A proposito di PD (non sono Grillino e non ho interesse a denigrare):
Come si può negare che il PD sia un partito servo delle banche, delle lobby dell'alta finanza e dell'austerità e del rigore UE della Merkel!?... ‘politica asservita ai poteri forti’
il PD non solo non è un partito democratico, ma non è neppure un partito nuovo. In esso residuano due classi dirigenti (o quanto meno la gran parte o la parte più significativa di esse), quella della DC e del PCI che hanno firmato prima il tradimento della Repubblica (ai tempi della svolta togliattiana di Salerno, poi del golpe bianco contro il governo Parri e successivamente con l’amnistia e con i compromessi che determinarono il passaggio nel nuovo Stato di tutta la burocrazia che aveva servito il fascismo, per quanto riguarda i comunisti, mentre per quanto riguarda i democristiani possiamo risparmiare anche le parole) e poi, nel 1992, il suo fallimento. Prima ancora c’era stata la caduta del Muro di Berlino ed il fallimento del comunismo internazionale. In Italia si susseguivano da parte degli ex PCI tentativi sempre più disperati di trovare un nuovo approdo identitario; PDS, DS ed ora Partito Democratico insieme, non ai compagni socialisti o della sinistra, ma degli acerrimi nemici di una volta, scampati anch’essi alla diaspora democristiana. E poi il fallimento della seconda repubblica consacrato dal fallimento del governo Prodi nato nel 2006.
Il PD quindi non è un partito democratico, non è un partito nuovo (se non altro perché la sua classe dirigente è abbonata al potere da decenni e non è nemmeno un partito riformista.
Il PD non nasce per riformare l’Italia, questa è una balla colossale. Il PD nasce per tutt’altro scopo, per cancellare tracce, per occultare fallimenti e tradimenti delle classi dirigenti (ma sarebbe molto meglio dire, gramscianamente, dominanti), nasce per salvare una classe politica che dovrebbe essere chiamata seriamente, e non solo in sede elettorale, a rendere conto degli incredibili disastri da essa provocati, i disastri grazie ai quali questo Paese è da considerare un Paese in forte declino, in rapida decadenza, un Paese che perde pezzi e colpi uno dopo l’altro, insomma, un Paese quasi fallito. Fallito non solo economicamente e finanziariamente, ma moralmente, spiritualmente, culturalmente; un fallimento totale su tutti i fronti, a dirla proprio tutta!
Ma l’Italia purtroppo non è un Paese normale ed allora la casta fallimentare e sempiterna che non vede più un orizzonte per il Paese, cerca di salvare il proprio orizzonte, quello che Guicciardini avrebbe definito il suo ‘particulare’. Può farlo solo autolegittimandosi. Ma qual è il modo in cui può autolegittimarsi una classe politica screditata? Può farlo solo autoriproducendo a dismisura il proprio potere, slegato ormai da ogni altra dimensione e da ogni prospettiva generale. Non importa più nulla a questi del PD; né la credibilità identitaria (che infatti non c’è nel partito Frankenstein), né la capacità di guida politica, né alcuna altra considerazione che non sia funzionale alla propria sopravvivenza di ceto politico autoreferenziale. Ecco quindi il PD.
L’Italia ha bisogno di operazioni di finanza straordinaria. Il PD le può promuovere? Assolutamente no perché bisognerebbe colpire i poteri finanziari che gli stanno alle spalle e che fanno il bello ed il cattivo tempo in questo Paese.
Se dalla crisi non si esce chi continuerà a pagare il conto? E anche se dalla crisi si esce la domanda resta la stessa; chi pagherà?