Dopo alcuni saggi dedicati alle opere di Carroll(soprattutto la logica del senso di Deleuze)ho riletto di nuovo Alice nel paese delle meraviglie e Alice attraverso lo specchio.
Sono due racconti meravigliosi. Un intricato e stimolante parco giochi della logica, della semantica e del nonsense.....
posto il passaggio del dialogo sulla Canzone tra il Cavaliere Bianco ed Alice così per chi voglia prendere spunto per discutere sulla logica del senso appunto, sul rapporto tra significato e significante, sulla dimensione indefinita del linguaggio che Carroll(grande matematico e logico) cerca di mostrarci attraverso le sue opere
Erano appunto arrivati all'estremità del bosco.
Alice appariva tutta confusa, pensando al bodino.
- Tu sei triste, - disse il Cavaliere con ansia, - ti canterò una canzone per confortarti.
- È molto lunga? - chiese Alice, perchè aveva sentito molta poesia quel giorno.
- Sì lunga, - disse il Cavaliere, - ma è molto, molto bella. Chiunque la sente cantare, o piange o pure...
- O pure che? - disse Alice, perchè il Cavaliere s'era subitamente interrotto.
- O non piange. Il nome della canzone si chiama Occhi d'Agoni.
- Ah, questo è il nome della canzone, disse Alice, tentando di sentirsi interessata.
- No, non capisci, - disse il Cavaliere, apparendo un po' amareggiato. - È il nome come è chiamata. Il nome vero è «L'uomo vecchio, vecchio.»
- Allora, io avrei dovuto dire: «E così che è chiamata la canzone?» - Alice si corresse.
- No, che non dovevi. È diverso. La canzone è chiamata «Modi e Mezzi», ma, sai, così si chiama soltanto.
- Bene, qual'è la canzone allora? - chiese Alice che era già completamente sconvolta.
- Venivo appunto a questo, - disse il Cavaliere. - Il titolo della canzone è veramente: «Seduto su un cancello.»