Fino alla fine degli anni '70 l'Italia poteva vantare una qualità di calciatori autoctoni di altissimo livello (c'erano sempre cinque o sei portieri che dovevano spartire la maglia da titolare in nazionale), poi questo livello di calciatori italiani si è mantenuto fino alla fine degli anni '00 scemando fino ai giorni nostri.
Le squadre italiane degli anni '80 e '90 erano a dir poco stellari, c'era una liquidità pazzesca e perfino squadre come l'Udinese si potevano permettere calciatori come Zico. Dall'apertura delle frontiere, squadre come Torino, Lazio, Roma, Napoli, Juventus, Fiorentina, Milan, Inter, Verona, Sampdoria avevano, chi più e chi meno, la possibilità di costruire una squadra per vincere il campionato. Liquidità e ottima gestione delle giovanili. Un patrimonio enorme, di dimensioni gigantesche, qualcosa di importante e forse senza precedenti nella storia del calcio che è stato bruciato nel giro di un decennio. Se solo avessimo sfruttato il 10% dei soldi spesi dal 1980 al 2000 avremmo potuto costruire stadi all'avanguardia, centri sportivi moderni e strutture giovanili di altissimo profilo e a quest'ora non stavamo qui a fare i pezzenti d'Europa.