Autore Topic: Gran Torino (C. Eastwood, 2009)  (Letto 3534 volte)  Share 

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Offline bart

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Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« il: 14 Dicembre, 2009, 13:23:06 pm »


Citazione da: Guallera
Gran Torino di Clint Eastwood
Al suo ultimo film da protagonista, il buon Clint non poteva che scegliere un personaggio che racchiude la summa delle sue caratterizazzioni precedenti : il caro vecchio Walt Kowalski non è altro che l'ispettore Callaghan oramai in pensione, il guascone incazzato Ben Shockley che ha appeso il distintivo al chiodo ed oggi si dedica al giardinaggio, il rude sergente Tommy "Gunny" Highway con qualche ruga in più ma sempre fiero del suo passato militare e con ancora la passione per la birra fredda, il misterioso cavaliere pallido che questa volta si presenta al duello finale, sapendo già  quale sarà  il suo destino. Ma non lo si nota solo con il personaggio, ma anche in un particolare molto forte nel film, il mimare il gesto della pistola, che riprende l'immagine vista tante volte dall'Ispettore Callaghan che metteva in bella mostra la sua 44 magnum, e che adesso ringhia rabbiosamente di uscire fuori dalla sua proprietà , mentre prima con tanto cinismo intimava ai delinquenti di dover fare i conti con noi tre..."Smith, Wesson e me".
Il film può risultare banalotto e semplicistico per certi versi o per chi non è ferrato o ha avuto sempre una visione superficiale del cinema di Eastwood  ma non è così....è una pura operazione metacinematografica, il miglior congedo che un attore non poteva fare, e lo dimostra la forte auto-ironia presente nel film. Dietro la scorza dura di una persona arrabiata, c'è invece l'animo gentile di una vecchia canaglia, che aveva bisogno solo di rispetto e stima. Bellissimo e commovente il "duello finale", questa volta l'Ispettore Callaghan, il silenzioso e misterioso straniero non ha potuto nulla, ma non ne esce sconfitto, si chiudono soltanto 40 anni di cinema.
Grazie Clint, se questo è stato il tuo ultimo film da attore, spero che come regista alla soglia dei 79 anni continuerai a regalarci perle come hai fatto, a fare film con una certa frequenza, perchè sei l'ultimo vero cineasta americano classico, il degno ererde dei Ford e degli Hawks, quello che ancora oggi nel suo cinema riesce a delineare "buoni e cattivi", quello che non ha bisogno di vezzi pseudo artistici, rotatorie, carrellate, tarantinate oscene per rendere efficace un'inquadratura, l'ultimo cineasta che con un solo primo piano e mezza parola, ti tocca il profondo del cuore e ti vorrebbe venire la voglia di stringergli forte la mano e ringraziarlo..



Citazione da: Dude
GRAN TORINO  -  Clint Eastwood

Ragazzi, che signor uomo del cinema. Regista, protagonista, al top della qualità . Non ha bisogno di strafigone, effetti speciali, sensazionalismi e chissà  quali altri escamotage per colpire. Gli basta una storia semplice, diretta in maniera pulita e chiara, regolare, senza fronzoli per riuscire perfettamente. Se molti non l'avessero ancora capito: NO. Il film non ha a che fare con la vecchia gloriosa squadra torinese che si spense a superga. Gran Torino è un automobile d'epoca a cui lui tiene molto, ed è praticamente l'ultimo affetto a lui rimasto. Finchè non si imbatte con il nuovo vicinato: uno stuolo di asiatici, gli stessi musi gialli che si è trovato a combattere più o meno ai tempi in cui comprò la sua preziosa auto...

Voto: 9


ci tenevo a riportare queste due recensione perchè le trovo veramente ben fatte, i miei complimenti a Giovanni e Daniele... io non aggiungo niente, solo un ringraziamento a Clint Eastwood che dopo avermi fatto innamorare dei western è riuscito a creare questo capolavoro, che trovo superiore alla sua precedente opera Million Dollor Baby, che pure reputo un grandissimo film, uno dei mie preferiti. grazie di esistere Clint, ti voglio bene...
« Ultima modifica: 30 Dicembre, 2009, 18:54:23 pm da bart »

