:45:06 pm »
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eh...fulgido esempio il buon Errico di grande intelletto casertano e soprattutto di immensa coerenza...con tutto quel che ebbe a passare in vita a causa delle sue idee