Dal suo insediamento a Palazzo Chigi per il suo VII ed ultimo governo, fino all'inizio del processo nel 1996 per associazione a delinquere di stampo mafioso, la vita ed il pensiero di Giulio Andreotti. Nel mezzo l'omicidio Lima, la mancata elezione a Presidente della Repubblica, le stragi mafiosi, tangentopoli, i riferimenti al caso Moro e l'omicidio Pecorelli, la strategia della tensione, Alcide De Gasperi...-
anno : 2008
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nazione : Italia
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durata : 108 min
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genere : Biografico/Grottesco
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regia : Paolo Sorrentino
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cast : Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Carlo Buccirosso, Fanny Ardant, Flavio Bucci
RECENSIONE "GUALLERA"Il modello dichiarato del regista è lo stile cinematografico e la cattiveria di Elio Petri (soprattutto di Todo Modo che era un feroce atto d'accusa al potere dirigenziale della DC...), ma Sorrentino riesce addirittura a fare di meglio, facendo un film volutamente grottesco e per certi versi sgradevole, senza mai cadere nella ridicolaggine, e che non disdegna affatto la denuncia civile e la critica politica, e riesce nell'impresa di creare un'opera che va di pari passo col personaggio protagonista, una simbiosi perfetta creata ad immagine e somiglianza, perchè come il protagonista il film è assolutamente ironico, tragico, repellente, affascinante, ambiguo, assurdo e soprattutto oscuro. Grandissimo il lavoro fatto di ombre e colori, ai colori accesi, quasi patinati e tendenti all'oro e all'argento di Palazzo Chigi, si contrappongo il nero e la penombra dei momenti privati di Andreotti (sembra quasi un novello Colonnello Kurz) ai limiti del nonsense (i dialoghi con il prete sono assolutamente memorabili). Il film non è una vera e proprio biografia, come può far credere ma soltanto due anni nella vita di questo mostro umano, si va dal 1992 all'insediamento del suo VII governo fino ai primi mesi del 1996, quando inizia il processo per mafia a suo carico, ed il tutto è accompagnato con un uso sapiente della telecamera, movimenti visibili e numerosi, ma senza mai dare l'impressione del virtuosismo fine a se stesso. Sapiente l'uso delle canzoni, totalmente inadatto a tutta la vicenda, il che crea ancora di più quell'atmosfera assurda che accompagna tutta la visione.
Eccezionale il lavoro di Servillo, in un personaggio che avrebbe rischiato la farsa alla Bagaglino, lui riesce ad essere misurato ed evita il pericolo dell'imitazione e della caricatura, ma anche il casto di contorno non è da meno e la menzione va ad un sorprendente Buccirosso che veste perfettamente i panni di Pomicino.