Offline wendell

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #1 il: 16 Dicembre, 2009, 01:07:02 am »
Walt Kowalski, appena divenuto vedovo, vive malvolentieri in un quartiere asiatico. I rapporti con i poco fidati vicini si intensificano dopo il tentativo di furto della sua adorata automobile - una Gran Torino del '71 - ad opera di un introverso adolescente di etnia Hmong. Clint Eastwood, nell'apparire per l'ultima volta davanti ad una macchina da presa, realizza un commiato affettuoso alla sua quarantennale carriera da attore vestendo i panni di un personaggio che è incarnazione sia dell'uomo che delle numerose maschere da lui indossate sul grande schermo. Sotto la corazza dura ma friabile del suo Walt Kowalski si affastellano tanto i ricordi privati, come la guerra in Corea, quanto quelli professionali, sottolineati da zoomate sul volto di eco leoniano e da una gestualità  che ironicamente scimmiotta i pistoleri e i giustizieri (lo Straniero della trilogia del dollaro, l'ispettore Challagan..) ormai già  da tempo consegnati alla storia del cinema. Lungi dall'essere esclusivamente un compendio antologico delle caratterizzazioni eastwoodiane , il film sa costituirsi anche come un'ulteriore tappa del percorso artistico del regista. Gran Torino si pone infatti in continuità  con la più recente produzione dell'autore statunitense ribadendo la sua scelta coraggiosa (soprattutto in virtù della veneranda età ) di mettere in discussione il proprio credo conservatore nell'analizzare le problematiche dell'epoca contemporanea. E se ciò produceva in Million Dollar Baby una inattesa presa di posizione sul tema dell'eutanasia, in Lettere da Iwo Jima un inedito controcampo del secondo conflitto mondiale, in Changeling un attacco agli abusi delle forze dell'ordine, qui porta all'auspicio di un abbattimento dei pregiudizi nel confronto con razze e culture altre che fa leva sulle radici multietniche della nazione americana, rimarcate da una galleria di personaggi positivi dal sangue meticcio (Kowalski ha origini polacche, il suo barbiere italiane. .). Il tutto è inscenato con un registro narrativo ibrido, in constante bilico tra dramma e commedia, per certi aspetti più comune al cinema di matrice asiatica - si pensi al Takeshi Kitano più tenero (L'estate di Kikujiro) - che a quello hollywoodiano. Unico difetto la rappresentazione troppo stereotipata del conflitto tra vecchie e nuove generazioni, con adolescenti ottusi e figli ingrati a far da cassa di risonanza per la saggezza e l'umorismo sardonico (a tratti scontato) del protagonista. Ma è il solo appunto movibile ad un opera densa di contenuti che conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che la forza usurante del tempo è in grado di investire il corpo di chiunque, ma non il talento di chi come Eastwood migliora invecchiando...

Voto: *** 1/2
:look:
« Ultima modifica: 30 Dicembre, 2009, 18:54:01 pm da bart »
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline Darkman

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #2 il: 30 Dicembre, 2009, 17:48:50 pm »
 :vecchio: :vecchio: :vecchio: :vecchio:
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Offline regista

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #3 il: 08 Gennaio, 2011, 18:20:32 pm »
ieri ho visto questo film ,  niente da aggiungere ai commenti precedenti tranne il fatto che secondo me Eastwood abbia scelto il nome Kowalski ispirato dal protagonista omonimo di Vanishing Point.
Sappiamo tutti chi e' il porco!
please, no more Vittorio Raio!

Offline wendell

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #4 il: 08 Gennaio, 2011, 18:26:30 pm »
Io Eastwood nel tempo l'ho schifato. Senza un perchè. Se qualcuno mi chiedesse di argomentare, direi che per me il suo cinema è come un vino toscano annacquato con la coca cola :look:
ho cercato di capire cosa sei.....terrificante.

Offline pappasouth

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #5 il: 08 Gennaio, 2011, 18:28:28 pm »
Io Eastwood nel tempo l'ho schifato. Senza un perchè. Se qualcuno mi chiedesse di argomentare, direi che per me il suo cinema è come un vino toscano annacquato con la coca cola :look:

gli ultimi due film (questo compreso) sono cacca, ma porto avanti questa battaglia sul forum da parecchio

guallera

Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #6 il: 08 Gennaio, 2011, 19:38:28 pm »
Tralasciando il bestemmione assurdo di Wendell, uno che preferisce scene senza senso di parrucconi caricature di se stessi... :look:, dico però che Eastwood vista l'età non deve ripetere l'errore di quell'altro vecchio rincoglionito e noioso di Woody Allen, che imperterrito continua a fare un film all'anno.
Almeno c'è da dire che se Allen gira e rigira fa sempre lo stesso film, che oramai non frega più niente a nessuno visto che dei ricconi intellettuali di New York o Londra ne abbiamo le palle piene (mi chiedo perchè non ha pensato di girare il film di Sex and the City.... :look:), almeno Eastwood cerca di spaziare nel genere....che poi volendo essere sinceri Invictus, discutibile quanto vuoi ma è sempre di un livello superiore rispetto alla media del cinema americano mainstream e non, mentre quest'ultimo ho letto qualche recensione negativa ma ancora non l'ho visto e non so manco di cosa effettivamente parla. Per il resto negli ultimi 15 anni, prima di Invictus soltanto il banale Debito di sangue possiamo dimenticarlo senza troppi patemi, tutto il resto è sempre di un livello alto. Altro che mattonate di 3 ore senza senso e deliranti.... :sisi: :look:

Offline pappasouth

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #7 il: 08 Gennaio, 2011, 19:41:07 pm »
per me Invictus è ai livelli del film del videogicio Prince of Persia  :asd:

Offline 814ckp0w3r

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Re:Gran Torino (C. Eastwood, 2009)
« Risposta #8 il: 11 Giugno, 2011, 19:36:46 pm »
Appena visto, che gran film...