Secondo me in una società di calcio ci vuole una sola testa pensante, soprattutto per fare il mercato. O è il direttore o l'allenatore, mi pare chiaro. In questo senso Bigon era il direttore ideale per un allenatore come Benitez, uno che vuole gestire ogni aspetto della squadra e che ha le proprie conoscenze e SA quello che vuole, ed io continuo a preferire questo modus operandi all' allenatore che si accontenta di quello che gli arriva dando vaghe direttive e poi impasta tutto alla meglio, che invece fa molto squadra mediocre di metà classifica - oltre che essere un modo di lavorare giurassico, superato dai tempi di Sacchi (inizio '90).
Il fatto che Bigon era un pippone e/o che l'asse Bigon-Benitez non abbia funzionato (bisogna andare a vedere però quanto pesa l'avere avuto un budget ridotto per i ruoli chiave di centrocampo e difesa) non significa che la strategia in sè è sbagliata.
Detto ciò, come detto da qualcuno, inizieremo a capire come lavora e quanto vale Giuntoli a fine anno.
La Juve di Moggi fino al 2006 ha funzionato così. All'allenatore, e soprattutto con Capello, venivano lasciate solo alcune opzioni (tipo Zebina, Zalayeta...) ma il resto veniva deciso scientemente dalla Triade.
Ed ai minimi segnali di dissenso, venivi esonerato. Vedi Ancelotti con Henry, ad esempio.
Ancelotti stesso è un buon esempio su questo. Lavorando e maturando, ha capito come stare a certi livelli, è passato dall'imporre il non acquisto di Baggio ai tempi di Parma, all'accettare qualsiasi proposta di Galliani e Braida, al Milan. Da quelle infauste come Ricardo Olivera e Huntelaar, a quelle vincenti di Kakà e Thiago Silva.
E son cose che ha scritto anche nella sua biografia, eh.