Qualche giorno fa leggevo una discussione tra autori su Facebook, il punto del discorso era la conoscenza del personaggio. Come in fase di scrittura l'autore tralasci volutamente dei particolari, pur sapendo vita morte e miracoli delle sue creazioni, l'esempio portato avanti da uno degli utenti era quello dei mestieri dei parenti del personaggio, che mestiere faceva la madre, che mestiere faceva la nonna, tutte informazioni apparentemente inutili ma che messe insieme ti aiutano a disegnare meglio il personaggio.
Con l'operazione 'Immortale' Gomorra ha svoltato il modo di vedere una serie, l'idea di dover andare al Cinema per continuare a vedere la serie Tv, specie nell'era dei colossi dell'intrattenimento prêt-a-vue, rappresenta un unicum narrativo riuscitissimo che fa riscoprire il piacere di condividere le emozioni dello schermo con altri cristiani, in poltrona, senza cuffiette né apparecchi tecnologici.
Non è un prequel, non è un 'film di formazione', piuttosto uno spin-off bridge, roba costruita senz'altro da gente cresciuta a pane e Vince McMahon, un'americana vera e propria nel senso positivo del termine.
Suffiiciente la regia che ho visto un po' col freno a mano, semplice ed ineccepibile sceneggiatura, ambientazioni molto belle con i flash-back della Napoli 80s alla Liberato che fanno venire il cazzo duro, segno che negli ultimi anni, da Gomorra in poi, a Napoli è nato un nuovo stile narrativo basato sulle immagini, riconoscibile e che a mio avviso passerà alla storia come cult. Tra vent'anni parleremo dell'era Gomorra come oggi parliamo di quella Troisi-De Crescenzo et similia.
Continuerò a vedere questa serie che nonostante qualche piccola e fisiologica forzatura a favor di business ha delle tangibilissime qualità.